Politica | elezioni 2020

La Merano che verrà

Sicurezza, ambiente, mobilità: sono solo alcuni dei temi toccati dai candidati sindaco in corsa per le prossime elezioni comunali della città altoatesina. Una panoramica.
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Foto: wiki

Domenica 20 e lunedì 21 settembre 30.724 cittadini meranesi saranno chiamati alle urne per decidere le sorti della propria città da qui ai prossimi cinque anni. Le alternative presentate ai cittadini meranesi comprendono 12 liste per un totale di 9 aspiranti sindaco: Peter Enz per Die Freiheitlichten, Antonio Battisti per la Lega, Dario Dal Medico sostenuto dalle civiche Alleanza per Merano e la Civica per Merano, la coalizone composta da Verdi, Team K e Sinistra Ecosociale con a capo il sindaco uscente Paul Rösch, Giancarlo Bertocci con il Movimento 5 stelle, Daniela Rossi che torna candidata con il PD, la consigliera Campidell Reinhild per la Südtiroler Freiheit, La SVP che sceglie Richard Stampfl e infine Ilenia Nero, in solitaria per Fratelli d'Italia.

salto.bz, in attesa del dibattito che si terrà questa sera, sabato 5 settembre, all’Ost West Country Club di Merano, ha intervistato gli esponenti delle principali forze politiche scese in campo.

Paul Rösch (Verdi - Team K - Sinistra Ecosociale)

Ad aprire le danze è il sindaco uscente Paul Rösch che della propria amministrazione traccia un bilancio positivo (seppur con qualche piccolo rimpianto, come quello di non essere riuscito a portare a termine il progetto della biblioteca). La premessa è quella di non essersi insediato in giunta con la pretesa di fare una rivoluzione bensì di procedere passo dopo passo e portare avanti alcuni piccoli ma importanti miglioramenti. La soddisfazione più grande è sicuramente il lungo lavoro, fatto di dialogo attivo e coinvolgimento continuo della cittadinanza per la realizzazione del PUT ma anche i lavori che hanno interessato tutti i quartieri, in particolare quelli di Sinigo e San Vigilio, sia attraverso uno stanziamento di fondi del valore di 100.000 euro ciascuno per rispondere alle loro esigenze sia attraverso l’implementazione dei progetti europei. Il sindaco ricorda che negli ultimi anni la popolazione è aumentata e di conseguenza un adeguamento infrastrutturale si è rivelato necessario. Sul fronte sicurezza (pur sottolineando che la questione non vada ricondotta alla mera microcriminalità, rammentando per esempio l’escalation di violenza contro le donne registrata durante il lockdown) afferma di non potersi spingere oltre le proprie competenze, ricordando di aver aumentato l’organico della polizia municipale e il numero di telecamere che sul territorio cittadino supera il centinaio. Ma se è vero che l’essenziale è invisibile agli occhi ecco allora che Rösch rivendica l’importanza di quel lavoro sotterraneo reso possibile solo da un continuo, costante e meticoloso lavoro da parte dell’amministrazione e della cittadinanza: “Si tende a parlare sempre di hardware ma l’aspetto software è altrettanto importante” spiega a salto.bz .“La convivenza pacifica, la cultura, il rispetto dell’avversario e l’abbellimento del dibattito politico sono aspetti fondamentali. Bisogna prestare attenzione a come ci parliamo, a come ci relazioniamo tra noi, che si parli del bambino o dell’anziano, del povero o del disabile”.

 

 

Il primo cittadino rivendica una Merano modello europeo di convivenza e inclusione, unico nel suo genere che permette - nonostante le differenze - di sentirsi cittadini allo stesso livello e di attivarsi di conseguenza e in prima persona per il bene della propria comunità. Guardando con ammirazione la candidatura dell’amico Richard Stampfl per l’SVP, racconta con rammarico - prendendo d’esempio le scorse elezioni amministrative - di come la politica possa diventare un qualcosa di sporco in cui il dibattito politico viene ridotto a una mera denigrazione dell’avversario, anche con pesanti attacchi inerenti la sfera privata: “Un partito che basa la propria azione esclusivamente sulla demolizione dell’altro è indice di una mancanza di cultura politica, dove per un mero tornaconto personale vengono mandati in fumo progetti virtuosi per la città, che sarà l'unica a pagarne le conseguente. Questo fa male - continua - ma stiamo riuscendo comunque a raccogliere quello che abbiamo seminato in questi anni: quando l'opposizione era in grado di presentare una proposta interessante noi siamo stati sempre propensi a raccoglierla e riuscivamo a lavorare insieme. Questo è fare politica”.

