Società | Lettera aperta

Il ricatto della DAD

Sono favorevole ai test ma non ad un sistema discriminante che divida gli alunni. La scuola è e deve essere per tutti alle stesse condizioni. Senza discriminazioni.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
DAD
Foto: Walter Donegà
Egregio Sig. Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano,
mi permetto di inviarle questa lettera aperta per alcune osservazioni relative agli screening obbligatori degli studenti "pena" la DAD. Premetto che in linea di principio sono d’accordo e in accordo con mia moglie lasceremo che nostro figlio che frequenta la seconda media venga sottoposto al test. Mi domando però se questa sia una soluzione eticamente corretta e soprattutto se questa è la migliore delle soluzioni possibili.
La sua ordinanza prevede che chi non verrà sottoposto al test debba seguire la famigerata didattica a distanza creando così un vero e proprio aborto didattico composto da classi in parte in presenza e in parte in videoconferenza. La DAD in sé si è rivelata uno strumento inefficace per come è stata frettolosamente concepita un anno fa all’inizio della pandemia. Gli strumenti ci sono ma quello che manca è il metodo didattico. La scuola non era pronta ad un cambiamento del genere. Per passare dalla didattica in presenza alla didattica a distanza non bastano uno o più software. Serve una didattica diversa che, a differenza di un software, non può essere realizzata in poche settimane. Per non parlare dell’aspetto tecnico. Lo scorso anno la DAD ha trovato impreparati sia genitori che insegnanti. Connessioni di rete insufficienti, hardware inadeguato, situazioni famigliari complesse. Chi ha più figli ed inoltre deve lavorare a distanza si trova a dover condividere banda e computer con altri membri della famiglia. Il divario digitale ha creato classi con ampie diversità tra studenti. Non so se lei ha mai avuto modo di vedere dal vivo una lezione in DAD in una scuola secondaria. Una lezione vera intendo, non una ideale messa in piedi per compiacere. Gliela racconto io dato che oltre ad essere genitore sono anche collaboratore esperto in materia presso un istituto scolastico di Bolzano. In una lezione di 45 minuti i primi 5 minuti e a volte più si perdono per attendere l’arrivo di tutti. Chi non ha ricevuto il link, chi non legge le email, chi ha solo whatsapp, ecc. Finito l’appello inizia la consueta richiesta da parte dell’insegnante di attivare le videocamere. Qui iniziano altri problemi, videocamere che non si attivano e poi quando si attivano consumano banda e la connessione rallenta tutto. Per farla breve un insegnante tipicamente fa lezione di fronte ad uno schermo con tanti simboli sullo schermo e pochi volti. La lezione prosegue poi con una piccola percentuale di alunni che seguono e altri che non prestano la dovuta attenzione. Altro fattore da considerare sono le assenze. Ci sono degli studenti che in DAD non ci sono mai o quasi. Non in tutte le famiglie le situazioni sono come gli spot del “Mulino Bianco”. Si potrebbe parlare poi anche delle oggettive difficoltà tecniche di alcuni insegnanti ma quello che dopo un anno si può tranquillamente affermare è che la DAD non è scuola. La DAD è una strumento di emergenza che va usato con assoluta parsimonia. È un palliativo, un surrogato di scuola. Funziona con studenti più adulti ma non certo con gli adolescenti. Non è adatta per studenti che frequentano la scuola dell’obbligo. È uno strumento tecnico che per funzionare necessità di programmi didattici specifici che però non esistono.
La DAD comporta inoltre una presenza di un adulto per certe fasce d’età. Non si può pretendere che un ragazzino di 10 anni abbia già sviluppato delle competenze informatiche e delle responsabilità tali da potergli permettere di gestire in autonomia il flusso di videolezioni giornaliere nonché le varie comunicazioni, ma soprattutto la mancanza di uno standard didattico uniforme.
Ogni volta che si parla di DAD da parte di voi amministratori sembra che sia una valida alternativa ma non lo è e la colpa è soprattutto vostra che in un anno non avete fatto nulla per risolvere anche solo parte di questi problemi. Il fatto che esistano i software non significa che ci sia anche una soluzione didattica. In un anno non è cambiato nulla da questo punto di vista.
La soluzione di subordinare l’effettuazione del tampone alla scuola in presenza creerà soltanto ulteriori divari nonché problemi. Come può un insegnante gestire contemporaneamente alunni in presenza e alunni in videolezione? È una impresa difficile e didatticamente improduttiva. Cosa penseranno poi i ragazzi gli uni degli altri? Già ora sui social alcuni genitori cominciano a levare gli scudi contro questo sistema e altri invece lo plaudono. Chi con toni pacati, chi con la solita pesantezza verbale tipica delle diatribe politiche che vede mettere l’oppositore alla gogna.
Grazie al sistema che avete pensato ci andranno di mezzo solo i ragazzi, pagheranno loro tutte le conseguenze sia didattiche che psicologiche. In un anno non siete stati capaci di trovare delle soluzioni valide per la scuola. Non avete avuto la lungimiranza di capire che non sarebbe durata poco questa pandemia. Tutto è stato gestito come se fosse destinato a durare ancora qualche settimana. Ma siamo a punto e a capo. Siete ancora convinti, nonostante sia stato smentito da più autorevoli fonti, che la scuola sia fonte di contagio. Anche se fosse mi domando allora perché non avete migliorato i protocolli? Non è forse il comportamento fuori dalla scuola il colpevole? La scuola è un bene primario, l’istruzione vale come l’alimentazione, forse più. I supermercati sono sempre rimasti aperti e perché non le scuole? State a discutere sterilmente su categorie professionali da chiudere e riaprire a seconda delle pressioni delle varie categorie di settore e di fronte a quello che è il fulcro principale della formazione di un essere umano non sapete dare soluzioni. Mi auguro che sentiate tutto il peso di questa enorme sconfitta. La scuola non è solo un obbligo è un dovere e un diritto e deve essere garantita per tutti con le stesse condizioni. Le vostre scelte dimostrano che così non è. Gli investimenti fatti per la scuola sia a livello statale che locale sono stati fatti male perché i risultati non ci sono, è un dato di fatto. Invece di continue limitazioni e ordinanze restrittive mi aspetterei di sentire accelerazioni sul fronte vaccinale. Mi aspetterei che troviate soluzioni valide per permettere a tutti di tornare a scuola in presenza in sicurezza, non ibridi e inutili accrocchi. Soprattutto non dopo un anno.
Francamente non credo che sul fronte scuola sia stato fatto abbastanza e qui non ci sono e mai ci potranno essere ristori che possano anche solo parzialmente compensare ciò che stiamo togliendo ai nostri figli.
Si può fare di più, dovete fare di più. Io non so come, non è il mio lavoro, ma come padre, insegnante e cittadino vi invito a trovare le soluzioni e a destinare tutte le risorse che avete a disposizione per far in modo che tutti gli studenti possano frequentare la scuola in sicurezza e in presenza, senza condizioni di sorta.
Buon lavoro.
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Massimo Mollica Gio, 03/25/2021 - 19:30

