Ambiente | l'inchiesta

Lupo, ecco tutte le cifre

Nel 2020 uccise 96 pecore, in totale sono 27.500. Negli ultimi tre anni sono 26 le richieste di contributo degli allevatori per le misure di protezione.
lupo
Foto: Stefan Borkert/Museo scienze Alto Adige

Da una parte c’è l’Europa, che con la direttiva Habitat mira a "salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali" e quindi tutela la presenza del lupo nell’arco alpino, almeno fino a quando non giudicherà che sia sufficientemente diffuso. Dall’altra ci sono gli allevatori altoatesini che fin dal momento della ricomparsa del primo esemplare, ne chiedono l’eliminazione totale. Non solo: i contadini non ritengono sensata ed economicamente sostenibile la difesa attiva delle loro pecore e capre. Pertanto, negli ultimi tre anni, solo 26 malghe su 1.750 (ma quelle che alpeggiano solo pecore sono 280) hanno richiesto contributi per le misure di protezione. E neanche a dirlo ora è la Provincia a intervenire con grandi recinti costruiti a valle e a monte, in economia diretta. In mezzo, sul campo, ci sono gli animali che si muovono nel loro habitat, predatori e prede. E i numeri dicono che nel 2020 sono state uccise dai lupi 96 delle 27.500 pecore che brucano l’erba dei pascoli altoatesini. Nel frattempo sugli spalti le posizioni delle due tifoserie si allontanano sempre di più. Ogni attacco viene documentato con foto splatter dal quotidiano Dolomiten, suscitando allarme ed esasperazione fra chi si sente vicino agli allevatori, ed indignazione e livore fra quanti pensano che il lupo stia facendo semplicemente il lupo, e che i contadini avrebbero tutti gli strumenti per potersi difendere, ma preferiscono i massacri (cit.) ai recinti.

Gli attacchi del lupo

Per oltre un secolo, come si legge nel Dossier Lupo dell’Eurac il territorio altoatesino è stato privo di lupi stanziali: l'ultimo esemplare era stato abbattuto nel 1896 in val di Funes. La presenza storica del lupo in Alto Adige è però testimoniata, oltre che da fonti bibliografiche, da parecchi toponimi quali, "Col dal Lupo" (Wolfbüchel), "Lupara di sopra" (Oberwolfgrube), "Maso del Lupo" (Wolfenhof) e tanti altri. I primi esemplari provenienti da est e da sud, secondo i dati forniti dall’Ufficio caccia e pesca, sono arrivati nel 2010/2011. Ora sono tra 15 e 25 e si muovono tra Trentino e Alto Adige, in due o tre branchi. In questa pagina internet della Provincia si possono vedere, morso dopo morso, tutti gli attacchi (compresi quelli dell’orso), ma anche i semplici avvistamenti. Appare un poco fuorviante, comunque, che vengano incluse anche le predazioni di selvaggina. In sintesi, la dimensione reale dell’allarme lupo è la seguente: 96 pecore predate, 2 capre e 1 mucca, nel 2020. Nel 2019: 92 pecore e 19 capre, nessuna mucca. Ecco la tabella completa, con i relativi indennizzi:

 

Solo per completezza, visto che l’Ufficio caccia e pesca ha fornito i dati relativi, di seguito anche le predazioni dell’orso.

 

Come si vede, per ogni capo ucciso, i contadini ottengono circa 190 euro di indennizzo. Quelle che si vedono negli alpeggi sono quasi sempre pecore da carne e quindi destinate alla macellazione, non a produrre latte. I prezzi con cui vengono acquistate variano a seconda dei periodi ma solitamente gli ovini vengono battuti all’asta per massimo 100 euro a capo. 

Stando anche a quanto ha affermato l’eurodeputato Herbert Dorfmann, il volto politico del pianeta-contadini, per gli allevatori che subiscono le predazioni delle pecore c’è anche un aspetto emozionale. Il fatto è che la Provincia è disposta a finanziare al 100% (di solito non si va oltre l’80%) tutte le misure di protezione, compresa l’installazione di recinti elettrici, che hanno un altissimo grado di impenetrabilità. Ma non solo: vi sono fondi per i cani da guardiania e per pagare i pastori che accudiscono le greggi.

Negli anni 2018, 2019 e 2020 sono state presentate all’Ufficio economia montana 30 domande di agevolazione per le misure prevenzione per la protezione degli animali al pascolo sugli alpeggi. Sono stati previsti circa 250.000 euro di contributi. 17 domande sono state liquidate (per circa 80.000 euro) 7 misure di protezione non sono state realizzate, 6 domande di contributo devono ancora essere collaudate e quindi liquidate (per circa 56.000 euro). Dal momento che gli allevatori, per varie ragioni, non lo fanno è scesa direttamente in campo la Provincia. Nel 2018 e 2019 la ripartizione foreste ha realizzato 3 progetti in amministrazione diretta che riguardano infrastrutture per la protezione di mandrie e greggi: recinti, recinti elettrificati, trasporto di materiale, abbeveratoi, per un totale di circa 100.000 euro.  Per quest’anno è prevista la realizzazione di ulteriori 6 progetti in amministrazione diretta per una somma di circa 325.000 euro