 

Richard Stampfl (SVP)

L’imprenditore di successo Richard Stampfl è una delle importanti new entry nella scena politica cittadina. Ha accettato la candidatura per l’SVP per la comunanza di valori ma ribadisce e rivendica il fatto di essere indipendente. Il motivo? Lo spiega lui stesso: “L’indipendenza è sempre stato un fattore importante per la mia idea di politica, che si basa sui fatti e non sulle ideologie”.
Stampfl punta alla collaborazione con tutte le cosiddette forze politiche moderate ma esclude categoricamente ogni tavolo di lavoro con le frange più estreme, indipendentemente dalla famiglia politica di appartenenza. L’amicizia con Rösch non corrisponde però ad un’alleanza automatica in quanto ricorda che, nonostante vi sia una certa assonanza con i temi portati avanti dai Verdi, la coalizione comprende anche partiti come Team K e Sinistra Ecosociale che necessitano di una valutazione singola e indipendente. Le priorità assolute per il candidato sindaco della Stella alpina saranno il mantenimento dei posti di lavoro e scongiurare il tracollo economico perché la vera crisi, sostiene Stampfl, la vedremo tra qualche mese.

Per quanto riguarda il programma elettorale troviamo la questione ippodromo, la pulizia della città, la risoluzione del problema del traffico, la spinta alla digitalizzazione e l’ampliamento della fibra ottica. Un tassello importante per il mosaico cittadino è costituito anche dai mondi dell’associazionismo e dal volontariato per i quali non ci si deve limitare a un semplice grazie ma è fondamentale continuare a sostenerli.
Ma il vero obbiettivo è solo uno: “Qualora dovessi diventare sindaco, il mio sogno è arrivare al 2025 con i cittadini meranesi che dicono: qui sto bene e voglio continuare a viverci”.

 

Antonio Battisti (Lega Salvini)

Lo sceriffo è in città e porta il nome di Antonio Battisti. Dopo 40 anni di servizio in polizia, l’ex ispettore monta a cavallo e si lancia alla corsa verso le comunali. Lo fa in solitaria, come ogni sceriffo che si rispetti perché “volevamo portare un nostro programma serio, incisivo e solo nostro” muovendo delle critiche - neanche tanto velate - ai competitors dell’ala destra dell’arena elettorale. Da Fratelli d’Italia, un partito troppo mirato che avrebbe compromesso l’irrinunciabile principio dell’autonomia e del coinvolgimento della popolazione madrelingua tedesca alle civiche cittadine che soffrirebbero della debolezza di un partito valido solo a livello territoriale, prive di identità e talmente fluide, sostiene, che finiscono inesorabilmente con il creare eretici scenari governativi dove destra e sinistra siedono assieme (“ma che sono? ma che dovrebbero rappresentare? Boh”). Riferimenti al matrimonio Rösch - Alleanza per Merano puramente (e assolutamente) non casuali.
Fresco e ancora euforico della visita con annesso appoggio del leader maximo Matteo Salvini, Battisti ribadisce l’importanza di avere il suo sostegno, perchè godere dell’appoggio di un partito nazionale come quello della Lega significa farsi scudo della sua forza.
Neanche a dirlo, il cavallo di battaglia si chiama sicurezza. Le telecamere? poche per la sicurezza e troppe a non funzionare (“Bisogna aumentarle perche sono un deterrente: con tante telecamere il delinquente prima di commettere illeciti ci pensa due volte”). Le strade? Vanno illuminate maggiormente (“Con l’illuminazione si tolgono le condizioni ideali per il delinquente che sappiamo tende a nascondersi nelle zone più buie”).

 


Le persone sconosciute e sospette che hanno l’abitudine di gironzolare in una zona lontana dalla propria residenza avranno vita dura: con Battisti arriva il poliziotto di quartiere, un'unica persona che gli abitanti potranno riconoscere e sul quale potranno fare affidamento per riferire i propri problemi cosicché il poliziotto possa indirizzarli al comune e fungere così da collegamento. Viceversa egli potrà riconoscere chi degli avventori delle strade del vicinato è o meno un residente. Se il soggetto si rivelerà sospetto sarà semplice, secondo Battisti, provvedere all’identificazione e prevenire così i furti in appartamento. Infine bisogna applicare in toto il pacchetto sicurezza, in particolare il daspo urbano che consentirebbe, a suo dire, di ripulire la città.

