Società | Presa di posizione

“Adesso parlo io”

La lettera di Jan Paul Bernardi, il 24enne di Badia denunciato per epidemia colposa per aver violato la quarantena: “Ho sbagliato, ma quanta mala-informazione”.
Bernardi, Jan Paul
Foto: Privat

Riceviamo e pubblichiamo la presa di posizione di Jan Paul Bernardi, ormai ex direttore dell’Associazione turistica Alta Badia, finito alla ribalta delle cronache per aver violato l’obbligo di quarantena recandosi al lavoro e partecipando anche a feste e aperitivi incontrando diversi amici. Il 24enne era risultato positivo al coronavirus il 10 luglio scorso, il secondo test a cui è stato in seguito sottoposto ha dato esito negativo, come rivelato da salto.bz. Anche il risultato del terzo test è stato negativo.


Cari lettori,

in queste ultime settimane abbiamo letto e sentito di tutto e di più in merito alla mia situazione, le mie azioni e non per ultimo, la mia persona. Credo sia arrivato il momento di prendere posizione in merito a questa situazione così controversa.

La premessa che voglio fare è che sono il primo a condannare il mio comportamento, che senza dubbio è stato irresponsabile e di poco rispetto nei confronti delle persone a me vicine. Ho commesso un errore ingiustificabile e voglio cogliere in primis l’occasione per scusarmi per l’accaduto. Non è mia intenzione voler giustificare il mio comportamento, vorrei solamente esprimere il mio punto di vista in merito a tale questione.

Ho commesso un errore ingiustificabile e voglio cogliere in primis l’occasione per scusarmi per l’accaduto.

I primi sintomi della malattia SARS-Cov-2 si sono presentati a marzo con febbre, mal di testa e la scomparsa dei sensi dell’olfatto e del gusto. Sia il medico di famiglia che l’Ufficio Igiene di Brunico erano al corrente di tale situazione ma con l’emergenza sanitaria ai picchi e la scarsità di tamponi disponibili, mi è stato consigliato l’auto isolamento fino a quando i sintomi sarebbero scomparsi completamente. Di essere già venuto a contatto con la malattia, è stato confermato dalla presenza degli anticorpi IgG che sono stati evidenziati in seguito al test sierologico effettuato a inizio luglio - la presenza di questi evidenzia appunto la guarigione da un’infezione avvenuta diverso tempo prima. Come da prassi mi sono sottoposto al test del tampone PCR che con grande sorpresa è risultato anch’esso positivo. Dal momento che da diversi mesi ormai ero completamente asintomatico, questo stava a significare che qualche cellula residua e inattiva era rimasta all’interno del mio organismo. Sarei dunque stato un caso a rischio da inizio maggio con l’inizio della fase 2 e la fine del periodo di lockdown. Che il rischio di contagio era minimo, è stato dimostrato dall’esito, negativo, dei tamponi effettuati a tutti i miei contatti stretti. Per fortuna non ci sono state conseguenze a livello sanitario, e questo è sicuramente il dato più importante. Nutro un enorme dispiacere nei confronti delle persone che sono state direttamente coinvolte in questa storia, a queste vanno le mie scuse più sincere.

Sui social network sono partite condanne e critiche nei confronti della mia famiglia che non auguro a nessuno, e tutto ciò da persone che non mi conoscono personalmente e che non erano a conoscenza di come si siano effettivamente svolti i fatti. E questo è ciò che ha provocato un enorme senso di tristezza dentro di me.

