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The Forgotten Front

Un nuovo documentario prodotto dalla Fondazione Cineteca di Bologna a firma di Paolo Soglia e Lorenzo K Stranzani racconta con materiali inediti la Liberazione
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Foto: Cineteca di Bologna

“Il 21 aprile 1945, 75 anni fa, Bologna veniva liberata dal nazifascismo, dalla guerra, ed era così iniziato il percorso verso la democrazia”, ricorda il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli nel presentare l’iniziativa con cui quest’anno – a causa della chiusura delle sale cinematografiche per l’emergenza Covid-19 – celebra il 25 aprile nella capitale di una delle regioni fortemente colpite dal virus: la messa online per cinque giorni di seguito, dal 21 (giornata della liberazione di Bologna) fino al 25 aprile, di The Forgotten Front di Paolo Soglia e Lorenzo K Stanzani, prodotto dalla OrsoRossoFilm con la Fondazione Cineteca di Bologna, in associazione con il Teatro comunale di Bologna, il Museo Memoriale della Libertà e dell’ANPI. Un documentario sulla Resistenza a Bologna (nella più grande città del Nord-Italia sulla linea del fronte) che racconta la guerra degli alleati dal 1943 al 1945 sulla linea Gotica, l’occupazione nazista della città durante la Repubblica di Salò e la lotta di Liberazione condotta dai partigiani e dalla popolazione che li sosteneva. Grazie a materiali inediti trovati negli archivi di istituzioni e di privati, delle forze alleate e della Germania, quella storia qui viene raccontata in modo nuovo, più ricco e approfondito, racconta ancora Farinelli per poi chiudere che “quel tempo lontano è stato importante per noi come oggi ci è vicino, trattandosi di un film che riguarda la storia di tutti”.

 

Il titolo, The Forgotten Front, il fronte dimenticato, rievoca l’espressione usata dal “New York Times” l’11 dicembre 1944 nel parlare dell’avanzata alleata in Italia. Infatti, quell’inverno il fronte a sud si era fermato per molti mesi, letteralmente “congelato” dato che le truppe anglo-americane e sovietiche avevano lasciato alla Resistenza il compito di lottare contro i nazifascisti sul terreno, mentre loro procedevano verso Berlino, dalla Francia e dall’Europa orientale. A Bologna erano entrati per primi i soldati polacchi, particolare che viene documentato in modo straordinario attraverso filmati d’epoca frutto di una laboriosa ricerca, nel corso della quale è stato possibile recuperare numerosi materiali cinematografici e fotografici inediti, come le riprese di bombardamenti e della Liberazione, appunto, realizzate dal giovanissimo cineamatore Edo Ansaloni. Questi, negli anni quaranta del Novecento si era occupato di fotografare piante e fiori dei vivai dell’azienda di famiglia per i cataloghi e durante l’occupazione dei nazisti con grande coraggio e una spregiudicatezza notevole si mise - anche - a filmare e a fotografare quello che avveniva in città: saliva sui tetti per riprendere i bombardamenti, filmava le fughe nei rifugi.
Sono sue anche le foto dei cadaveri, scoperti dopo la Liberazione, della strage nazista di San Ruffillo e, nel primissimo dopoguerra, aveva seguito con la sua cinepresa pure il processo al criminale fascista Renato Tartarotti e ai suoi complici, così come era presente al poligono di tiro a filmare la successiva condanna a morte eseguita da un plotone della Polizia di Stato.

 

Il progetto è partito un paio di anni fa dall’amicizia di Stanzani con Ansaloni, che ha aderito spontaneamente e con gioia da subito mettendo a disposizione l’intero suo archivio, i cui materiali ora fanno parte della collezione della Cineteca di Bologna per volere dello stesso Edo Ansaloni, morto purtroppo nel gennaio 2020 prima di vedere il film ultimato.

 

Alle sue preziose immagini storiche se ne sono aggiunte via via altre, trovate spesso in archivi privati di cui si è venuti a sapere grazie a incontri casuali come quello che narra Paolo Soglia: “era il 25 aprile 2019, quando alla festa della Liberazione che si tiene nella centralissima via del Pratello a Bologna, chiacchierando del nostro lavoro con un’amica incontrata casualmente, siamo venuti a sapere che la sua famiglia conservava fotografie inedite di Piazza Maggiore scattate il 21 aprile 1945: sono le foto montate in sequenza, riprese dall’alto, che ritraggono la piazza vuota e deserta la mattina del 21 aprile, che poi mano a mano si riempie di folla, partigiani, alleati, carri armati.”

Attraverso la preziosa segnalazione di una ricercatrice, Elena Pirazzoli, i due autori di Forgotten Front hanno scoperto l’esistenza in un archivio privato in Germania, il Filmarchiv Agentur Karl Höffke, dove era conservato un filmato molto interessante. Girato a Bologna, a colori, documenta la presenza delle truppe d’occupazione nazi-tedesche mostrando scene di vita di alcuni soldati in licenza, altre immagini riprendono la truppa che si intrattiene tra visite ai parchi e concerti, come normali turisti in visita. “Sono immagini straordinariamente inquietanti – dice ancora Soglia – quando ad esempio si vedono soldati che prendono il sole sui tetti di Bologna mentre sullo sfondo si vede il fumo dei bombardamenti”.

 

Il documentario si avvale inoltre di filmati di repertorio recuperati da vari archivi: l'Aamod, il Nara, l’archivio dei film di famiglia Home Movies di Bologna e l'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza di Torino, altro materiale è stato recuperato attraverso una ricerca in archivi italiani e stranieri. Il rigore della ricostruzione è garantito dal contributo degli storici intervistati (Luca Alessandrini, Luca Baldissara, David W. Elwood, Toni Rovatti), che accompagnano lo spettatore inquadrando i fatti e collocandoli nel loro contesto storico. La colonna sonora originale di Marco Pedrazzi è eseguita dall’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna sotto la direzione di Stefano Conticello. La sfida è stata quella di raccontare la guerriglia in città, quella fatta dai GAP, sulla quale per ovvi motivi di compartimentazione e segretezza il materiale documentario è rarissimo.

 

Oltre ai filmati e alle immagini Paolo Soglia e Lorenzo K Stanzani hanno studiato e scansionato oltre 350 documenti originali conservati presso la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna: comunicati del CUMER, relazioni, note delle varie brigate, bollettini e cartine. “In sintesi - affermano i due - possiamo affermare che The Forgotten Front è costruito attraverso il ritrovamento di tantissimo materiale filmato e fotografico inedito e accompagnato da una rigorosa ricercadocumentale. Questo ci conferma, ove ve ne fosse il dubbio, che anche sulla seconda guerra mondiale, un periodo storico così profondamente raccontato e analizzato, non tutto è stato ancora visto e tanta documentazione può ancora essere recuperata e riproposta.”