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Quanto conviene il teleriscaldamento?

Costi di allacciamento ammortizzati in 8 anni e poi risparmi tra il 10 e il 20%. Vettorato: "Possibili ulteriori incentivi". Ecco una simulazione per un grande condominio
termosifone
Foto: Comune Bz

Da subito si riducono le emissioni di CO2 ma il risparmio in bolletta, che varia tra il 10 e il 20%, arriva dopo aver ammortizzato i costi di installazione, in circa 8 anni. Un tempo abbastanza lungo. Il principale dilemma per una famiglia bolzanina che deve decidere se essere a favore di un allacciamento al teleriscaldamento è forse unicamente questo. Una volta completato il mega sforzo di posa in opera della rete la sfida per la politica sarà quella di trovare il modo di convincere i cittadini ad allacciarsi. Attualmente lo hanno fatto solo 83 condomini. Alperia, come si è visto, si dice comunque soddisfatta, l’assessore Giuliano Vettorato sostiene che il numero “non è male” ma in realtà in una città 108.000 abitanti il numero di caldaie spente, tra qualche anno, dovrà essere molto superiore. Solo per realizzare la rete, per dire, sono stati investiti 60 milioni di euro. Per avere maggiori adesioni sembra inevitabile che debba intervenire la Provincia con incentivi ad hoc. “Stiamo facendo delle valutazioni a riguardo”, ammette Vettorato.

Abbiamo chiesto ad Alperia di fare una simulazione di costi di allacciamento per un condominio di 120 appartamenti con una potenza installata di 400 kw (quattro caldaie a metano da 100 kw). Le  variabili sono molte per cui le cifre sono puramente indicative. Per un impianto del genere si stima un consumo medio annuo di circa 50.000 mc di gas. La spesa annuale, comprensiva di spazzacamino e manutenzione è, stando bassi, di circa 36.500 euro all’anno.

Un condominio del genere per allacciarsi al teleriscaldamento spende circa 34.338 euro. Per fare il calcolo del costo annuale è necessario conoscere lo stato dell’impianto esistente ed in particolare, per poter determinare il fabbisogno del condominio in termini di kWh/anno, il rendimento medio annuale della caldaia esistente. Con un ipotesi di rendimento dell’impianto del 90% - quindi abbastanza nuovo – si arriva a una spesa di 33.910 euro all’anno, con un risparmio del 10% sui costi annuali. Pertanto a seconda del rendimento dell’impianto il risparmio annuale può variare dal 5 a 20% rispetto ai costo attuali e del 30% nel caso di impianti a gasolio.  Inoltre, essendo il termovalorizzatore di Bolzano qualificato e incentivato dal GSE come impianto a fonte rinnovabile nella misura del 51% dell’energia prodottagli utenti possono beneficiare del credito d’imposta direttamente in fattura.

In un contributo pubblicato nella Community di salto.bz da parte delle associazioni Cova Contro e Ambiente e Salute (qui il link) viene evidenziato che chi firma un contratto di teleriscaldamento ha “l'obbligo di riconsegna del fluido trasmittente ad una temperatura massima di 55 gradi centigradi”. Questo, secondo le due associazioni, può rappresentare “un problema notevole per tutti quegli impianti che riscaldano gli ambienti attraverso i classici termosifoni. Questi impianti sono stati progettati e realizzati per temperature di sistema difficilmente compatibili con le condizioni poste nel contratto di teleriscaldamento”.

“Nel contratto – spiega Günther Andergassen di Alperia -  è effettivamente previsto che il cliente si impegna a garantire una temperatura di ritorno non superiore ai 55 °C; è una condizione standard presente nella maggior parte dei teleriscaldamenti. Questa condizione è molto importante poiché ha notevoli impatti ambientali nella gestione della rete; consentendo infatti una differenza di temperatura elevata tra mandata e ritorno, permette di trasportare più energia termica facendo al contempo circolare meno acqua, con notevole risparmio energetico sull’energia di pompaggio e sulle perdite di rete. Inoltre permette di posare tubazioni di diametro inferiore che impattano meno nel sottosuolo cittadino sia durante i lavori di scavo che per un futuro utilizzo del sottosuolo per ulteriori sottoservizi”.

Detto questo però, secondo Andergassen “non è assolutamente vero che questa condizione rappresenti un limite per gli impianti con termosifone, finora non abbiamo mai riscontrato alcun problema a riguardo. È sufficiente che il cliente provveda ad un semplice ribilanciamento idraulico del sistema secondario, cosa che gli permetterà inoltre di ottimizzare i flussi e risparmiare ulteriore energia sia termica che elettrica. Il cliente è bene comunque che sia seguito da un professionista termotecnico che verifichi i lavori di adeguamento necessari, senza però sovrastimarli come ogni tanto avviene, e per questo i nostri tecnici sono sempre disponibili per un confronto”. A Bolzano, però,  si sono verificati due casi in cui per motivi tecnici (tipologia di riscaldamento secondario e vetustà dell’impianto) “non è stato possibile in nessun modo per il condominio rispettare i 55°C di temperatura sul ritorno, in quel caso è stata fatta comunque una deroga al contratto, dopo aver verificato con nostro personale la reale impossibilità di raggiungere i 55°C”.

