Il referendum del 9 febbraio compatta gli italiani: tutti per il NO

La consultazione sulla legge per il refereundum, approvata dalla sola Svp, vedrà tutti i consiglieri provinciali di lingua italiana - di maggioranza ed opposizione - schierati contro. PD, Verdi, Team Autonomie e Alto Adige nel cuore proporranno la bocciatura della legge, anche se con alcuni distinguo.

Tutti insieme appassionatamente i consiglieri provinciali italiani contro la legge sul referendum della Svp. Ci è voluta dunque una delle ultime prove di forza dell'era Durnwalder per realizzare l'impossibile. 

Risale al 22 gennaio un post su facebook di Riccardo Dello Sbarba (Verdi) che puntualizza la posizione della sua parte politica, pubblicando la foto di un manifesto (verde) con due occhi torvi e la scritta "Eccoci! NO alla legge SVP sulla democrazia diretta!"

Al consigliere Verde fa eco Alessandro Urzì, l'uomo dei referendum 'istantanei' con le palline (verdi anche loro, ma guarda). Il consigliere di Alto Adige nel cuore ribadisce il suo voto contrario alla conferma della legge Svp. "Sono stato uno dei promotori dell'iniziativa referendaria", ricorda. 

Nelle ultime ore anche Elena Artioli, sbarazzatasi degli ultimi residui di Forza Italia e Lega, ha realizzato i suoi manifesti ribadendo il suo no alla legge Svp e precisando il suo pensiero. Per la consigliera di Team Autonomie l'attuale legge elettorale "è uno strumento pesante, inutile e costoso". Per Artioli ci vogliono in futuro "strumenti democratici più comprensibili dai cittadini che devono essere debitamente informati". La consigliera ritiene anche vadano realizzati "sondaggi e predisposti strumenti interattivi, magari partendo da Bolzano, per sentire costantemente l'opinione della cittadinanza".

Chiara e precisa è anche la posizione del PD, dal peso specifico molto più delicato e importante a causa della partnership di governo con la Stella Alpina. Il Partito Democratico nelle ultime ore ha precisato i termini del suo no: "la legge non corrisponde al sentire delle cittadine e dei cittadini ed è stata licenziata senza il consenso del Pd e con voto contrario di tutta l’opposizione". Per il partito di Tommasini e Bizzo l'attuale norma presenta "numerose incongruenze, tra le quali l’obbligo per un referendum propositivo di raccogliere due volte le firme per lo stesso quesito, un numero di firme troppo elevato e la mancanza della possibilità di referendum confermativi".

Contro la legge Svp ha poi tuonato dall'esterno del consiglio anche Sel, partner dei Verdi, lamentando anche e soprattutto l'assordante silenzio mediatico che ha caratterizzato gli ultimi giorni
E sul tema ha preso la parola anche il Movimento 5 Stelle, che senza mezzi termini ha definito la legge 'ammazza referendum'

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Alessandro Stenico Sab, 01/25/2014 - 18:38

I rappresentanti delle formazioni politiche presenti in Consiglio provinciale, appartenenti al gruppo linguistico italiano danno l’indicazione di votare contro l’entrata in vigore della legge sulla partecipazione civica, i motivi sono diversi e ad esempio Team autonomie chiede più sondaggi e meno classiche consultazioni referendarie, gli altri contrari sembra che aspirino al modello svizzero e non a quello bavarese. Qui sarebbe interessante sentire per quale modello essi patteggino, non basta esprimersi solo contro il numero delle firme troppo alto.
Il modello svizzero è difficilmente proponibile perché è collegato ad un modello di democrazia consociativa con un altro ruolo delle minoranze, oltretutto non applicabile per un diverso ordinamento elettorale di riferimento, nonostante la nostra provincia abbia capacità di legiferare in questo campo deve sempre fare riferimento alle normative nazionali che lasciano poco spazio a sostanziali modifiche. Il costo di una singola consultazione referendaria provinciale si aggira in circa tre milioni di euro, con questa somma si costruisce una scuola. Chiamare il corpo elettorale troppo spesso a consultazioni, comporta una affluenza più scarsa, è un fenomeno già constatato nell’ultimo anno, dalla scorsa primavera a quella di quest’anno saranno già quattro (politiche, provinciali, referendum confermativo e europee).
Il modello bavarese diviso in due fasi frena senz’altro un abuso di troppe consultazioni spesso anche superflue ma è anche una possibilità di giungere ad una soluzione senza arrivare sempre al voto. Una volta raggiunto il numero delle ottomila firme ( il 2%) se il testo della proposta viene accolto totalmente o in caso di compromesso parzialmente, non serve più convocare una consultazione referendaria. Solo se il testo non viene recepito si passa ad una seconda fase e qui effettivamente le 26.000 firme sono eccessive, ne basterebbero ad esempio il 5% e cioè 20.000 . In Baviera ad esempio la scorsa primavera il Landtag ha recepito l’iniziativa “Nein zu Studiengebüren in Bayern” e non si è passati alla seconda fase.
La scelta è tra i due modelli, il mio preferito è senz’altro il secondo, e si è visto in recente se un tema è sentito da una maggioranza della popolazione la mobilitazione è possibile e pure il successo come ad esempio di recente a Monaco e Garmisch contro la candidature alle prossime olimpiadi invernali.
Temi come quelli proposti nella confederazione elvetica sull’immigrazione, contro l’interruzione della gravidanza e contro la costruzione dei minareti, preferisco delegarli ai nostri rappresentati eletti.

