Ambiente | trasporto pubblico

Sasa, certificato doc “all diesel”

Tutto diesel per almeno 5 anni, poi… boh? Su "emissioni zero" si spera nel Recovery Fund! Altrimenti sarà ancora gasolio. La politica? Assente su scelte strategiche.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: Michele De Luca

Avrei immaginato che la presentazione della carta dei servizi fosse un banale adempimento burocratico e la conferenza stampa poteva essere un formalità. Scorrendo però il documento di una sessantina di pagine, ci sono ben otto pagine che vorrebbero essere un auto-attestato per l’affermare del “quanto siamo bravi ad aver rinnovato la flotta” e, come detto in conferenza stampa, "ci invidiano per questo". Sarà...

Purtroppo i media non hanno riferito nulla di ciò che scriverò. Si leggano, ad esempio, gli articoli apparsi qui e qui. Come avvenuto in occasione della recente presentazione della “seconda rata” dei bus “ibridi” è stato ripreso solo quello che vien scritto nei comunicati ufficiali e, per la cronaca, in quelli in italiano e in tedesco le parole diesel e gasolio sono assenti preferendo furbescamente termini più soft come “emissioni basse” e “emissionsarm”, ancora banalmente “Euro 6”.

Però il tutto è una sòla comunicativa e di sostanza perché “si scrive ibrido ma si legge diesel”. Solo che mi sembra che i media proprio non vogliano approfondire il tema. Peccato, perché da scrivere ce ne sarebbe. O non lo si fa perché non si deve mai criticare Sasa? Sarebbe interessante saperlo.

Il ritorno al diesel con gli ibridi farlocchi

I numeri non mentono: Sasa ha, infatti, fatto un clamoroso passo indietro e si è tuffata nel “tutto diesel”, dimostrato dalla gara appena conclusasi. Alla mia domanda del perché i bus ibridi siano stati messi in una categoria a parte, quando sono, di fatto mezzi a gasolio, la risposta della d.g. è stata per certi versi stupefacente ma anche un sigillo su quanto letto e detto negli ultimi anni: sono stati messi nella categoria ibridi in quanto sono riconosciuti tali e quindi… non si dice che sono diesel e che, oltretutto, sono costati “un botto”. Bus diesel che rimarranno sul groppone adesso per almeno 12 anni, quindi fino al 2030/32.

Emissioni: due versioni radicalmente differenti, come mai?

Alla mia successiva domanda del perché Tper a Bologna abbia fornito dati differenti (vantaggio del metano sul diesel) rispetto a quanto scritto nelle delibere provinciali di finanziamento dei nuovi mezzi (le emissioni sarebbero uguali), la d.g. ha glissato elegantemente: loro hanno fatto una scelta di quel genere, noi abbiamo un “piano industriale di lungo termine”, cosa significhi questa affermazione, però, non si sa. In sostanza non ha risposto. Domanda retorica: quindi chi ha scritto qualcosa che non corrisponde alla realtà? Tper o la Provincia di Bolzano?

I responsabili e le responsabilità

Il silenzio del presidente pro tempore di Sasa è stato, a suo modo, indicativo. D’altronde, la responsabilità di certe scelte – scellerate – ricade pienamente in capo a chi per dieci anni ha fulgidamente occupato la “seggiola”, poi sui membri del CdA che hanno approvato certe scelte, su chi (chiaramente la Provincia grazie alle scelte avvallate da tal direttore di ufficio e poi di ripartizione, ora pure elevato a capo dipartimento di altro settore) ha imposto nel Consiglio di Sorveglianza tali scelte ai Comuni proprietari di Sasa che, ovviamente, non hanno che potuto altro che dire di sì non potenndo finanziare il rinnovo della flotta ed a cui la tipologia di trazione comunque non gliene importa ‘na cippa. Da qui la malcelata irritazione dei diretti interessati quando glielo si fa presente.

Il grafico non mente: “all diesel”e solo speranze per le “emissioni zero”

È il grafico della composizione della flotta che indica quale sia la situazione che si è annunciata e millantata negli ultimi anni di flotta a “emissioni zero”.

In sintesi:

  • fino al 2023 almeno la flotta sarà per un 90% a gasolio, quel numero costante di 100 dimostra come si mettano assieme bus ibridi Euro 6 e bus “puri” a gasolio Euro 6. Lo capiscono ora taluni soloni che hanno tuttora le “fette di prosciutto sugli occhi”?
  • dal 2024 dovrebbero arrivare dei mezzi ad emissioni zero, ma, attenzione, il tutto dipende dai finanziamenti e qui “casca l’asino”, anche questo ampiamente previsto poiché ne avevo scritto analizzando il Piano Economico Finanziario di Sasa allegato alla delibera della concessione in-house.

Idrogeno: presto fuori flotta i bus del progetto Chic, una botta di soldi pubblici per… nulla

La flotta ad idrogeno rimane costante, anzi diminuirà complessivamente. Alla domanda come mai al 2021 non compaiono più i cinque bus del progetto Chic ma solo i dodici del progetto Jive, praticamente i bus attuali, “prototipi che non hanno avuto un seguito di produzione quindi mancano i ricambi" anche se è stata allungata la manutenzione, quindi quella ordinaria. Di guasti paiono cominciare ad averne di seri da come mi è stato comunicato da fonte certa. Cosa se ne farà dopo, se verranno retrofittati come bus elettrici a batteria, non si sa. Alla mia precisa domanda non è stata data risposta.

Non risulterebbe incredibilmente alcuno sviluppo ulteriore della flotta a idrogeno, ma allora la “task force idrogeno Alto Adige” come può parlare di 660 autobus a idrogeno entro il 2030?

