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Evitare il salto nel buio

Perché votare NO al referendum sul taglio dei parlamentari: intervenire su un singolo aspetto senza un disegno complessivo porterebbe conseguenze nefaste.
Donatella Trevisan
Foto: Facebook/Trevisan

La riforma costituzionale che siamo chiamati a confermare o rigettare con il referendum è la peggiore che potesse venirci proposta. La ragione è molto semplice: intervenire su un singolo aspetto (il numero dei e delle parlamentari) senza un disegno complessivo in cui iscrivere tale misura è come diminuire la portata di un impianto idroelettrico senza aver adeguato tutto il sistema. Le conseguenze saranno nefaste.
Se poi il motivo principale per cui si interviene è quello della “riduzione dei costi” e il risparmio che si ottiene è risibile – 1 Euro all’anno pro capite – siamo chiaramente di fronte ad una farsa. Altrettanto privo di fondamento è l’argomento della presunta “maggiore efficienza” del Parlamento sfoltito. Senza un intervento sui regolamenti parlamentari, il taglio produrrà semmai un effetto contrario.
Va infine sottolineato che persino i fautori del sì sono concordi nell’affermare che la riforma avrebbe bisogno di una serie di “correttivi” (ad esempio la modifica della legge elettorale). Se una cosa ha bisogno di essere corretta, vuol dire che contiene errori. Ma perché allora portarla comunque avanti? Tanto più che sui “correttivi” da apportare non v’è alcuna certezza, né per quanto riguarda i contenuti, né per quanto riguarda i tempi. Un salto nel buio, insomma.

Si cavalca l’onda “anti-casta” e “antipolitica” senza curarsi delle conseguenze che tale misura avrà sulla nostra già traballante democrazia

Vediamo quindi i motivi principali per cui la riforma proposta va rigettata con un NO.

  1. Riducendo il numero dei parlamentari si riduce la rappresentanza. Avremmo 1 deputato ogni 150.000 abitanti (oggi ogni 95.000) e diventeremmo così il fanalino di coda europeo. Inoltre, la drastica riduzione del numero dei senatori determinerebbe la mancanza di rappresentanti provenienti dai territori più piccoli. Sarebbe infine molto più difficile garantire la pluralità della rappresentanza (donne, giovani, minoranze, territori, diversità di estrazione sociale ecc.), anche per la provincia di Bolzano.
  2. Riducendo il numero dei parlamentari si fanno inceppare i lavori di Camera e Senato. Senza una modifica dei regolamenti parlamentari, la sola riduzione del numero renderebbe più difficile il lavoro delle commissioni, che costituisce il vero lavoro parlamentare.
  3. Riducendo il numero dei parlamentari si aumenta il potere dei partiti. In presenza dell’attuale sistema di cosiddette “liste bloccate”, aumenterà ulteriormente il potere decisionale dei vertici dei partiti nella scelta dei futuri parlamentari, mentre diminuirà quello delle elettrici e degli elettori.
  4. Riducendo il numero dei parlamentari si aumenta il potere dei governi. Già oggi, con l’ingente ricorso ai decreti legge, il Parlamento spesso si trova a far da semplice notaio alle decisioni del governo. Con la riduzione del numero dei parlamentari sarà ancor più semplice ricorrere al Parlamento come ad un “votificio”, facendolo diventare il mero esecutore delle volontà della maggioranza. Il peso delle opposizioni sarà ulteriormente ridotto.

È chiaro che l’intento perseguito con il taglio del numero dei parlamentari è un intento meramente populista. Si cavalca l’onda “anti-casta” e “antipolitica” senza curarsi delle conseguenze che tale misura avrà sulla nostra già traballante democrazia. Il facile argomento del “taglio dei privilegi” viene proposto e riproposto come un mantra fine a se stesso, e dunque vuoto di reale significato. Marco Pannella diceva che a volte bisogna rischiare di essere impopolari per non essere antipopolari. Questa è una di quelle volte.

 

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Salto User
Manfred Gasser Mer, 09/16/2020 - 19:09

Aber irgendwann muss sich irgendwie irgendetwas ändern, warum nicht mit diesem Schritt anfangen? Was die berüchtigte Vertrauensfrage angeht, ist es wohl egal, wieviele Parlamentarier da sitzen und abstimmen, so lange diese demokratische Notlösung für jede zweite Abstimmung missbraucht wird.

Mer, 09/16/2020 - 19:09 Collegamento permanente
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Martin Aufderklamm Mer, 09/16/2020 - 20:04

Non si tratta di calvalcare l'onda l'anticasta, ma di iniziare a fare qualcosa. Perchè di parole ne sono già state spese abbastanza.
Poi tutto è perfettibile, ma se aspettiamo la perfezione non ci muoveremo mai di una virgola.