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Claudio Campedelli Lun, 06/28/2021 - 09:57

Come autore dell'articolo citato nel testo volevo precisare, senza entrare in polemica ma con un forte richiamo alla criticità che sono legate al teleriscaldamento che:
1) «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma» (Antoine-Laurent de Lavoisier). Questo vale anche per l'energia termica fornita dal teleriscaldamento. L'energia primaria che viene utilizzata dal sistema di teleriscaldamento di Bolzano è il metano (cogenerazione di energia termica ed elettrica) e la plastica (bruciata nell'inceneritore). Non vi è traccia (se non in minima parte) d'energia rinnovabile. I famigerati risparmi d'emissione sono probabilmente quelli dello studio dove la combustione della plastica nei rifiuti viene considerata come energia rinnovabile.
Si ricorda che anche l'ASTAT aveva tentato di classificare l'energia trasformata dall'inceneritore di Bolzano come energia rinnovabile. Solo grazie all'intervento dell'Eurostat l'ASTAT ha dovuto reificare questa affermazione. Successivamente l'ASTAT ha inventato una nuova classificazione di questa energia: non fossile e non rinnovabile. Tanti saluti a Antonie.
2) I problemi che si possono manifestare allacciando il proprio impianto di riscaldamento a quello del teleriscaldamento vanno analizzati con attenzione. Affidarsi ai tecnici del fornitore del teleriscaldamento potrebbe essere poco prudente. Nell'articolo che avevo scritto indicando un tecnico di fiducia quale persona che potrebbe portare ad una soluzione.
3) Sarebbe utile pubblicare i dati precisi del sistema di teleriscaldamento di Bolzano. Dalle fonti primarie dell'energia utilizzata dal sistema, le perdite, l'energia utilizzata per funzionamento, ecc., fino a quella a valle del contatore del cliente. Le affermazioni in merito ai presunti risparmi energetici dovrebbero essere resi pubblici. Una nostra richiesta in tale direzione non ha portato a un chiarimento. Solo così si possono fare delle valutazioni serie. Il resto è propaganda.
4) Purtroppo a Bolzano i condomini sono restii a isolare (anche se sono disponibili importanti aiuti da parte dello stato) il proprio immobile. Perché (dal punto di vista ambientale) spingere sull'allacciamento al teleriscaldamento e lasciare gli immobili un colabrodo energetico?
5) Una persona ha commentato l'articolo che ho scritto:
"…
Il teleriscaldamento può essere competitivo con il riscaldamento centralizzato, dove lo scambiatore di calore prende il posto della caldaia. Paradossalmente, però, più un edificio e' efficiente meno conviene il teleriscaldamento.
…"
Sarebbe interessante una spiegazione di questa affermazione.

Lun, 06/28/2021 - 09:57 Collegamento permanente
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Gianguido Piani Lun, 06/28/2021 - 10:55

In risposta a di Claudio Campedelli

sono l'autore del commento citato. Il mio testo completo iniziava con "Il teleriscaldamento e' una delle poche tecnologie realistiche per un uso razionale dell'energia primaria, in particolare se il calore e' prodotto in impianti a cogenerazione."
Quanto intendo dire e' che ogni tecnologia ha costi fissi iniziali (in questo caso caldaia o scambiatore di calore), costi fissi ripetuti nel tempo (i contributi di rete) e costi variabili (la quota energia). L'economicita' di una soluzione dipende dal confronto di questi aspetti lungo un determinato periodo di tempo. In generale, meno si consuma e piu' incidono i primi due aspetti. Per questo nel mio contributo iniziale indicavo che sarebbe bene portare confronti realistici, tendendo conto di tutte le variabili. Da questi si possono valutare i tempi di ritorno dei diversi investimenti. Ed e' proprio qui che - paradossalmente - l'efficienza energetica complica il calcolo e rende meno interessante il passaggio da una tecnologia a un'altra. Le opzioni da considerare sono: (1) solo efficienza, doppi vetri, cappotto termico ecc., (2) efficienza e passaggio al teleriscaldamento o (3) solo passaggio al teleriscaldamento. Quali sono i costi iniziali e in quanto tempo si ripagano le diverse soluzioni?

Lun, 06/28/2021 - 10:55 Collegamento permanente