Società | La replica

"Scuola plurilingue, nessuno stop"

Vettorato e Gullotta: "Le metodologie di insegnamento possono essere migliorate, ma il tedesco ce lo chiedono i genitori". Il nodo del reclutamento degli insegnanti.
Vincenzo Gullotta e Giuliano Vettorato
Foto: Asp

Poco dopo essersi insediato, ad inizio 2019, intervistato dal Corriere dell’Alto Adige, l’assessore Giuliano Vettorato disse: “Il Clil? Voglio vedere dati precisi. La domanda è: i nostri ragazzi hanno il livello per seguire una lezione di matematica in tedesco o in seconda media fanno il programma di quinta elementare?”. Venne giù il mondo, praticamente. I dati INVALSI sembrano aver confermato i suoi timori, ma ora, dopo due anni mezzo, di cui uno abbondante in “epoca Covid”, Vettorato, che ha fatto della prudenza il proprio tratto politico-caratteriale distintivo, è meno dubbioso. Alla domanda se, visto quanto sta emergendo, quella imboccata sia la direzione giusta, l’assessore leghista fa capire che le sue convinzioni si stanno consolidando. “A causa del Covid non c’è stata la possibilità di effettuare studi sull’efficacia del CLIL, ma ascoltando gli stakeholder (i genitori e il mondo del lavoro, ndr) direi che la risposta è sì. Le metodologie possono essere migliorate, ma c’è una forte domanda di plurilinguismo alla quale bisogna dare una risposta”.

 

Scuola a due velocità

 

Nonostante gli sforzi, secondo molti insegnanti (basta leggere sui social molti loro commenti che andavano in questa direzione quando sono stati diffusi i dati INVALSI e quelli all’articolo di ieri, 20 luglio) si è creata una scuola ad almeno due velocità, con le elite racchiuse in una o due sezioni bilingui che godono di uno status “superiore”: pre-selezione con allievi provenienti dagli asili tedeschi (alle elementari) o dalle sezioni bilingui, pochi studenti con BES rispetto alle altre classi, 10 o 12 ore di insegnamento in lingua tedesca con insegnanti di ruolo o comunque in possesso dei requisiti. Le sezioni non bilingui si contraddistinguono per una minore continuità didattica, insegnanti spesso reclutati dalle graduatorie di istituto o “a chiamata”, dove questi ultimi possono essere anche del tutto privi di tutti i requisiti. L’enorme quantità di ore di tedesco non sembra quindi portare benefici diffusi se non per le sezioni “veramente bilingui” mentre il forte calo di rendimento in matematica e italiano è documentato dall’Invalsi.

 

Le questioni chiave

 

Dopo aver parlato con diversi docenti, trattandosi di un argomento impegnativo ed avendo bisogno di molti dati precisi, ho scelto – cosa che non si fa quasi mai – di inviare all’assessore Giuliano Vettorato e al Sovrintendente Vincenzo Gullotta, le domande. Eccole.

1. Quanti docenti di tedesco L2 sono necessari nella scuola italiana per coprire l’offerta formativa; o meglio: quante cattedre di tedesco L2 ci sono nella scuola italiana?

2. Quanti insegnanti di tedesco L2 sono di ruolo nella scuola italiana? Esistono graduatorie di personale abilitato non ancora di ruolo?

3. Esistono graduatorie di persone con il solo titolo? Se sì, con quanti docenti?

4. Una volta esaurite queste graduatorie (che mi dicono esaurirsi subito) come si trovano i docenti? Mi risulta che si attinga ad elenchi non ufficiali di persone senza abilitazione, ma soprattutto senza titoli per insegnare; l’unico requisito che viene richiesto è quello di conoscere la lingua tedesca. Mi risulta che pertanto vi siano parecchi docenti neppure laureati. E’ così? Quanti sono?