Mer, 09/16/2020 - 20:04 Collegamento permanente
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Martin Daniel Mer, 09/16/2020 - 20:55

L'argomento del populismo anticasta equivale a quello dell'invidia sociale quando si parla di categorie professionali esentasse e lautamente sovvenzionate con danaro pubblico.
Quello di cui l'Italia ha bisogno é uno choc endemico (non esterno come il covid o una crisi economica mondiale) che dia la spinta a muoversi da quella che gli psicologi chiamano "comoda miseria". Fra il rischio di derive autoritarie e quello di rimanere incastrato nell'immobilità economica, sociale, ecologica e mentale con un debito pubblico che continua a crescere confidando che i partner europei si accolleranno un'altra volta l'indebitamento italiano vedo quest'ultimo nettamente più probabile.
Poi in specifico appaiono pretestuosi e privi di sostanza i 4 argomenti adotti contro la riduzione del Parlamento:
1. Die Provinz Bozen würde gerade einmal 15% der Vertreter verlieren, während des restliche Staatsgebiet 36,5% zurückschraubt.
2. Die Geschäftsordnungen der Kammern sind kein Naturgesetz und würden selbstverständlich umgehend angepasst.
3. Nicht nachvollziebar, denn bei blockierten Listen entscheidet so oder so die Parteileitung, egal ob es nun 600 oder 400 Kandidaten sind, die italienweit in die Wahlkreise entsandt werden.
4. Richtig, der missbräuchlichen Verwendung von Vertrauensfrage und Gesetzesdekreten Aufmerksamkeit zu schenken. Die aber heute schon die Rolle des Parlaments aushöhlt. Das wird nicht durch eine zahlenmäßige Veränderung der Kammern bestärkt, dem könnte aber durch eine künftige Arbeits- und Aufgabenteilung zwischen den beiden Kammern effizienter entgegengewirkt werden. Bei der aktuellen Dopplung ALLER Tätigkeiten, von jeder einzelnen Fachkommission bis zur Vertrauensfrage im Plenum, braucht es nicht 945 Parlamentarier.
Infine, il peso dell'opposizione dipende dal sistema elettorale, dai regolamenti parlamentari e dall'efficacia del suo lavoro mentre la riduzione oggetto del referendum non altera per se la relazione (numerica) fra maggioranza e opposizione. C'é il forte sospetto che il vero argomento non sia stato nominato e cioè il fatto che forze politiche minuscole come i radicali troverebbero maggiore difficoltà a ottenere seggi in un parlamento numericamente ridotto. Posizione sacrosanta ma argomentazione fuorviante.

Mer, 09/16/2020 - 20:55 Collegamento permanente
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Diego Nicolini Gio, 09/17/2020 - 08:25

Preoccupante la malafede o l'ignoranza funzionale del non saper fare una semplice divisione aritmetica da seconda classe primaria: se nel nuovo parlamento vi saranno 600 parlamentari, come è possibile che ve ne sia uno ogni 150.000 abitanti? Se poi non vi è la minima conoscenza dell'Italia figuriamoci dei paesi esteri ed in effetti ogni dato qui sopra scritto è oggettivamente falso, in quanto anche dopo il taglio resteremo una delle nazioni con più rappresenanti eletti. Al di là delle fake verificabili, ed anche a prescindere di come sarà il risultato referendario, mi preoccupa il livello bassissimo di conoscenza del diritto e delle dinamiche politiche da parte di tanti nostri cittadini e quindi di come sia facile manipolare le informazioni.

Gio, 09/17/2020 - 08:25 Collegamento permanente
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Martin Daniel Gio, 09/17/2020 - 14:01

In risposta a di Diego Nicolini

A dir il vero, l'autrice parlava solo di "deputati". Chiaramente non fa senso confrontare il solo numero dei deputati con quelli dei parlamentari nelle altre nazioni europee visto che da noi i senatori fanno la "istessa medesima cosa" dei deputati e vanno quindi sommati a primi. Per cui, come Lei giustamente fa notare, l'Italia che attualmente vanta un parlamentare eletto ogni 63.500 abitanti dopo un eventuale taglio vedrebbe salire questa cifra a 100 mila, di certo non uno dei rapporti peggiori quanto a rappresentanza nel panorama europeo...

Gio, 09/17/2020 - 14:01 Collegamento permanente
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Klaus Hartmann Gio, 09/17/2020 - 08:38

Dal documento firmato da 183 costituzionalisti che spiegano le ragioni del NO:
"È illusorio, in conclusione, pensare alle riforme costituzionali come ad azioni dirette a causare shock a un sistema politico-partitico incapace di autoriformarsi, nella speranza che l’evento traumatico possa innescare reazioni benefiche. Una cattiva riforma non è meglio di nessuna riforma. Semmai è vero il contrario."
Il link al testo integrale della lettera:
https://www.huffingtonpost.it/entry/referendum-183-costituzionalisti-di…

Gio, 09/17/2020 - 08:38 Collegamento permanente