Gli studi a volte sono di parte, a volte sono imprecisi, ma qui riferiamo che in Emilia Romagna sembra che le misure di prevenzione abbiano fatto ridurre le predazioni di oltre il 90%.  Invece, in Alto Adige, visto che da un secolo si è abituati a “spedire” le greggi sui pascoli in primavera e a riprenderle a fine estate, si preferisce proseguire così. “Per i lupi è come andare in una pasticceria, possono scegliere il dolce che preferiscono”, dice un tecnico. Il fatto è che i contributi europei non dovrebbero essere semplicemente visti come un’integrazione del reddito (in Alto Adige è rara la figura dell’allevatore puro, si tratta quasi sempre un Nebenarbeit) ma dovrebbero servire anche per pagare i pastori, i cani, i recinti. Per chi ci si addentra per la prima volta quella dei contributi Ue (che peraltro non sono gli unici) è invece una specie di giungla. Si parla di cifre considerevoli, su cui torneremo in dettaglio nelle prossime settimane. Intanto eccone alcune.

La giungla dei contributi europei

La premessa è: i contadini, in particolare quelli di alta montagna, svolgono un lavoro preziosissimo per tenere la "montagna" viva e popolata. E quindi l'Europa prevede il finanziamento di molte delle loro attività. Fino all’anno 2019 era in vigore ad esempio il premio d’alpeggio all’interno del Piano di sviluppo regionale. Questo premio era a superficie e prevedeva un carico di 0,4 UBA/ha (unità di bovino adulto per ettaro) sia per bovini, equini o ovini/caprini. Dal 2015 è entrata in vigore la Domanda Unica (DU) anche per pascoli “consortili” di interessenze o enti pubblici quali i comuni. Questo premio a superficie prevede un carico minimo di 0,1 UBA/ha e si aggira intorno a 190/200 euro all’ettaro di pascolo. Il pascolamento può essere fatto con bovini, equini, ovini e caprini. Stante la grandezza media dei pascoli le cifre si aggirano in media sui 35.000-40.000 euro all’anno. Ma ci sono anche alcuni proprietari di grandi pascoli che ottengono alcune centinaia di migliaia di euro all'anno.  All’interno della Domanda Unica esiste una cosa strana che si chiama premio accoppiato per diverse categorie di animali. Anche la “rimonta” degli ovini (acquisizione di animali giovani da monta) è soggetta a premio se i requisiti vengono rispettati. L’ammontare del premio è "di 23,41 euro per agnella di rimonta".  Nell’anno 2019 in Alto Adige sono stati alpeggiati 27.455 capi ovini (non vengono conteggiati animali sotto l’anno di vita). La stragrande maggioranza della malghe alpeggia diversi animali, bovini, ovi-caprini e equini. Solo circa 280 le malghe che alpeggiano pecore con greggi in media di circa 100 capi.

Si diceva dei Fondi europei, che sono di diverso tipo e quasi tutti cumulabili. Tramite il Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga) per il Premio alpeggio erano stati previsti 7 milioni di euro per i sette anni del periodo europeo. La Provincia, attraverso l’organismo pagatore, ne ha già versati 11,5, milioni, mettendo dal proprio bilancio la differenza di 4,5 milioni. Sempre con il Feaga alla voce zootecnia per 60.000 capi, 4.500 richiedenti hanno avuto 7- 8 milioni all’anno. Esiste anche il Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale (Feasr) per il quale vengono stanziati circa 40 milioni annui su 11 misure (366 milioni nel settennato) che coprono all’incirca tutto lo “scibile” agricolo. Per circa 4.300 ettari di pascoli sono stati pagati circa 1,2 milioni di euro a 3.000 richiedenti. Per i 68.000 ettari di alpeggi 3.800 richiedenti hanno ottenuto circa 17 milioni.

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Massimo Mollica Ven, 06/04/2021 - 13:10

Secondo le statistiche "ogni anno in Alto Adige/ Südtirol circa 600 donne" cercano protezione da violenze. E' evidente che il "lupo" abiti in casa. Che poi lupo is new migrante! E complimenti per la quantità di soldi che percepiscono! Sono sinceramente felice per loro.
Detto questo credo che sia inultile perdere tempo a discutere o scrivere alcuna argomentazione. Non serve.

Ven, 06/04/2021 - 13:10 Collegamento permanente
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Christian I Ven, 06/04/2021 - 15:04

"...svolgono un lavoro preziosissimo per tenere la "montagna" viva e popolata." Sará per questo che io evito le nostre montagne e ricordo con un forte batticuore le selvatiche montagne del Canada e della Tasmania.
Interessante che l'autore scriva montagna tra virgolette: forse anche lui ha capito che montagna é qualcosa di diverso dai parchi giochi sovraffollati ai quali siamo abituati alle nostre latitudini.
E infine mi associo ai complimenti del sig. Mollica; sono rimasto a bocca aperta a vedere quelle cifre...

Ven, 06/04/2021 - 15:04 Collegamento permanente