5. Una domanda di tipo politico: Dato a questo punto per assodato che il personale in lingua tedesca che insegna tedesco L2 nella scuola italiana non c’è, bisogna chiedersi perché le scuole stanno continuando ad aumentare le ore dedicate a questa materia in modo esponenziale. Di fatto più aumentano le ore, non avendo personale sufficientemente formato, più si abbassa la qualità dell’insegnamento. Una qualsiasi lingua insegnata per 12 ore a settimana dovrebbe essere acquisita dopo uno/due anni e invece non lo è nemmeno dopo 10/12. Basta vedere i risultati di superamento degli esami di bilinguismo.

6. Le sezioni cosiddette bilingui prevedono 10-12 ore in lingua L2 con la formula CLIL che però sembra fraintesa; nelle scuole si mette quasi sempre in atto una semplice codocenza, due insegnanti su un’ora al posto di uno in cui uno possiede la lingua, il tedesco e l’altro la disciplina da veicolare in lingua tedesca. Il CLIL in realtà sarebbe altro: un insegnate di disciplina non linguistica (geografia, matematica, biologia, arte, ecc.) che conosce anche la lingua (tedesco) e insegna la disciplina in lingua L2. Mi sbaglio?

La settima domanda, molto tecnica, sull’insegnamento della geografia la ometto perché, appunto, i meccanismi sono troppo complicati.

 

La preparazione del corpo docente

 

La prima questione è quella della qualità degli insegnanti. Inutile girarci intorno, le domande sulla preparazione e i titoli del corpo docente impegnato nell’insegnamento della seconda lingua e nell’insegnamento veicolare sono state suggerite da docenti che maneggiano e consultano regolarmente graduatorie, che conoscono a menadito la realtà del loro istituto e, si suppone, alcune realtà di altri istituti dello stesso grado. Stando alla loro esperienza, i docenti hanno espresso la netta convinzione che fossero poche le cattedre di L2 coperte da insegnanti di ruolo e pochissime quelle coperte da docenti in possesso dei titoli per quanto riguarda gli insegnamenti veicolari. Non molti ne hanno idea, ma, in mancanza di altre soluzioni, i dirigenti possono reclutare docenti senza laurea. Basta che sappiano il tedesco.

“Le modalità di reclutamento del personale – si legge nella risposta scritta dell’Intendenza - possono essere così riassunte. La legislazione locale prevede che la metà dei posti a tempo indeterminato venga coperta tramite concorsi, mentre la parte restante deve essere coperta attingendo alle graduatorie provinciali, a cui accedono i docenti con abilitazione. Nel 2020 sono stati banditi tre concorsi per le scuole secondarie di I e II grado tra cui uno per docenti di tedesco, per la classe di concorso A084 (10 insegnanti in graduatoria) e la classe di concorso A083 (20 insegnanti in graduatoria). Gli insegnanti avranno accesso a contratti a tempo indeterminato a partire dall’anno scolastico 2021/22”.

Per le assunzioni a tempo determinato, spiega l’intendenza, si fa ricorso in primis alle graduatorie provinciali e, successivamente, quando queste sono esaurite, alle graduatorie di istituto a cui accedono i docenti con titolo di studio previsto. Una volta esaurite le graduatorie, ciascuna scuola fa riferimento alle domande di messa a disposizione, ossia alle candidature di insegnanti che per mancanza di titoli o per altri motivi non sono inseriti in graduatoria. Le messe a disposizione sono gestite in autonomia dai dirigenti scolastici.  Da giugno 2021 è attiva la piattaforma MADlene per la messa a disposizione. MADlene permette lo scambio di informazioni tra chi intende proporsi come docente e le scuole che cercano i supplenti (https://madlene.it/it e https://madlene.it/de ).