Flotta ad emissioni zero: NON ci sono i fondi, si spera nel… “Recovery Fund”!

Perché? Semplice. Gli e-bus sono carissimi, con buona pace di chi affermava che sarebbero diminuiti di prezzo come dimostra il prezzo a dir poco esorbitante degli otto bus elettrici dell’ultima gara e che dovrebbe indurre a riflettere sull’impiego delle risorse pubbliche in tal modo, e impongono soluzioni logistiche non semplici.

Intanto, per motivi di spazio, si è rasoiata la flotta a metano per far posto a quella a idrogeno… 12 mezzi rispetto alla sessantina a metano… geniale ma di certo si sono seguiti i “suggerimenti” provenienti da taluni uffici vicino al casello autostradale di Bolzano Sud a cui la politica provinciale si mette sempre a 90°.

E poi c’è il tema, spinoso, dei finanziamenti, tutt’altro che sicuri per i bus ad emissioni zero. Come già avevo evidenziato, nel Piano Economico Finanziario 2020-2029 di Sasa, i costi sono quelli sempre degli ibridi farlocchi a gasolio. Sarà la Provincia a dover mettere mano ai cordoni della borsa. Se l’assessore alla mobilità spera di avere i fondi dal “Recovery Fund”, si può capire come si stia continuando a millantare future flotte a emissioni zero quando… mancano i fondi per investimenti alternativi rispetto al puzzolio tanto amato in via Buozzi.

Obiettivo 2025 per il trasporto pubblico urbano del Piano Clima: ufficialmente affossato!

Il grafico comunque rappresenta chiaramente, come ho denunciato da anni, l’affossamento dell’obiettivo 2025 per il tpl urbano del “Piano Clima” approvato a giugno 2011 che prevedeva, per l’appunto, per il 2025 solo autobus a idrogeno, eltettrici e a metano. Su questo i diretti interessati tacciono spudoratamente. Con buona pace di chi, come l'ex assessore provinciale all'ambiente Richard Theiner, affermò tre anni fa in una conferenza stampa che il "Piano Clima" era (è?) considerata la "Bibel in Sachen Umwelt", affermazione ribadita dallo stesso assessore in uno scambio di mail con l'estensore di queste righe.

Politica disinteressata e assente sul tema tpl: perché?

Che sia una sconfitta clamorosa della politica su di un tema strategico è evidente, in particolare di coloro che sono di un tal… colore verdolino. Politica comunale incapace di proporre qualcosa di alternativo o di porre domande con i/le consiglieri/e comunali che hanno sempre accettato supinamente ciò che gli è stato detto loro dai vertici di Sasa nell’ultima dozzina di anni. Peraltro con i sindacati presenti in azienda che assai raramente hanno alzato pubblicamente, anche solo un pochino, la voce. Solo qualche graffiata in occasione di qualche incidente o guasto di mezzi vecchi. Il che dà adito a qualche idea di come possa esserci un certo "inciucio" azienda-rappresentanti dei/lle lavoraotori/trici.

“I nodi al pettine”

I “nodi sono venuti al pettine” di tutto quello che ho evidenziato e denunciato negli anni scorsi. Con buona pace di chi mi ha criticato, soprattutto dietro le quinte e lo so benissimo, ma che non ha mai avuto il coraggio di confrontarsi con me. Che tutto ciò avvenga in una società con proprietari pubblici nonché titolare di una concessione pubblica, dovrebbe dar adito a qualche riflessione, anche e soprattutto in campagna elettorale. Che non ci sarà, “as usual” perché è decisamente più facile far baccano su panchine, autovelox, cubetti di porfido ed altre amenità del genere.

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vilmo passadore Sab, 08/01/2020 - 13:05

Sig. De Luca, complimenti per tenerci aggiornati sul tema sasa, altrimenti dovremmo sentire solo le mirabolanti imprese di questi signori lautamente pagati per......???? Si, lo sappiamo, ce lo ripetono continuamente: siamo i più ricchi, i più belli, i più intelligenti, i più attenti alla natura...merito della provincia autonoma.
Per quanto riguarda sasa, non le sembra che "i dispositivi vocali" in funzione da inizio anno sui bus siano alquanto "fastidiosi" (puro eufemismo)?
Un articolo sull'alto adige di febbraio racconta che una squadra di tecnici sia al lavoro per eliminare l'inconveniente....altrettanto a fine giugno...Questa fantomatica squadra di specialisti all'opera dall'inizio dell'anno per non riuscire ad eliminare l'inconveniente? L'ufficio aria e rumore dice che non può farci nulla, la sasa non si degna di rispondere. Nel frattempo l'annuncio alla fermate si sente a 150-200 metri!!!! Sembra che la soluzione sia semplicemente una circolare da distribuire agli autisti, dato che lo stesso autobus, col cambio di turno dell'autista, cessi (o viceversa) di farsi sentire da via resia a piazza domenicani!!!!! Ma sembra che il problema sia del software mercedes....

Sab, 08/01/2020 - 13:05 Collegamento permanente
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Michele De Luca Sab, 08/01/2020 - 19:50

Grazie per l'apprezzamento.
Sulla questione dei messaggi vocali, mi sembra davvero singolare che non si riesca a porvi rimedio in bus costati 280mila € cadauno (quelli da 12 m) e strapieni di tecnologia. Una questione di software si risolve... se c'è la volontà di farlo.
Se Sasa non risponde alle Sue richieste, davvero non ci fa una bella figura. Soprattutto perché è una società in mano interamente pubblica e ora pure con una concessione data "in-house" senza gara e quindi dovrebbe essere "più vicina" alla cittadinanza, ma a quanto pare...

Sab, 08/01/2020 - 19:50 Collegamento permanente