Guai però a chiamarlo estremista: “Sebbene Richard Stampfl abbia affermato per ben due volte 'mai con la Lega' noi ci definiamo i moderati per eccellenza, il nostro problema - se così si può definire - è che difendiamo con convinzione le nostre idee”.

Al bando anche le accuse di razzismo, perché si tratterebbe solo di essere solo contro l’immigrazione clandestina e incontrollata: “Ma lei lo sa che siamo l’unico partito ad avere un onorevole nero? - ci ricorda puntualmente - Come facciamo ad essere razzisti se ci facciamo rappresentare pure da loro? Non ho i numeri alla mano ma qui c’è in atto un’invasione, non vogliamo che l’Italia intera si riduca a diventare un centro di accoglienza”.

 

Daniela Rossi (Partito Democratico)

Daniela Rossi, insegnante e con un passato da assessora e da consigliera di opposizione. La candidata sindaca per il Partito Democratico ha osservato fuori dai palazzi della politica le mosse messe in atto negli ultimi cinque anni da parte della giunta Rösch. Non nasconde l’apprezzamento per l'impegno e l’operato dell’ultima amministrazione, riconoscendo una certa dose di intelligenza nel puntare sull'implementazione di progetti già avviati e la lungimiranza nel non cancellare quanto messo in atto dai governi cittadini precedenti. Se i punti a favore riguardano soprattutto la questione ambientale, l’attenzione alle pari opportunità e all’edilizia scolastica non mancano alcune critiche ribadendo che, da cittadina, avrebbe voluto vedere maggior coraggio nel proporre e portare avanti tutta una serie di temi legati al campo della convivenza e della cultura. Decide così di tornare, possibilmente da protagonista, all’interno della politica cittadina: “Sono una persona che ama prendere decisioni e assumersi le proprie responsabilità, penso anche al monito di Don Milani che ricordava che la politica si basa sul restare insieme, condividendo e partecipando attivamente alla vita cittadina” racconta a salto.bz l’esponente dem. Non nasconde però nemmeno un certo timore legato all’ondata populista di destra che sta interessando anche Merano che l’ha spinta ulteriormente a candidarsi: “La nostra città non può essere consegnata a una politica che divide anziché unire e che continua a stigmatizzare le differenze di provenienza, linguistiche e culturali. Non c’è rancore e razzismo nel dna di Merano ma vedo tuttavia che gli slogan di Salvini e Meloni continuano ad avere presa” continua Rossi “si continua ad enfatizzare il nome di questi leader dimenticando però che si tratta di elezioni comunali la cui amministrazione non dipenderà mai da questi soggetti”.
Essere inclusivi per guardare ancora di più all’inclusione: l’aspirante sindaca ricorda che nella lista del Partito Democratico - che corre in solitaria - sono presenti sia entrambi i gruppi linguistici ma anche candidati provenienti da altri paesi perché “questa è Merano ed è così che è nata: per essere un luogo di scambio e incontro”.

Quello che Rossi auspica è ovviamente un buon risultato, ribadendo però che queste persone non si trovano in lista solamente per la loro provenienza ma anche “per le competenze e le professionalità che le caratterizzano e che potrebbero avere la possibilità di spendere finalmente anche nella vita pubblica”.

 

Dario Dal Medico (Alleanza per Merano - La Civica per Merano)

Nessuna contrapposizione e nessuno scontro con la controparte tedesca. Dario dal Medico rispedisce al mittente la convinzione di chi crede che egli basi la propria campagna elettorale sulla necessità di ritornare, dopo 15 anni, all’alternanza con un sindaco italiano: “Quello che vorrei evidenziare è che viviamo in questo territorio da 70 anni. È ora di dire basta ai muri, alle distanze e alle discriminazioni. Se ci sono delle forze politiche che basano la propria campagna elettorale su eventi passati vuol dire che sono anacronistici. Io non mi pongo come la possibilità di alternanza etnica a Rösch, mi pongo come una delle sue alternative”.
Sostenuto da La Civica per Merano e dall’Alleanza per Merano dell'assessore Nerio Zaccaria, il candidato ritiene quest’alleanza un ottimo segnale di unione in quanto le due liste civiche si sono impegnate per mettere in comune i propri valori e i propri progetti per la città: “Tutti hanno motivo per dividersi ma tanti hanno motivo per unirsi. Per fare questo c’è bisogno però di una grande forza perché è importante riconoscere quando diventa necessario fare un passo indietro.
Qualora le liste dovessero confermare i voti della precedente elezione arriverebbero a rappresentare la seconda forza all'interno del consiglio comunale ma, puntualizza, “in politica uno più uno non fa mai due, sarebbe bello confermare questi voti ma non ci può essere certezza. Quello che però è certo è che siamo diventati una realtà credibile e questo lo riconoscono anche i miei avversari”.
Sebbene nel lontano 2005 si fosse trovato tra le file di Forza Italia come candidato indipendente, Dal Medico ribadisce di non essere mai stato iscritto ad alcun partito. “Ho accettato questo incarico facendomi forza della mia indipendenza. L’amministrazione di un comune non deve essere sovradeterminata dalla segreteria di un partito, ma questo non significa arroccarsi nei confini della città, si può lavorare bene - se non meglio - anche con le strutture provinciali e regionali. Per cominicare basterebbe, a differenza di quanto fatto da quest'ultima amministrazione, essere presente ai vari incontri”.