Sab, 01/25/2014 - 18:38 Collegamento permanente
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Stephan Lausch Ven, 01/31/2014 - 19:28

In risposta a di Alessandro Stenico

La posizione qui espressa non considera quello che è probabilmente la forza determinante di un ordinamento ben accessibile e ben praticabile per i cittadini, cioè il fatto che la rappresentanza politica deve temere l'intervento diretto del sovrano, dei cittadini. Non sarà necessario lanciare ogni momento un referendum per cambiare la politica, ma basta che la rappresentanza politica sa che i cittadini possono effettivamente intervenire in ogni momento se hanno la sensazione che l'operato dei politici si discosta dalle loro aspettative per far si che i politici le rispettino con le loro decisioni. Dando invece al potere politico la possibilità di intercettare il voto referendario con dubbie controproposte o rendendo troppo oneroso il loro utilizzo come previsto in questo caso con la doppia raccolta di firme e un numero assurdamente alto in brevissimo tempo, le cose rimarebbero come sono: i rappresentanti politici continuerebbero a fare quello che vogliono, proprio così come in Baviera, dove di referendum ce ne sono stati non più di sei in 66 anni. No grazie!

Ven, 01/31/2014 - 19:28 Collegamento permanente
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Alessandro Stenico Sab, 02/01/2014 - 10:43

A livello dello Freistaat Bayern sono state effettivamente poche le consultazioni effettuare, ma livello comunale o “provinciale-Landkreisen” dall’entrata in vigore della norma nel 1990 si è già votato per 1.900 Bürgerbegehren e per circa 1000 Bürgerentscheide (fonte Mehr Demoratien für Bayern)
I due modelli di “Bürgerbegehren” e “Bürgerentscheid” sono simili a quelli di “Volksbegehren” e “Volksentscheid” a livello dello Freistaat Bayern. Se l’amministrazione comunale o quella cosiddetta provinciale/Landkreis recepisce il testo dell’istanza non si passa alla seconda fase.
Ma tornando alle considerazioni sul possibile uso spropositato di questo strumento e sui costi connessi, non è che l’iniziativa p.p.d. ne avrebbe l’esclusiva, ogni movimento o partito estraneo alla vostra cultura potrebbe farne uso per altri fini.
‘A questo proposito l’esempio del recente referendum contro le coppie di fatto in Croazia, mostra quanto questo strumento vada regolamentato più severamente. In pratica in Croazia per facilitare il recepimento tramite referendum dell’adesione all’Unione Europea, si è modificata la costituzione prevedendo l’immediata entrata in vigore di un quesito referendario, senza un preventivo controllo di ammissibilità. Il referendum era stato promosso da alcune associazioni cattoliche radicali con il supporto della Chiesa cattolica e dei partiti di destra croati. Ma la questione ha scaldato poco gli animi: solo il 35% degli aventi diritto si è recato alle urne. In Croazia, però, non c’è un quorum e il referendum è valido anche se viene disertato dalla maggioranza degli elettori. L’iniziativa referendaria è stata una mossa politica tesa a rendere più complicata l’approvazione in parlamento del disegno di legge per i diritti alle coppie omosessuali, diritti che – in una Croazia ormai europea – dovranno comunque essere garantiti

Sab, 02/01/2014 - 10:43 Collegamento permanente
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Stephan Lausch Sab, 02/01/2014 - 11:05

In risposta a di Alessandro Stenico

Si dovrebbe stare un po' attenti con queste informazioni! Il regolamento degli istituti di democrazia diretta in Baviera a livello di Land è una cosa e quella a livello comunale totalmente altra. Già la SVP ci ha provato a leggitimare la propria proposta riferendosi al buon funzionamento a livello comunale. Fatto sta che la legge che stabilisce le regole a livello comunale è stata introdotta con voto referendario su iniziativa di "Mehr Demokratie" che è la nostra sorella bavarese e contro la controproposta della CSU. Bell'esempio allora: la legge che è partita dal basso funziona è da veramente buoni frutti e può fare da esempio, quella calata dall'alto per il livello di Land quasi non è praticabile. Per quanto riguarda l'esempio della Croazia: certo, si possono elencare purtroppo tanti esempi cattivi per come è stata regolamentata la democrazia diretta. Noi non ci battiamo per una legge che da questi frutti aspri ma per una che innesca un circolo virtuoso come lo conosciamo fortunatamente dalla Svizzera.

