Renzo Caramaschi
Foto: salto.bz/Arrigoni
Società | Finferli e nuvole

Caramaschi non si attacca al tram

Tenetevi stretto un amministratore così. Un lavoratore, una persona che ha creduto in un progetto, che ci ha investito del suo.
Il giorno dopo la sconfitta al referendum Caramaschi era già lì che pensava a nuove soluzioni. Incontrava Kompatscher, blindava i 40 milioni della Provincia, pensava oltre. Non si è attaccato al tram come all'unica possibile soluzione di trasporto pubblico, ma ha valutato le ipotesi di un metrobus potenziato e di nuovi autobus a propulsione verde. Tutte opzioni meno valide. Però comunque opzioni e uno sguardo oltre. Il nuovo orario della linea 131, a partire dal 15 dicembre, prevede una cadenza di bus da 18 metri ogni 15 minuti. Vedremo.
A proposito di Caramaschi si è letto di “dimissioni”, “candidato improponibile”, “uomo politicamente bruciato”. Incredibile.
Tenetevi stretto un amministratore così. Un lavoratore, una persona che ha creduto in un progetto, che ci ha investito del suo. Io purtroppo non lo potrò votare perché risiedo altrove. Ma confermerò, per quel poco che conto, il sindaco di Appiano Wilfried Trettel, che ha lanciato il bellissimo progetto di bici elettriche e che continua a credere nel tram, almeno per quanto riguarda l'Oltradige. Anche in questo caso vedremo se si tratta solo di parole.
 
 
Il Comitato per il referendum, inizialmente presentatosi come “occasione per informare la cittadinanza” e neutrale, si è ben presto configurato come il Comitato per il No. Promosso da bolzanini stanziali che non pendolano da e per la città, (correggetemi se sbaglio, arrivo a tali conclusioni per avere seguito il dibattito sui media), non ha mai proposto vere alternative ma molti argomenti farlocchi: il tram come ferroso e rumoroso (argomento presto abbandonato perché insostenibile di fronte agli attuali silenziosissimi tram); i cavi e i pali di mezzo (salvo poi proporre il filobus con gli stessi difetti); il fatto che non collegasse, ad esempio, Oltrisarco per andare all'ospedale (come se dovesse sostituirsi a Sasa); i costi, (come se, ad esempio, Ora e Brunico avessero avuto i loro tunnel gratis e non fosse ora di battere il pugno anche per il capoluogo, unica città a non avere una circonvallazione). C'erano poi quelli che magnificavano la bicicletta, come se in gennaio muoversi da Appiano e con i bambini fosse cosa facile. Eccetera.
Il Comitato per il referendum, inizialmente presentatosi come “occasione per informare la cittadinanza” e neutrale, si è ben presto configurato come il Comitato per il No.
Ma l'argomento più egoistico, incredibile e trasversale sbandierato come toccasana dai Signornò è stato questo: FAHRVERBOT per i PENDOLARI, blocchiamo le loro auto all'ingresso della città. Si badi bene: non DIVIETO di accesso ai TURISTI e alle loro auto, ma ai PENDOLARI. 
Tout court. Senza nemmeno avere fatto questa premessa: diamogli prima parcheggi e mezzi pubblici funzionanti.
Come se quei rompipalle dei pendolari si divertissero a raggiungere il capoluogo alle 7 e 30 di mattina per timbrare il cartellino all'Azienda sanitaria o per tenere lezione al Liceo Carducci. Per arrancare in una città dove è stata accentrata un'intera provincia senza il loro consenso.
Ma per fortuna c'è speranza. Giovani che non hanno paura di un cantiere che gli disturba la siesta.
Ma per fortuna c'è speranza. Sono i giovani interetnici che, in una conferenza stampa comune, dalla Svp ai Verdi alla SF, hanno detto forte che sono per il tram. Per qualcosa che si muova. Che muova la città. Giovani che non hanno paura di un cantiere che gli disturba la siesta.
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Francesco Zuffa Dom, 12/08/2019 - 14:48

Condivido a pieno la sua opinione. Purtroppo si sa che i giovani a Bolzano non sono la maggioranza e molti dei giovani che la frequentano non sono nemmeno residenti. Aggiungo due cose: innanzitutto la politica non è fatta di dimissioni a seconda di come tira il vento. È vergognoso questo modo di fare, come se fosse tutto poltrone e incarichi. La vera politica è partecipazione, dialogo e proposte concrete, sostenute da tesi possibilmente verificate. Chi ha votato no al tram semplicemente per dire di no a Caramaschi ignora totalmente il senso civico, perché si deve votare sul merito, non "per mandare a casa delle persone". Si partecipa alla discussione, si portano critiche costruttive e miglioramenti al progetto. Io, però, non ho sentito alcuna tesi del no supportata da tesi di persone preparate sul campo. Nemmeno alternative ugualmente valide: parlano di bus elettrici, più linee, senza sapere niente di mobilità urbana. Se uno dice "il tram porta più traffico": mi dimostri la tesi o ne se stia in silenzio.