Qualcuno ha letto in queste righe una proposta concreta? Avete almeno capito come si sarebbe dovuto fare? Le critiche sono tutte comprensibili, ma sono state scritte delle alternative fattibili? Durante la guerra sotto le bombe non c'era dad che tenga. Queste cadevano e non guardavano in faccia nessuno. Tecnicamente siamo in guerra e di caduti ve ne sono stati parecchi. Detto tutto questo perché un bambino non può fare un tampone nasale? Qual'è il motivo reale? Se avessi un figlio non potrei sottrarmi e se per caso lui non volesse gli ingsegnerei che la vita non è quasi mai facile! Che ci saranno volte che ti farà piangere. E tra le poche cose per le quali potrà scegliere ci sarà quella di vedere negli altri se stesso, la stessa dignità. Oppure di scegliere di non vedere nessuno, pensare solo ai propri porci comodi.

Gio, 03/25/2021 - 19:30 Collegamento permanente
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Martin Koellen… Gio, 03/25/2021 - 20:06

In risposta a di Massimo Mollica

Guerra? Non sia ridicolo! Questa è la natura, di cui fanno parte vita, malattia e morte. Ogni anno da noi muoiono 4400 persone. Covid è una malattia nuova, che ha aggiunto le sue vittime quest' anno al decorso naturale. Triste per chi se ne è andato prima e in primis per i suoi familiari; ma il paragone alla guerra, con intere generazioni mandate a morte certa, donne violentate, bambini orfani, e non parliamo delle altre monstruosità a cui è capace l'essere umano...

Gio, 03/25/2021 - 20:06 Collegamento permanente
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Manfred Klotz Ven, 03/26/2021 - 07:37

In risposta a di Martin Koellen…

Massimo Mollica ha scritto "tecnicamente siamo in guerra", parto dal presupposto che lei non sappia che "tecnicamente", nella lingua italiana è uno stilema che ha valore di attenuante.
Ridotto all'essenza, a metafora qual è, il paragone non è fuori luogo: c'è un nemico che attacca con le armi che ha a disposizione e c'è una parte che si difende per non essere sopraffatta. Sempre se non vogliamo perderci in Haarspaltereien. Just my two cents.