Gli insegnanti reclutati attraverso la messa a disposizione (e quindi non in possesso dei requisiti, talvolta neppure la laurea), durante il loro incarico, “sono accompagnati da misure di professionalizzazione e monitoraggio. L’insegnante viene affiancato da un tutor. È previsto un periodo di prova e una valutazione da parte del dirigente scolastico”, dice la Sovrintendenza. Per loro sussiste l’obbligo di formazione durante lo svolgimento dell’incarico. “Da alcuni anni il Servizio Tedesco L2 e lingue straniere offre un corso specifico per docenti neoassunti di circa 40 ore in collaborazione con il Goethe Institut. Inoltre, i collaboratori del Servizio Tedesco L2 e lingue straniere sono a disposizione per consulenza e supporto. Gli insegnanti reclutati attraverso la messa a disposizione dispongono di titoli di studio differenti. Va detto che alcuni di loro stanno terminando il percorso di studi idoneo all’insegnamento, mentre altri seguono o hanno seguito percorsi di studi non abilitanti all’insegnamento della L2”, spiegano negli uffici di via del Ronco a Bolzano.

Qui la testimonianza diretta dei docenti che parlano di docenti “a chiamata” che in un istituto sono quasi la metà di quelli in servizio ed anche per l’intero anno scolastico, sembra cozzare contro la spiegazione data da Gullotta nell’incontro a quattr’occhi. “I docenti a chiamata – ha detto il Sovrintendente - che fanno sostituzioni brevi possono talvolta non avere la laurea. Ma per le sostituzioni annuali si attinge dalle graduatorie di istituto per le quali è necessario il requisito della laurea”. Il numero dei docenti a chiamata non laureati non è comunque tra i dati a disposizione dell’intendenza. Lo conoscono solo i dirigenti che fanno le assunzioni.

 

Nuovi percorsi formativi speciali

 

L’Intendenza riconosce comunque che i problemi di reclutamento del personale docente sono reali, ma  la situazione dovrebbe migliorare. A partire dall’anno scolastico 2021/22, annuncia,”per sensibilizzare gli studenti della Fakultät für Bildungswissenschaften di Bressanone (sezione tedesca) e far conoscere meglio la realtà della scuola in lingua italiana, in collaborazione con la LUB, l’Intendenza promuove tirocini anche presso le scuole primarie in lingua italiana con l’affiancamento dei docenti di tedesco L2. La Direzione provinciale scuole in futuro intende poi organizzare percorsi abilitanti speciali”. I dati sui docenti di L2 di ruolo sono comunque migliori di quanto ci si aspetterebbe. Stando alle cifre fornite  dall’intendenza lo sono tre docenti su quattro. Sono cioè 291,91, il 75,36 % del totale.

 

La direzione giusta

 

“Dopo 2 anni e mezzo da assessore – conclude Vettorato – posso dire con tranquillità e orgoglio che la scuola altoatesina in lingua italiana è fatta da ottimi professionisti che svolgono bene il loro lavoro e seguono i ragazzi con dedizione. E quando parlo valuto i numeri a 360 gradi non i singoli casi. Confermo che i risultati del CLIL andranno studiati nei prossimi anni. Io penso che i risultati siano buoni, ma è ovvio che si può sempre migliorare”. “I nostri diplomati – conclude a propria volta Gullotta – raggiungono di norma il B2 in tedesco. Le famiglie ci chiedono di prepararli per le certificazioni linguistiche e la scuola è fatta anche da studenti e famiglie, le loro esigenze vanno ascoltate”.

Bild
Profile picture for user Raffaele Iovino
Raffaele Iovino Mer, 07/21/2021 - 19:45

“Le famiglie lo chiedono”è un’affermazione gravissima e da scuola on demand. La scuola dovrebbe fare ció che è meglio non esaudire richieste e desideri delle cosiddette famiglie. Gli insegnanti di L2 sono introvabili, quelli con titolo rarissimi, gli abilitati sono mosche bianche e le risorse economiche impiegate in questa follia vanno nelle tasche di gente pescata a caso.

Mer, 07/21/2021 - 19:45 Collegamento permanente