Dom, 12/08/2019 - 14:48 Collegamento permanente
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Christian P. Dom, 12/08/2019 - 17:42

È una pessima strumentalizzazione associare l’esito del referendum come risultato politico.
Ma nello specifico, trovo tantissimi aspetti legati a questo progetto estremamente preoccupanti:
Innanzitutto, mi aspetterei che la politica abbia la competenza ed il buon senso di attuare da sola progetti sensati per Bolzano, e non demandare al popolo queste decisioni alla Ponzio Pilato.
Vedere invece sindaco ed assessori cercare di convincere la popolazione del "progetto tram" con una tale veemenza, progetto basato solo su tante ipotesi, tanti bei disegnini, ma estremante vuoti di reali contenuti mi dà molto da pensare;
nel mondo reale, dove persone e ditte pagano di tasca propria, prima di investire una cifra importante si fanno analisi, interviste, si verificano differenti opzioni, si fanno dei “proof of concept” per verificare “in piccolo” se il progetto porta i benefici aspettati.
Per il tram mi pare invece che l’unico scopo fosse “accaparrarsi” il contributo europeo con un qualcosa fatto alla bene e meglio, senza chiedersi realmente che problema potrebbe risolvere un tracciato che di fatto sostituisce la sasa 8 e basta…
Sapete cosa mi sarei aspettato io?
Vogliamo risolvere il problema ai pendolari dell’oltreadige (come se fosse solamente questo il problema di Bolzano, ma si deve pur iniziare da qualcosa)?
Allora si parte in piccolo (e in economia) proviamo prima a fare un parcheggio di interscambio a Frangarto, non c’è nemmeno bisogno di tagliare qualche pomaro ma si riutilizza il fantasma del mebo center dandogli finalmente un senso, si potenziano i servizi su bus per centro e zona industriale e su ferrovia.
Dopo un anno, si analizzano i risultati, e sulla base di quelli poi si verifica se e quanto un tram potrebbe migliorare questo sistema.
Troppo facile ? troppo economico?

Dom, 12/08/2019 - 17:42 Collegamento permanente
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Michele De Luca Dom, 12/08/2019 - 23:41

Va bene essere "scornati" per l'esisto del referendario, però quando Lei afferma quanto segue afferma cose a metà:
"Ma l'argomento più egoistico, incredibile e trasversale sbandierato come toccasana dai Signornò è stato questo: FAHRVERBOT per i PENDOLARI, blocchiamo le loro auto all'ingresso della città. Si badi bene: non DIVIETO di accesso ai TURISTI e alle loro auto, ma ai PENDOLARI.
Tout court. Senza nemmeno avere fatto questa premessa: diamogli prima parcheggi e mezzi pubblici funzionanti."
C'è un dato di fatto, mai smentito, che il 50% del traffico bolzanino è causato dai pendolari. Quindi si dimezzerebbe il volume di traffico in caso di divieto di entrata in città. L'ho ribadito e lo confermo. Ma, questo è il punto, ho anche aggiunto che sarebbe una misura draconiana ed estremamente penalizzante che sarebbe impossibile da attuare e che si devono trovare le alternative del tpl per far lasciare a casa le vetture private... Attenzione però, aggiungo, perché se l'esposto pendente in piazza Tribunale per i continui sforamenti della NO2 dovesse trovare anche solo un parziale accoglimento, saranno "dolori" per tutti, pendolari e non.
Sugli eccessi delle reazioni politiche, ci sono state "sparate" fuori luogo, non di rado di spessore infimo, e di certo non sono venute dal Comitato promotore del referendum.
Sul discorso filobus: semplicemente era una soluzione alternativa ammessa al finanziamento dal Mit.
Sul discorso frequenza del Metrobus, il 131 già ora viaggia ogni 15 minuti (a metà giornata per buona parte vuoto... l'ho visto transitare vuoto alle 18.30 in direzione centro città...), ho sentito che si vuole inserire una frequenza ogni 7,5 minuti nelle fasce più critiche ma, curiosamente, dopo l'esito del referendum, forse - finalmente - si guarda di risolvere l'intasamento mattutino (cosa che avevamo evidenziato più volte).
Altro aspetto: è dal 1998 (almeno questo è il riferimento più vecchio che ho trovato) che si parla del tram dell'Oltradige. Ma dov'erano gli amministratori dei Comuni interessati quando il Mit ha dato i contributi per i tram sovra-comunali (come quello di Bergamo, preso ad esempio di sproposito prima del voto)?
Per il resto non mi dilungo, mi sono già espresso qui https://www.salto.bz/it/article/02122019/tram-e-la-sfortuna-del-contain… e, se si vuole fare un dibattito, lo si faccia finalmente ma "de visu". Io sono disponibile.
P.S. mi sarei aspettato comunque di vederLa e sentirLa nelle serate "ufficiali" o nelle serate del Comitato... era presente?

Dom, 12/08/2019 - 23:41 Collegamento permanente
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Fabio Marcotto Mar, 12/10/2019 - 04:57

In risposta a di Michele De Luca

Ero presente alla prima in Comune, poi ho temuto l'atmosfera rissosa che si prospettava (e alla quale anch'io ho contribuito in un'occasione da queste colonne, scusandomene poi)...ma comunque ho passato un numero esagerato di ore a leggere e informarmi. Ripeto, assurdo è stato liquidare la cosa come bolzanina e non coinvolgere l'intero circondario. In Oltradige allora c'erano altri amministratori, si spera adesso le cose siano cambiate. E poi, dove sono finiti gli 80 milioni (di cui scriveva un lettore tra i commenti) destinati a fare del metrobus un progetto compiuto? Infine, io come tanti altri pendolari in carne ed ossa i bus purtroppo non li vedo passare, ma li vivo dal di dentro. Alle 7 del mattino non è esperienza da consigliare a nessuno..

Mar, 12/10/2019 - 04:57 Collegamento permanente