Società | Intervista

"Io ferito? No, però quanta solidarietà"

Parla Don Paolo Zambaldi dopo gli insulti ricevuti i giorni scorsi per via del suo sostegno al DDL Zan: "È il conservatorismo della chiesa a legittimare una certa destra"
Don Paolo Zambaldi
Foto: Screenshot-youkando.it

“La messa è finita: andate in pace". Per chi della chiesa è - o è stato - un habitué questa frase non suonerà di certo nuova. È un po’ come la campanella scolastica, quella che ti scandisce il tempo e che ti avvisa quando arriva il momento di sciogliere le fila. Ma per Don Paolo Zambaldi questa frase si dipinge di un contorno diverso dal semplice mantra, se non altro ben più colorito e più precisamente a tinta arcobaleno.
“Sabato e domenica esporrò la bandiera arcobaleno a sostegno del disegno di legge e nell’omelia sottolineerò l’assurdità della posizione vaticana” e ancora: “Andiamo tranquillamente a messa ma sfoggiando una mascherina e una borsa rainbow. A chi provoca con le minacce diplomatiche, rispondiamo provocando col sorriso”. Tanto è bastato scrivere al sacerdote bolzanino per essere messo nuovamente alla gogna, specie via social e su alcuni media ben direzionati politicamente, come il Primato Nazionale, quello che si scrive (o meglio scrivono) “plurisettimanale online indipendente” ma si legge “organo di stampa dei neofascisti di Casa Pound”. 

Ma cosa ne penserà il diretto interessato di tutta questa vicenda? salto.bz è andata a chiederglielo.
 

salto.bz: Padre Zambaldi, nuovamente sotto i riflettori. Che dice, le sono mancati?

Don Paolo Zambaldi: Sinceramente ne avrei fatto volentieri a meno. Non è la prima volta, certo, ma trovo fastidiosa questa tendenza del dover prendere e considerare sempre e solo l’aspetto scandalistico di una cosa rispetto all’attività che uno porta avanti tutti i giorni dell’anno.

La sua la possiamo dunque considerare una semplice provocazione?

La definirei più un’offerta che qualcuno, se voleva, poteva cogliere. Era rivolta ai fedeli e serviva a lanciare un segnale pacifico e sempre con il sorriso, a favore di una riflessione più ampia e aperta rispetto a questi temi. Ci tengo comunque a ricordare che questa iniziativa non è partita da me, ma è nata grazie all’intuizione del progetto Jonathan, un network che in Italia raduna diversi gruppi cristiani, e cattolici in particolare, LGBTQ+. Sono singoli e famiglie che in seguito alla dura presa di posizione contro il DDL Zan da parte di una parte del mondo cattolico hanno deciso di dare un segnale.

Quello che però mi ha fatto piacere, a fronte di questi attacchi violenti, molto stupidi e altrettanto gretti, è che dall’altra parte ci sono stati molti segni di solidarietà e vicinanza.

 

A proposito di posizioni dure. Il Vaticano, in una mossa da fare invidia allo stesso avvocato Azzecca Garbugli, pur di bloccare il Ddl Zan e attraverso il segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato monsignor Paul Richard Gallagher, ha recentemente consegnato una nota all’ambasciata italiana in cui si sostiene che il disegno di legge violerebbe dal punto di vista giuridico alcune parti del concordato tra Stato Italiano e Chiesa Cattolica. Rispetto a questa mossa senza precedenti, qual è la sua posizione in merito?

Premetto una cosa, ovvero che le leggi possono essere modificate e migliorate. In ogni caso l’approvazione del DDL Zan in questo periodo storico è assolutamente necessaria. Non si sta imponendo niente a nessuno, si tratta semplicemente di tutelare persone che purtroppo continuano a subire attacchi, violenze e discriminazioni. Come cristiani siamo chiamati a seguire l’esempio di Gesù di Nazareth, che non ha mai escluso né messo alla porta nessuno, rifiutando al contrario i comportamenti di odio e violenza contro le persone. Ma al di là di questo, io penso semplicemente che sia una norma di civiltà. 

È per questa sua affermazione che si è visto travolgere i giorni scorsi da un’altra ondata di fango. Se lo aspettava?

Ah, guardi, ormai nell’era dei social network a queste vicende siamo tragicamente abituati. Come dicevo prima, mi è già successo ma la cosa non mi ha ferito nè lasciato preoccupato in modo particolare. Quello che però mi ha fatto piacere, a fronte di questi attacchi violenti, molto stupidi e altrettanto gretti, è che dall’altra parte ci sono stati molti segni di solidarietà e vicinanza. Tante persone, pubblicamente e privatamente, dentro e fuori la chiesa, mi hanno dimostrato il loro sostegno. 

Più che dalla sfera religiosa però, la maggior parte degli attacchi sembra venire da una certa parte politica, in particolare quella che va a braccetto con la destra neofascista...

Le due cose si intrecciano. Una certa destra politica sfrutta alcune tematiche, o meglio alcuni spunti che possono venire da un certo conservatorismo che appartiene alla Chiesa, per costruirci sopra la propria battaglia politica. È un aspetto particolarmente grave quello che vede la Chiesa opporsi a norme che estendono i diritti e tutele perchè in questo modo si dà una legittimazione sacra e religiosa a questo tipo di persone e atteggiamenti. In questo modo l’omofobo, il violento si autoassolve dicendo che in fondo la Chiesa dice lo stesso.

