Società | L'intervista

“Così Bolzano torna indietro”

Parla Nico Sorvillo, insegnante partenopeo residente in Alto Adige, dopo il ritorno della polemica sul diretto per Napoli soppresso. Alfreider: “Mi attiverò con Ferrovie”
Stazione Centrale Napoli
Foto: upi

Dal fatidico 15 dicembre, giorno in cui ha debuttato il collegamento ferroviario diretto fra Bolzano e Milano e parallelamente è stato interrotto il servizio senza cambi per Napoli Centrale, sono molti gli utenti che, con gli angoli della bocca che puntano al pavimento, si sono sentiti trattati come viaggiatori di serie B. La domanda che risuona nell’aria da diverso tempo a questa parte è: perché Milano (e Vienna) sì e Napoli no? A chiederselo è anche Nicola Sorvillo, detto “Nico”, docente partenopeo che dal 2011 vive nel capoluogo altoatesino e insegna all’Istituto Comprensivo Bolzano IV di Oltrisarco.
L’assessore alla mobilità Daniel Alfreider, interpellato da salto.bz, ha dichiarato di essere rimasto lui stesso sorpreso e deluso dalla decisione di Trenitalia di voler sopprimere il diretto in questione e ha assicurato che farà tutto il possibile presso le Ferrovie dello Stato per ripristinare la tratta. “La Provincia - dice l’assessore della Svp - sta lavorando affinché i collegamenti da e per l’Alto Adige siano sempre migliori, anche il diretto per Bari ad esempio è una questione ancora aperta per noi”. Il disagio, inevitabilmente, allo stato attuale resta.

 

 

salto.bz: Sorvillo, cosa significa sul piano pragmatico fare a meno del diretto per la stazione centrale di Napoli?

Nicola Sorvillo: Vede, circa un paio d’anni fa quando questa tratta non c’era noi meridionali ma anche tanti colleghi bolzanini auspicavano fortemente che venisse istituito un un treno diretto da Bolzano a Napoli. Si può quindi facilmente immaginare che gioia fu quando questo accadde. Oltre alle tante persone del Sud d’Italia che lavorano in Alto Adige e che di tanto in tanto devono scendere a Napoli, per far visita alle proprie famiglie, per andare in villeggiatura, ma anche a causa di imprevisti, ci sono tanti bolzanini che amano concedersi qualche giorno nel capoluogo campano. Io stesso nel giro di due anni avrò fatto da guida nella mia città ad almeno 200 di loro. La possibilità di essere in 5 ore e 50 min a Napoli era qualcosa di impagabile. Ora con questa novità si decide di tornare indietro anziché andare avanti, di complicare invece che semplificare, di dividere anziché unire, in sostanza di complicarsi la vita. È molto triste questa “spaccatura ferroviaria”. Mi chiedo: se da una parte si vogliono giustamente migliorare i servizi, aprire nuove vie di comunicazione, perché dall’altra parte bisogna eliminare i collegamenti diretti precedenti?

Senza contare che ora aumenta anche il prezzo del biglietto.

Appunto. Mentre prima la tratta unica Napoli-Bolzano, in seconda classe, tariffa standard, costava sui 106 euro, adesso con il cambio il prezzo può arrivare fino a 143 euro. 286 euro andata e ritorno sono parecchi soldi in più ogni volta, considerando il fatto che, nel mio caso, torno dalle mie parti in media ogni due mesi.

Come cambieranno le sue abitudini di viaggio?

Prenderò il Flixbus che ovviamente è molto più lento, oppure mi toccherà affidarmi all’automobile con la conseguenza di ingorgare ancora di più le strade, dato che questa sarà un’alternativa praticabile per molti. Con il treno c’è anche un oggettivo problema di coincidenze, perché fra una corsa e l'altra spesso ci sono pochi minuti di distanza. E chi è che rischia di comprare in anticipo il biglietto sapendo che i treni non arrivano mai puntuali? E così finisce che bisogna attendere 50 minuti per la coincidenza successiva.

Il guaio è che è stato tolto il diretto di Trenitalia ma anche quello di Italo. 

Contemporaneamente, sì. C’è da dire peraltro che i treni partivano sempre piuttosto pieni, e a Napoli scendeva tantissima gente, sia che i passeggeri salissero a Bolzano, a Verona o a Roma il convoglio non arrivava mai vuoto a destinazione. Speravo quindi che dei 4 collegamenti diretti giornalieri per la stazione centrale ne lasciassero almeno uno, e invece nulla. Il treno che si ferma ad Afragola arriva a Sibari, una stazione sperduta dove a quell’ora di sera (alle 21.50 o alle 22.30) non ci sono collegamenti per le principali città calabresi se non a notte fonda. Molti colleghi e amici mi dicono “cosa dovremmo fare, dormire ogni volta in sala d’attesa?”.

 

 

E la stazione di Napoli Afragola, fermata intermedia del treno per Sibari, cos’ha che non va?

Le dico solo che è conosciuta dalle nostre parti come “la cattedrale nel deserto”, dispersa in mezzo al nulla. È una stazione meravigliosa dal punto di vista architettonico, ma non si capisce perché sia stata realizzata dato che circolano pochissimi treni. So di tante persone di Afragola che preferiscono andare a prendere il treno a Napoli Centrale, o alla piccola stazione di Casoria per arrivare nel capoluogo campano e da lì partire per le altre destinazioni, perché per gli afragolesi stessi la loro stazione è scomoda e impervia da raggiungere. 

Bolzano insomma sembra allontanarsi sempre di più dal Sud.

È proprio così. Un’amica, dirigente scolastica di Napoli, che è venuta recentemente a Bolzano, e dove fa tappa due volte l’anno, ha trovato piuttosto ostico il cambio a Bologna. E questo non è un esempio isolato. La stessa proprietaria dell’albergo in centro dove ha pernottato la mia conoscente ha espresso il timore che d’ora in avanti qualche turista potrebbe essere più restio a salire a Bolzano. Non sarebbe meglio puntare, proponeva, su un treno unico che parta da Napoli, fermi a Bolzano, e prolunghi addirittura la corsa verso Monaco o Vienna?

Intanto l’assessore Alfreider ha promesso di impegnarsi per ripristinare la tratta diretta per Napoli centrale, è già qualcosa, non le pare?

Insegno ai miei ragazzi che nella vita bisogna avere fiducia, e questo vale anche per me. Intanto abbiamo raccolto oltre 1600 firme con la petizione lanciata su change. org. Confido nel dialogo e nell’apertura, io resto ottimista.