Purtroppo non si può dire lo stesso del polverone mediatico che questa storia ha suscitato. Per diverse settimane il mio caso è finito sulle prime pagine di testate locali e nazionali causando un enorme danno d’immagine in primis all’Alta Badia come destinazione turistica, e in secondo piano anche alla mia persona. Con grande dispiacere abbiamo per l’ennesima volta potuto constatare la poca professionalità e la fame di far “notizia” di giornali, in gran parte finanziati con denaro pubblico, lavorano. Una volta che la notizia ha iniziato a diffondersi, sono partite sui social network condanne e critiche nei confronti della mia famiglia che non auguro a nessuno, e tutto ciò da persone che non mi conoscono personalmente e che non erano a conoscenza di come si siano effettivamente svolti i fatti. E questo è ciò che ha provocato un enorme senso di tristezza dentro di me, e non per il fatto che gente si sia accanita nei miei confronti. Ma bensì perché nonostante  abbiamo la fortuna di vivere in uno dei posti più belli al mondo e in una condizione di benessere economico, la gente è malcontenta, cattiva e soprattutto invidiosa. Proprio per questo motivo vorrei cogliere l’occasione per rinnovare il mio profondo senso di rispetto e la mia stima nei confronti di tutte le persone che si mettono a disposizione per ricoprire cariche pubbliche con il mero obiettivo di fare del bene per la comunità, ma con la consapevolezza di essere puntati il dito contro al primo sbaglio o errore commesso.

Per quanto riguarda le mie dimissioni da direttore dell'Associazione Turistica Alta Badia, vorrei sottolineare che questa non è assolutamente frutto di pressioni o imposte dall’alto; questa è stata presa in maniera completamente autonoma per tutelare l’istituzione e fare in modo che il mio nome non venisse più associato con quest’ultima. Non è stata una decisione facile e presa alla leggera, ma credo che in quelle circostanze fosse la scelta più giusta per il bene di tutti. Anche se il mio dispiacere è grande, sono estremamente onorato di aver fatto parte della grande famiglia dell’Alta Badia e di aver potuto lavorare con un team di persone altamente competenti e che svolgono il proprio lavoro con gioia e professionalità. Rimango un fermo sostenitore del progetto e sono della convinzione che con queste persone il futuro del turismo della nostra vallata sia in buone mani.

Io sono sempre più convinto che la mala-informazione, fatti ingigantiti e amplificati dai media abbiano danneggiato il settore turistico molto di più che una quarantena non rispettata.

Se osservo la questione da un punto di vista obiettivo, sono sempre più convinto che la mala-informazione, fatti ingigantiti e amplificati dai media abbiano danneggiato il settore turistico molto di più che una quarantena non rispettata. Questa esperienza rappresenta per me un grande insegnamento, guardo al futuro con positività e ho gli obiettivi ben chiari e definiti per quanto riguarda il mio futuro professionale. Ricordiamoci che se il piano A dovesse fallire come in questo caso, l’alfabeto dispone di altre 25 lettere che rappresentano possibilità. Vorrei concludere queste mie considerazioni con una frase che mi rispecchia molto in queste settimane: “Quando sarai in cima, i tuoi amici sapranno chi sei. Quando toccherai il fondo, saprai chi sono i tuoi amici”.

Jan Paul Bernardi

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Peter Gasser Ven, 07/31/2020 - 10:15

“Quando sarai in cima, i tuoi amici sapranno chi sei. Quando toccherai il fondo, saprai chi sono i tuoi amici”:
Ja, wer diese Erfahrung machen muss, sieht die Menschen nachher anders.
Und er wird sich fortan mehr an den Taten der Menschen orientieren, als an dem, was sie sagen.
Die Entlarvung ist schmerzhaft, die Ernüchterung brutal.

Ven, 07/31/2020 - 10:15 Collegamento permanente
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evelin tschenett Ven, 07/31/2020 - 19:29

Lieber Jan-Paul, ich habe selbst drei erwachsene Kinder, zwischen 23 und 28 Jahren, stamme aus dem Vinschgau und persönlich bin ich überzeugt, dass die Mehrheit der Südtiroler/Innen die Vorgangsweise dir gegenüber auf das Gröbste verurteilt. Du hast einen Fehler gemacht? Wir machen alle Fehler und die meisten von uns weitaus Größere.

Ven, 07/31/2020 - 19:29 Collegamento permanente