Sab, 02/01/2014 - 11:05 Collegamento permanente
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gorgias Sab, 02/01/2014 - 14:49

In risposta a di Alessandro Stenico

von direkter Demokratie aus, an dem sich der Bürger beteiligt oder eine Minderheit entscheidet. Diese Minderheit die entweder durch einen höheren Bildungsstand für Ihre interessen eintretet oder durch finanziell starke Interessensgruppen ihre Ziele durch finanzielle Mittel ihre Vorstellungen gegen die Allgemeinheit und zu schützende Minderheiten durchsetzt.
Das herausragendste Beispiel ist wohl der Bürgerentscheid in Hambung 2010 wo die Bürgerinitiative „Wir wollen lernen“ sich gegen eine sechsjahrige Primarschule ein Referendum initirt hat und wo hauptsächlich das bildungsbürgerliche Milleu sich dafür mobilisieren liesen um ein elitäres Schulsystem beizubehalten.
Auch gibt es den Fall in Kalifornien wo 2008 Gruppierungen wie Scientology und die Mormonenkirche LDS entscheidend auf den Volksentscheid Proposition 8 für die Einführung von gleichgelscheltchlichen Partnerschaften durch Propagandamittel eingegriffen haben.
Diese Problematiken der direkten Demokratie lassen sich mit dem besten Wahlgesetz nicht beheben, werden aber von der initiative konsequent ausgeblendet. Der einzige wirkliche - aber nicht vollständige - Schutz der Allgemeinheit gegebenüber den Mißbrauch von direktdemokratischen Instrumenten ist ein gut gesetztes Quorum, das verhindert dass Belange, die nicht von einer Mehrheit wahrgenommen werden durch eine Minderheit entschieden wird, die anonym bleibt und sich der Allgemeinheit nicht verantworten muss.

Sab, 02/01/2014 - 14:49 Collegamento permanente
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Alessandro Stenico Dom, 02/02/2014 - 10:32

I meriti di quella legge a livello comunale o di comprensori sono sicuramente del movimento bavarese per più democrazia, ma tralasciando questo aspetto è la sostanza che volevo evidenziare e cioè che a livello comunale e di comprensori l’ordinamento che regola le consultazioni referendarie in due fasi non è stato così catastrofico, su circa 1.201 richieste di iniziative popolari a livello comunale 242 sono state recepite dai consigli comunali e su 46 iniziative a livello Landkreis/compresori si è passati alla seconda fase di votazione per 19 quesiti.

Art. 18a der Gemeindeordnung für den Freistaat Bayern
Bürgerbegehren und Bürgerentscheid
Der Bürgerentscheid entfällt, wenn der Gemeinderat die Durchführung der mit dem Bürgerbegehren verlangten Maßnahme beschließt. 2 Für einen Beschluss nach Satz 1 gilt die Bindungswirkung des Absatzes 13 Satz 2 entsprechend
Statistik

Eine amtliche Statistik zu Bürgerbegehren und Bürgerentscheiden wird in Bayern nicht geführt. Der Verein Mehr Demokratie, Initiator des Volksbegehren zur Einführung des kommunalen Bürgerentscheids, erfasst aber regelmäßig Daten dazu.[1] In seinem 15-Jahres-Bericht hat der Verein die Bürgerbegehren und Bürgerentscheide seit der Einführung am 1. November 1995 bis zum 31. August 2010 untersucht.
Insgesamt wurden 1.772 Verfahren in Gemeinden erfasst. Davon waren 1.694 Bürgerbegehren, darunter 157, welche nicht eingereicht wurden,
62, welche zurückgezogen wurden
274, welche unzulässig waren
242, welche vom Gemeinderat übernommen wurden.

78 eigenständige Ratsbegehren (Gegenvorschläge zu einem Bürgerbegehren nicht berücksichtigt)

Es fanden 977 Bürgerentscheide statt, wovon 484 im Sinne der Initiatoren (bzw. des Gemeinderats bei Ratsbegehren) entschieden wurden,
54 zwar eine Mehrheit erhielten, aber am Abstimmungsquorum scheiterten,
439 abgelehnt wurden.

Auf Landkreisebene fanden im gleichen Zeitraum 46 Verfahren statt, darunter drei eigenständige Ratsbegehren. In 19 Fällen fand dabei auch ein Bürgerentscheid statt.
http://de.wikipedia.org/wiki/B%C3%BCrgerbegehren_und_B%C3%BCrgerentsche…
Come gìa scritto in un altro post, a prescindere dal risultato di domenica prossima mi interessa una discussione più approfondita sul futuro della prossima legge, dato che do per scontato che probabilmente quella proposta non andrà in vigore.

Dom, 02/02/2014 - 10:32 Collegamento permanente
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pérvasion Dom, 02/02/2014 - 17:01

Warum will man die Gegnerschaft zum SVP-Gesetz zu einer ethnischen Frage stilisieren, wenn doch alle Parteien (außer eben die SVP) für ein "Nein" sind?

Dom, 02/02/2014 - 17:01 Collegamento permanente