 

 


Sul piatto di Dal Medico troviamo l'oramai onnipresente tema della viabilità che - sostiene - necessiterebbe di un approccio meno ideologico e più concreto: “A Merano devono convivere pedoni, ciclisti e automobilisti: non possiamo farli sparire. Le decisioni in materia di viabilità vanno inoltre a influenzare le attività commerciali, pertanto vanno prese in maniera consapevole”. Altro tema presente è la questione della gestione dei rifiuti, dell’attenzione alla popolazione che si fa sempre più anziana senza però dimenticarsi dei giovani, che “sono il nostro futuro”, fornendo loro soprattutto prospettive occupazionali. Sul fronte sicurezza ribadisce che non vuole né l’esercito per strada né tantomeno vigilantes di quartiere, non ritenendo la città ostaggio della criminalità organizzata.

Per la rassegna “la Merano che vorrei” tra gli ideali di Dal Medico troviamo una città a misura di anziani quanto di giovani, che devono essere incentivati a ritornare a vivere e a far vivere il territorio. Una città che continua a sostenere lo sport e che porta avanti imperterrita un progetto importante di inclusione: “Il mio sogno è quello di scambiare gli insegnanti madrelingua nelle diverse scuole perchè la lingua deve essere un veicolo e non insegnata per essere fine a se stessa”.

 

 

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Arne Saknussemm Dom, 09/06/2020 - 20:01

Ogni volta questa sceneggiata penosa ... uno più ridicolo dell'altro. Per gestire una città basterebbero dei buoni tecnici e basta. I partiti e i loro rappresentanti da anni hanno dimostrato di essere incapaci.

Dom, 09/06/2020 - 20:01 Collegamento permanente
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Martin Daniel Lun, 09/07/2020 - 10:04

In risposta a di Arne Saknussemm

chi dovrebbe scegliere questi tecnici? chi fissare i criteri del bando per la loro assunzione? quali dovrebbero essere questi criteri: più peso alla libera circolazione delle macchine inquinanti o azione contro il riscaldamento climatico? dove (a chi) togliere un parcheggio e dove posizionarlo? oppure lasciare tutto come sempre è stato? dove permettere di costruire e dove preservare lo stato attuale? quale e quanto sostegno alla cultura, ai giovani, ai più deboli? dove mettere un asilo, una scuola, una casa di risposo? in base a un calcolatore artimetico delle distanze medie esistenti basandosi sulla densità della popoplazione su ogni ettaro di abitato urbano? quali attività agevolare? come gestire lo spazio pubblico? a chi metterlo disposizione e a chi (a cosa) negarlo?
chi se non l'elettore con la sua scelta di partiti e candidati può e deve prendere queste decisioni? oppure preferisce che siano robot o gli algoritmi a decidere le sorti delle città? o magari la sapienza e coscienza individuale di suddetti tecnici?

Lun, 09/07/2020 - 10:04 Collegamento permanente
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Anna Gumileva Lun, 09/07/2020 - 15:12

In risposta a di Martin Daniel

Man könnte wirklich jeden Satz widerlegen. Welchen Interessengruppen gehören Politiker an? Schauen Sie sich Landespolitik an, Gemeindepolitik in Bozen oder Brixen und auch anderswo, ohne jetzt Meran ausdrücklich zu nennen. Schauen Sie sich (einige, nicht wenige) politische Vertreter an, bitte. Es ist viel Geschwurpel, politichese in Ihren Beiträgen.

Lun, 09/07/2020 - 15:12 Collegamento permanente