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Roma e il “caso Bolzano”

Finisce sul tavolo del governo la questione delle aziende chiuse in Alto Adige non coperte dai ristori. Corrarati (Cna): “Dalla Provincia né risposte né garanzie”.
Palazzo Chigi
Foto: Wikipedia-James Gose

Filo diretto con Roma per portare all’attenzione dell’esecutivo nazionale il caso delle aziende chiuse in Provincia di Bolzano, dichiarata zona rossa in anticipo rispetto al governo e pertanto non coperta dal decreto legge Ristori Bis.

Claudio Corrarati, presidente di Cna Trentino Alto Adige, ha illustrato al presidente di Cna nazionale, Daniele Vaccarino, la situazione che riguarda molte aziende. Per primi, in una situazione già conclamata ormai da 10 giorni, i parrucchieri, fermi in Alto Adige per effetto dell’ordinanza provinciale che dichiara tutto il territorio zona rossa, ma non inseriti nell’elenco ATECO dei beneficiari del decreto Ristori Bis perché l’ultimo dpcm del primo ministro Conte prevede che i parrucchieri, in zona rossa, stiano aperti, mentre i centri estetici sono chiusi. Altre categorie rientreranno nella fattispecie delle aziende prive di ristoro per effetto del lockdown rigido, più duro di quello previsto dal dpcm, scattato sabato 14 novembre in Alto Adige.

La Cna nazionale vuole che il “caso Bolzano” diventi emblematico delle problematiche nate con i lockdown su base comunale, provinciale e regionale, asincroni rispetto a quelli nazionali, motivo per cui Vaccarino ha già posto la questione al ministro per lo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, mentre domani, martedì, ne parlerà al premier Giuseppe Conte.

Contiamo di smuovere le acque a Roma sul problema ristori

“Dalla Provincia non abbiamo avuto né risposte né garanzie. Comprendiamo che c’è tanta preoccupazione per l’emergenza sanitaria ed è in atto uno sforzo titanico per sottoporre a test quasi tutta la popolazione, in merito al quale chiediamo massima chiarezza per i lavoratori autonomi. Con l’intervento di Cna Nazionale, intanto, contiamo di smuovere le acque a Roma sul problema ristori” auspica Corrarati.

“Se il castello normativo con dpcm e ordinanze territoriali mostra flessibilità e capacità di risposta immediata sul versante sanitario e di protezione civile - osserva il presidente regionale dell’associazione degli artigiani - non altrettanto si può dire sul castello normativo di dpcm e decreti legge Ristori, che fotografano situazioni senza rapide possibilità di adeguamento. C’è la necessità che i semafori delle zone rosse, arancioni e gialle, accesi o spenti dalle Regioni e dalle Provincie, siano assistiti dall’accensione immediata di aiuti. O si cambia il quadro nazionale, oppure le Regioni e le Province autonome devono anticipare la liquidità e l’integrazione salariale necessaria agli imprenditori e ai lavoratori delle aziende chiuse, in attesa delle modifiche nazionali e di eventuali storni dal governo. Idem - conclude - con le scadenze fiscali, siano essi saldi o acconti, da sospendere, rinviare o perfino annullare. Altrimenti aumenteranno le persone disperate che manifesteranno in piazza”.

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Georg Holzer Lun, 11/16/2020 - 13:46

Mir Südtiroler san anfoch di Besten, obo gottseidonk gibt's nächstes Wochenende an Grippe Massentest mit Nosn-Rochnabstrich fir olla, wer wuass wos des kostet, hoffe fir monche Politika gibs zusätzlich a an Gehirnmassentest um herauszifen ob no wirklich olls zomme passt... zusätzlich a Führerscheinnochprüfung mit a extra Froge zi di Ompelfarben.... und wenn nor olls positiv isch, terfnse, missnse odo mir schicknse endlich in Quarantene. (Scherz Over)

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