Ven, 03/26/2021 - 07:37 Collegamento permanente
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pérvasion Sab, 03/27/2021 - 10:19

In risposta a di Manfred Klotz

Krieg zweimal, Gefallene einmal, aber um die Anzahl geht es nicht, es geht um die Implikationen dieser Metapher.

Ich lasse Ihnen noch ein weiteres Zitat da, von Frank-Walter Steinmeier: »Nein, diese Pandemie ist kein Krieg. Nationen stehen nicht gegen Nationen, Soldaten nicht gegen Soldaten. Sondern sie ist eine Prüfung unserer Menschlichkeit. Sie ruft das Schlechteste und das Beste in den Menschen hervor. Zeigen wir einander doch das Beste in uns!«

Ich denke damit ist es wirklich gut auf den Punkt gebracht, denn Krieg steht im Widerspruch dazu, einander »das Beste in uns« zu zeigen.

Sab, 03/27/2021 - 10:19 Collegamento permanente
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Walter Donegà Ven, 03/26/2021 - 08:51

In risposta a di Massimo Mollica

Non è il mio compito quello di proporre alternative. Non sono né un politico, né un tecnico. Mi spiace tu non abbia colto il senso dell'articolo. Posto che tu intenda coglierlo. Non mi oppongo assolutamente al test (prime 2 righe), dico solo che questo non deve creare disparità. Ma non avedo un figlio non credo tu possa capire appieno le motivazioni.

Ven, 03/26/2021 - 08:51 Collegamento permanente
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ceteris paribus Gio, 03/25/2021 - 20:29

Anche a me non piace il paragono con la guerra - non è nemmeno necessario.

Sicuramente la DAD ha delle criticità enormi, forse qualche spunto viene dato anche qui.

Però, se leggo che un insegnante, pagato anche nell'anno scorso in modo corretto e puntualissimo, come nulla fosse, faccio fatica quando dice: "Io non so come, non è il mio lavoro, ma come padre, insegnante e cittadino vi invito a trovare le soluzioni". Invece è anche il suo mestiere fare delle proposte praticabili al suo dirigente, visto che anche le scuole hanno certe possibilità di organizzarsi. Abbiano capito quasi tutti che la videolezione non significa una lezione contemporanea con quella in presenza.....
Cito un scienzato: "Jammern schafft Gemeinschaft" e aggiungo, non trova soluzione. Forse è voluto proprio così.

Alla fine mi permetto di chiedere: Ma che senso ha un appello all'inizio di una lezione, ma stiamo scherzando? Che spreco di energia e tempo. La piattaforma genera automaticamente una lista di presenza, ma che roba.....

Gio, 03/25/2021 - 20:29 Collegamento permanente
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Cristina Bonvicini Ven, 03/26/2021 - 08:29

Condivido appieno. La nostra scuola ci ha fatto sapere che a chi dice no al tampone non garantisce la dad. La possono fare solo in caso di compresenza. Notizia saputa il pomeriggio di ieri con consegna dell'assenso/diniego stamattina venerdì 26 marzo.

Ven, 03/26/2021 - 08:29 Collegamento permanente
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Valerio Borghesi Ven, 03/26/2021 - 11:49

Buongiorno. Mi chiamo Valerio Borghesi, così non mi nascondo dietro il nickname. Marito di una insegnante nelle primarie, padre di una ragazza in prima liceo, affidatario di una bambina alle elementari (mi viene di chiamarle ancora così): da un anno la DAD la vedo ogni giorno.
Faccio solo una considerazione: la scuola, tutta, è precipitata nel marasma del Covid, forse più che altri settori. E più e prima di altri settori, ha dovuto mettere in atto una digitalizzazione forzata - e soprattutto la capacità di usarla - in tempi rapidissimi. In un Paese per altro digitalmente ancora molto indietro.
Tutti abbiamo delle difficoltà con la DAD, genitori, insegnanti, Dirigenti, e studenti.
Il test? Forse anche quello non è organizzato nel più perfetto dei modi. Però, forse, cerca di migliorare le cose. Non combatte il virus, certo, però dice che i ragazzi entrano in una scuola sicura. Mica poco, no?
Grazie.

Ven, 03/26/2021 - 11:49 Collegamento permanente