Politica | L'intervista

“Bolzano non sia più immobile”

Davide Costa, candidato sindaco di Futuro Bolzano, sulle potenzialità inespresse del capoluogo, l’universo giovanile, e l’evergreen-sicurezza alias “il grande bluff”.
Davide Costa
Foto: Davide Costa

salto.bz: Costa, ex esponente dei 5 stelle poi passato al gruppo misto in consiglio comunale, geometra, candidato sindaco della lista civica Futuro Bolzano/Zukunft Bozen con la quale correrà alle elezioni comunali del 20 e 21 settembre: lei non ha fatto sconti all’amministrazione Caramaschi in questi anni dai banchi dell’opposizione, e ora in campagna elettorale non risparmia giocoforza continue stoccate (dai problemi della viabilità al Lido gestito male) alla giunta, a mezzo social, ma dica la verità, sarà stata mica un disastro assoluto questa legislatura?

Davide Costa: Lo voglio dire chiaramente: il sindaco Caramaschi, vista anche la sua passata esperienza da city manager del Comune, è una persona competente. Non scordiamoci che l’amministrazione pubblica deve fare i conti con i numeri e i bilanci, e in questo senso nulla da dire sui risultati raggiunti in questa legislatura. Quello che contesto sono invece alcuni investimenti, specie su determinate opere, e non solo viabili. Penso per esempio allo stadio Druso, costruito all’interno di un quartiere residenziale senza un parcheggio e che potrebbe avere pesanti ripercussioni per i residenti, anche in termini di limitazioni alla mobilità.

Anche sulla gestione dell’Hotel Città ha avuto da ridire.

La mia domanda è: questo hotel genera utili o perdite? Ma mi chiedo anche: quante ristrutturazioni sono state fatte dal ’97 a oggi? Quante manutenzioni straordinarie e qual è stata l’entità dei costi? E dall’altra parte: quanto ha incassato il Comune dai vari gestori? Valutati tutti questi fattori si traccia poi un bilancio. La questione è soprattutto questa: visto che oggigiorno si tagliano sempre più risorse per i cittadini, in particolare per le fasce deboli, gli anziani, i disabili, e anche i giovani, è ancora opportuno che il Comune si occupi di quell’albergo facendo concorrenza agli altri imprenditori? Vede, in questa città c’è tanto da migliorare ed è necessario confrontarsi per dare una spinta a una città per certi versi immobile. Bolzano ha delle potenzialità enormi che però sono inespresse.

A cosa si riferisce quando parla di potenzialità inespresse?

Ci sono vari interventi che possono essere messi in atto, dal potenziamento delle piccole e medie imprese a quello delle attività economiche e quindi del commercio, snellendo la rigidità urbanistica con la quale molti commercianti si trovano ad avere a che fare. Un programma innovativo serve anche per l’ambito culturale e il turismo. Un recente studio dell’unibz condotto insieme all’IDM piazza Bolzano, rispetto alle città di Trento, Merano, Innsbruck e Salisburgo, all’ultimo posto come presenza turistica. Bisognerebbe puntare a una riorganizzazione dei musei, non è accettabile per esempio che i turisti rimangano ore in coda per Ötzi. Se si riorganizzano gli ingressi, scaglionandoli durante la giornata, il turista può approfittare di quella finestra di tempo per dedicarsi allo shopping, cosa che dopo tre ore di fila difficilmente avrà voglia di fare, o potrebbe andare a visitare altri musei, come quello di arte moderna e contemporanea che è in parte inutilizzato e invece potrebbe ospitare più opere di giovani artisti.

In questa città c’è tanto da migliorare ed è necessario confrontarsi per dare una spinta a una città per certi versi immobile. Bolzano ha delle potenzialità enormi che però sono inespresse

A proposito di giovani, un punto focale del vostro programma, quali opportunità individua per evitare il brain drain?

Noi portiamo avanti il nostro progetto di città aperta ai giovani. Ne abbiamo incontrati tanti di lingua italiana e tedesca per uno scambio di idee. A Bolzano c’è una situazione di disoccupazione molto elevata, parliamo di quasi il 14% dei giovani che non ha un lavoro. E questo è un dato grave. L’allarme lavoro è una priorità, tanto più dopo gli effetti della pandemia di Covid-19. Vogliamo cercare di sostenere i giovani imprenditori per un certo periodo di tempo - che vada oltre l'anno - attraverso le startup per esempio, fino a che non diventano autonomi. Il problema delle startup è proprio che nascono, ricevono dei contributi e vengono seguite solo nel primo anno di vita, ma la maggior parte di queste realtà hanno bisogno di due, tre anni prima di affermarsi.

In concreto a che tipo di sostegno pensate?

