Società | Disabilità

Mettere al centro la persona

Un caffè con Claudio Palmulli
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: Pascal Vullo

Ci incontriamo al Bar Principe ad Oltrisarco per un caffè. Arrivo in bici e Claudio Palmulli sulla sua sedia a rotelle.

Solo all'ultimo mi ha potuto confermare l'incontro perché qualche giorno prima ha avuto un incidente con un giovane ragazzino con il monopattino.

Il ragazzo era andato troppo veloce e per evitare una collissione Palmulli con la carrozzina è andato addosso a un muro ferendosi con il contraccolpo. Il risultato è una frattura alla spalla ed una ferita al piede. Ma Palmulli - invece di reagire con accuse - dimostra molta comprensione per il giovane ragazzo imprudente che, a parte uno spavento,  è rimasto illeso.

L'unico suo desiderio è che i monopattini vengano regolamentati definendo per esempio un'età minima per il loro uso. Parlare di mobilità è proprio il motivo per il quale ci vogliamo incontrare.

L'incidente appena avuto non lo scompone, Claudio mi conferma l'incontro e sarà lui ad offrirmi il caffè.

Ci siamo conosciuti un po' per caso su facebook probabilmente perché entrambi ci interessiamo di mobilità. Ci siamo scritti e ci siamo messi d'accordo per incontarci.

Sappiamo poco l'uno dell'altro, abbiamo il sospetto di venire da correnti politiche molto diverse, opposte, e ne avremmo presto avuto la conferma, ma prevale la curiosità di conoscersi.

Claudio Palmulli da tempo è un attivista impegnato per migliorare la situazine di persone con disabilità. Questo lo ha portato a impegnarsi in politica con un partito di estrema destra, che poi ha deciso di lasciare. Il motivo: "Ho avuto l'impressione che contava di più il partito che la persona" dice Palmulli. "Perché non parlarci e lavorare insieme su delle tematiche, anche se siamo di correnti politiche diverse?"
 

Mettere al centro la persona sarà il motto della nostra
conversazione

E quindi parliamo di disabilità e mobilità.
Secondo Palmulli i mezzi pubblici Bolzano funzionano molto bene. Bolzano è molto ben collegata. La mentalità degli autisti e il loro comportamento verso i disabili sono cambiati in positivo negli ultimi anni.

Rimangono comunque alcune criticità per la mobilità dei disabili che per la gente commune sono difficilmente percepibili. In via Peratoner e in Corso Libertà mancano i gradini per salire sui mezzi pubblici e alla stazione di Bolzano un albero in mezzo alla fermata ostacola la salita.
Vicino al Palaonda ed in via Claudia Augusta invece il marciapiede stretto crea problemi alle sedie a rotelle.

Oltra alla mobilità la richiesta centrale di Palmulli è la creazione di uno sportello unico per tutto quello che riguarda la disabilità in modo che i disabili possano evitare di dover andare in tanti uffici diversi e che l'acesso agli aiuti sia loro facilitato. Palmulli ha notato che gli impiegati degli uffici - presubilmente non essendo disabili e quindi non conoscendo in prima persona le problematiche legate alla disabilità - fanno fatica a dare il supporto a chi lo è. Per questo motivo Palmulli propone di impiegare un certo numero di disabili negli uffici competenti. Questo risponde anche ad un'altra problematica importante che affrontano tanti disabili: trovare un lavoro.

Bisogna anche menzionare che abbiamo punti di vista molto diversi per quanto riguarda tutta la tematica dell'immigrazione. Palmulli che riceve un aiuto di 435 € mensili (sarebbero 280 € a livello nazionale) critica le spese del governo per l'aiuto ai migranti e si sente sfavorito rispetto a loro.

Ma è Palmulli stesso che durante l'incontro dice che „non dovremmo finire nella logica di una guerra fra poveri".

Palmulli si è allontananto da qualsiasi colore politico perché ha visto che da politico di un certo orientamento non è riuscito a promuovere il suo scopo più centrale: migliorare la vita dei disabili. E quindi adesso sta cercando il contatto con persone che hanno obiettivi simili indiendemente dal loro colore politico.

Alla fine della chiacchierata arriviamo a un'importante conclusione: "la disabilità non conosce colore politico"

 

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Gabriel Fidenti Sab, 08/22/2020 - 14:58

Il genocidio nazista cominciò dai disabili. Certi esponenti di Casa Pound hanno tatuate croci uncinate e facce di Hitler.
I repubblichini consegnarono i disabili alle SS per bruciarli nei forni.
Che cosa dice in merito il signor Claudio?

Sab, 08/22/2020 - 14:58 Collegamento permanente