Devo dire che queste semplificazioni,  come quella del prete di sinistra, non mi sono mai piaciute

 

Qualche richiamo dai piani alti?

Io e il mio vescovo siamo stati in contatto in questi giorni. Mi ha chiesto dei chiarimenti, voleva conoscere il tipo di iniziativa e chiedere conto del tipo di modalità che ero intenzionato ad utilizzare. Dopodichè un certo margine di manovra all’interno della nostra Chiesa è possibile, anche quando hai posizioni differenti.

Insomma, è riuscito a fargli dormire sonni tranquilli?

Diciamo che era preoccupato, almeno questo è quello che ho capito io, della ricaduta che avrebbe potuto avere la vicenda e sul fatto che una liturgia potesse venire strumentalizzata. Quello che gli ho detto io è che non solo l’ho mai fatto ma che mai e poi mai mi sognerei di strumentalizzare una liturgia. Questo però non toglie nulla al fatto che all’interno di una messa, e ancor di più all’interno delle nostre comunità cristiane, tematiche come il rispetto e l’attenzione ai diritti fondamentali devono essere portate avanti, anche quando si discostano dalla galassia del mainstream.

E vuole dirmi che questa chiave di lettura è riuscito a trovarla nei testi sacri? O l’ispirazione viene da altrove? In fondo, sulla scia di Padre Zanotelli, anche lei è stato incensato - anche da parte di una stampa non necessariamente ostile ma perennemente in cerca dei suoi riferimenti culturali - come “il prete di sinistra”.

A parte che essere associati a Padre Alex è sempre un onore e un privilegio ma io non penso minimamente di essere, anche in confronto a molti altri sacerdoti, a quei livelli di testimonianza cristiana. Dopodichè devo dire che queste semplificazioni, come quella del prete di sinistra, non mi sono mai piaciute. Certi valori che ci vengono dal cristianesnimo, da un percorso di fede e da una corretta interpretazione delle scritture sicuramente si armonizzano maggiormente con alcuni movimenti e scuole di pensiero rispetto ad altre, e con altre intendo proprio quelle ideologie che si presentano con i loro discorsi violenti ed escludenti, che aizzano odio verso l’ultimo, il più solo il più debole, persona trans, migrante o omosessuale che sia. Sono quest'ultime le persone che io sento più vicine a noi ma non per questo mi piace essere connotato a livello partitico. La politica, in senso ampio, quella sì è una cosa bella e importante. Tutti noi non tanto con il voto ma con le nostre azioni quotidiane, assieme al nostro modo di porci e i valori che portiamo avanti compiamo scelte politiche tutti i giorni.

La messa è andata molto bene. È stata molto partecipata e tante persone hanno deciso di venire con una mascherina, uno scialle, una borsa arcobaleno proprio per mostrare da una parte la loro vicinanza a quelle persone che in italia vengono ancora discriminate ma dall’altra per far capire alla nostra Chiesa che c’è un cambiamento in atto e che un certo tipo di discorso escludente e violento non ci va più bene


In fondo si sta pur sempre parlando di diritti umani.

Che spererei fossero patrimonio dell'umanità, o almeno della parte migliore dell’umanità, quella che si rifiuta di vedere riproposte logiche e modalità gravissime e pericolose, riconducibili a un passato recente della storia europea. Rispetto a questo punto di vista, ben venga la vicinanza con altri gruppi di persone che su questi temi si spendono e danno la loro testimonianza.

Ma in tutto questo come è andata la messa di domenica?

La messa è andata molto bene e ,come sempre, è stata una bella liturgia all’interno della nostra chiesa della Visitazione. È stata inoltre molto partecipata e tante di queste persone hanno deciso di venire con una mascherina, uno scialle, una borsa arcobaleno proprio per mostrare, da una parte la loro vicinanza a quelle persone che in italia vengono ancora discriminate e dall’altra per far capire alla nostra Chiesa che c’è un cambiamento in atto e che un certo tipo di discorso escludente e violento non ci va più bene. Mi fanno ben sperare alcuni segnali di questi ultimi giorni, come la lettera di Papa Francesco al gesuita Martin, che su questi temi si spende in maniera importante ed è molto impegnato sul fronte dell’accoglienza e del rispetto nei confronti delle persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+. Anche nel discorso di domenica ha detto che la Chiesa deve accogliere tutti, perchè non mette al centro il pregiudizio bensì l’amore. Però in merito alla vicenda mi permetta di aggiungere un’ultima cosa.

Come no ...

Il tutto è stato ingigantito, e di parecchio anche. Io ho parlato semplicemente con un suo collega di un altro quotidiano e poi è esploso il tutto. C’è una parte del mondo politico che utilizza ogni pretesto possibile per attaccare, insultare, usare comportamenti e linguaggi estremamente violenti e mi dispiacerebbe molto che la nostra Chiesa potesse venire identificata con queste persone, con queste forme di linguaggio e tipologia di approccio rispetto alla realtà e ai problemi che affrontiamo quotidianamente. E questo, non lo possiamo accettare, non tanto come cristiani ma come persone civili.