Non a contributi pubblici, piuttosto vogliamo creare un terreno fertile per le loro attività imprenditoriali, e quindi mettere a disposizione spazi liberi a costo zero, dato che peraltro molte strutture comunali e provinciali sono vuote, inutilizzate. Penso ad esempio all’ex ufficio del catasto in via Duca d’Aosta che potrebbe essere rigenerato, senza grande sforzo, in uno studentato. Dal punto di vista degli spazi fruibili vogliamo lavorare molto con la Provincia. Dobbiamo inoltre poter sostenere i giovani attraverso lo snellimento della burocrazia ma anche con le re-start up, ci sono molte aziende artigianali che stanno chiudendo a Bolzano perché pur avendo clienti non trovano più manodopera per mandarle avanti. Bisogna partire dalla scuola per poter indirizzare i giovani verso certe attività. E a proposito di istruzione la nostra università trilingue, per quanto valida, ha ancora parecchio margine di sviluppo e su questo occorre insistere. Ancora molti neolaureati scappano da Bolzano perché qui non c’è sufficiente lavoro. Vogliamo offrire nuovi master sul territorio negli ambiti più peculiari per quel che riguarda l’Alto Adige, il turismo o la cucina per citarne alcuni; e creare un volano per la tecnologia e informatica. E poi vanno favorite le occasioni d’incontro attraverso l’attivazione di iniziative a livello culturale e artistico.

A Bolzano c’è una situazione di disoccupazione molto elevata, parliamo di quasi il 14% dei giovani che non ha un lavoro. E questo è un dato grave

Parliamo dell’inflazionato tema della sicurezza, costantemente al centro di dispute elettorali e politiche. Lei ha definito la campagna elettorale che centrosinistra e centrodestra stanno facendo sull’argomento un grande bluff, perché?

A Bolzano ci sono situazioni di disagio sociale evidenti. Penso ad esempio alla povera gente che si ritrova a dormire sotto i ponti e che deve essere aiutata. Detto questo reputo la campagna elettorale di Caramaschi e Zanin sul tema sicurezza un grande bluff perché da una parte c’è la giunta comunale attuale che ha speso 18 milioni di euro, destinati alla riqualificazione dei quartieri e alla sicurezza delle periferie cittadine, tutti in centro storico. Dall’altra c’è il centrodestra che parla per slogan, con il ritornello del “prima gli italiani”, e promette che una volta al governo della città ci sarà più sicurezza, eppure sono già passati due anni da quando sono entrati in consiglio provinciale e l’unica uscita dell’assessore della Lega Bessone sul tema è stata di voler mettere delle guardie davanti ai palazzi provinciali. E intanto la popolazione resta senza progettualità. Intendiamoci, Bolzano è una città ancora molto sicura, però la percezione di insicurezza è aumentata e bisogna perciò lavorare al fianco dei cittadini, coinvolgendoli in mirati progetti di quartiere.

Cosa propone?

Più illuminazione sulle strade, l’accompagnamento di fasce deboli in orari particolari, colonnine sos, penso per esempio ai prati del Talvera che nelle ore notturne possono diventare più pericolosi. Tutto ciò in stretto contatto con la prefettura e la questura.

Reputo la campagna elettorale di Caramaschi e Zanin sul tema sicurezza un grande bluff

Il referendum sul tram, di cui è stato promotore, le ha dato una certa visibilità, sarà in grado di sfruttarla in questa tornata elettorale?

Non so dire se la questione tram mi porterà vantaggi o svantaggi, quel che è certo è che abbiamo deciso di promuovere il referendum per consapevolizzare le persone sulle scelte del proprio territorio e sugli investimenti che l’ente pubblico a volte sceglie di fare con i soldi dei cittadini. Dopo la consultazione molti ci hanno spronato a proporci come forza politica - una lista civica libera ideologicamente, e svincolata dai blocchi partitici tradizionali - in questa competizione elettorale.

Per trovare un progetto affine al suo è dovuto “arrivare” fino a Trento, allacciando una collaborazione con un altro ex pentastellato, Filippo Degasperi e la sua lista Onda civica…

Premessa: non c’è alcun asse con la lista di Degasperi ma appunto una collaborazione, partita dal fatto che purtroppo i capoluoghi delle due province che sono all’interno della stessa regione sono sempre stati lontani seppur geograficamente così vicini. Penso a Trento che ha un’università più blasonata della nostra e una cultura internazionale che a Bolzano manca e che noi vorremmo portare nella nostra città creando un centro multiculturale mistilingue. Siamo una lista nuova, con un progetto innovativo e un programma di ampio respiro, che richiederà almeno un paio di legislature per essere messo in pratica. Il nostro intento è quello di dare un segnale alla politica e nel contempo far sapere alla cittadinanza che c’è una parte attiva e competente della città che tiene a questo territorio e che vuole portare avanti a piccoli passi alcune opere, e con i classici schieramenti partitici non saremmo riusciti a farlo in maniera libera come invece stiamo facendo in questi mesi. Poi, certo, non escludo che ci potranno essere accordi politici.

Avete cioè già fatto un ragionamento su chi appoggiare a un eventuale ballottaggio?

Lasceremo liberi i nostri elettori, perché raccogliamo nella nostra lista persone di lingua tedesca e italiana, e la nostra lista civica rappresenta diverse ideologie. Però, anche se tra di noi abbiamo idee politiche diverse, quando parliamo di cosa ha bisogno Bolzano siamo sempre tutti d’accordo, e questo è quello che conta.