Ambiente | Mobilità elettrica

E-mobility e studi pseudo-indipendenti

Lo studio di Eurac Research sulla mobilità elettrica fa sorgere qualche perplessità perché se andiamo a vedere chi lo ha curato…
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Dossier e-mobility di Eurac e domande
Foto: Eurac (elaborato)

Riportato con grande enfasi oggi (26.8.2021) dalla stampa locale, lo studio di Eurac Research sulla mobilità elettrica, almeno per chi mastica un po’ di automotive e di trazioni alternative, appare un po' un riassunto scolastico del ben notorio stato dell’arte sulla e-mobility ma questo ragionamento lo lascio a chi avrà voglia di leggerselo e il focus non è sul contenuto.

Ciò che getta un’ombra non piccola su questo studio, che mi ha indotto ad approfondire un attimino, è quando sono arrivato alla pagina finale e, in fondo, ho letto chi sono gli autori:

Ora, il primo nome, è quello del “Head of Institute” dell’Istituto per le energie rinnovabili dell’Eurac. Fin qui, nulla quaestio.

Le questioni sorgono se si va vedere il ruolo del responsabile Eurac per le energie rinnovabili che ricopre all’interno di Alperia, che da un bel po'  è impegnata commercialmente nella e-mobility, oggi con Neogy. Infatti, è vicepresidente del Consiglio di Sorveglianza di Alperia.

Quindi, quanto era opportuno che fosse fra gli autori dello “studio”? Quale carattere di “indipendenza” e quindi di credibilità può avere uno studio di cui uno dei redattori fa parte di una società che “vende” la e-mobility? Non si tratta di competenza, né di una disquisizione se il ruolo sia operativo o meno, ma di mera opportunità e, quindi facilmente ipotizzabile, di un latente conflitto d’interessi.

"Amministrazioni trasparenti": Alperia sì, Alperia no...

Siccome la Provincia è socio "di peso" di Alperia con il 46,38% (se la news del 2018 è ancora attuale), ho voluto vedere nella amministrazione trasparente della Provincia cosa viene indicato per Alperia, stante il fatto che il Comune di Bolzano la indica chiaramente come società partecipata nell’elenco delle società come pure nella “rappresentazione grafica”. Da cui risulta pure quanto “interessantemente” lucroso sia sedere nel consesso societario di Alperia e come probabilmente posti, strapuntini ed incarichi, distribuiti per motivi meramente politici e di conoscenze, rapporti amicali e quant’altro, consentirebbero una vita normale senza avere un altro lavoro ma questo, ovviamente, è solo un’opinione a latere.

A questo punto sono andato nella a.t. della Provincia e, toh, fra le partecipate Alperia… non esiste, né fra i link delle società, né nell’elenco xls “elenco e dati”, idem assente nella “rappresentazione grafica” . Ma su Wikipedia risulta essere partecipata dalla Provincia… per cui non si capisce quali sono i rappresentanti della Provincia nei vari consessi societari di Alperia. Trasparenza? Non pervenuta o… dimenticata? Se poi i dati fossero da qualche altra parte, beh questi dovrebbero essere stare in a.t. oppure ha sbagliato il Comune di Bolzano?

Studio/ricerca indipendente? I dubbi sorgono spontanei

Tornando alla a.t. del Comune, si trovano i compensi e il vicepresidente del Consiglio di Sorveglianza percepisce non pochi Euro all’anno. Pochi? Tanti? Rimane una questione di percezione personale, ovviamente e, tutto sommato, non importa. Importa il fatto che lo studio dell’Eurac Research sia contrassegnato da un doppio ruolo del responsabile dello stesso, che poco si confà ad una ricerca “indipendente”.

Nessun altro se n’è accorto? Oppure è un “segreto di Pulcinella” talmente grande che è tacitamente accettato? D’altronde, se si legge chi sono i “soci ordinari” di Eurac, siamo probabilmente alla “quadratura del cerchio”, anzi, poiché siamo in tema “elettrico”, al corto circuito pressoché perfetto.

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Gianguido Piani Sab, 08/28/2021 - 05:44

La partecipazione della Provincia e' 46,38% . Scegliere in Internet alperia - in fondo nell'Impressum alperiagroup.eu - newsroom - pubblicazioni - bilancio d'esercizio e bilancio consolidato 2020, p.50 soci proprietari, e' riportata anche la provincia con la sua quota parte. Perche' la PAB non lo metta sul suo sito, occorre chiederlo a loro.
Tutte le societa' elettriche tendono a essere il piu' discrete possibile, raccontare il meno possibile e coprire informazioni oggettive con valanghe di pennellate "green".
L'esempio principale e' la generazione elettrica. Nella pubblicita' Alperia indica in grande 100% di generazione in Alto Adige, energia idroelettrica pulita ecc. E' vero. Pero' questa non viene venduta ai clienti industriali e domestici ma alla borsa elettrica, dalla quale Alperia ricompra elettricita' mista a carbone, nucleare, anche idroelettrica ecc. da rivendere ai clienti finali. Ai quali lo si scrive in qualche microscopica nota in bolletta. Il cliente Alperia riceve la stessa elettricita' del cliente Enel o Eni e la paga secondo lo stesso principio. Le diverse societa' decidono in proprio solo le aliquote e la narrativa pubblicitaria, spesso prodotta insieme a consulenti esterni.
Anche l'elettricita' per alimentare le auto elettriche e' quella di distribuzione per cui NON e' rinnovabile al 100% ma solo in quota parte, tra il 20% e il 40%. Se poi uno ricarica l'auto durante la notte la quota rinnovabile e' solo quella idroelettrica. Ma ne' i politici ne' le societa' elettriche, Alperia compresa, hanno interesse a metterlo in chiaro.
Con le liberalizzazioni e i c.d. mercati elettrici si e' creato un enorme conflitto di interesse tra narrazione e realta'. Nessuno ha interesse a metterlo in chiaro perche' queste regole del gioco permettono di vendere energia solare anche la notte. A chi serve oggi la Legge di Ohm?

Sab, 08/28/2021 - 05:44 Collegamento permanente
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Karl Trojer Sab, 08/28/2021 - 10:30

Visto che la Provincia di Bolzano è la maggiore azionista di Alperia, essa dovrebbe obbligare questa società ad essere completamente trasparente, ad operare nell´interesse della popolazione provinciale ed a limitare le retribuzioni ai diversi amministratori, sindaci e direttori a importi non eccessivi.

Sab, 08/28/2021 - 10:30 Collegamento permanente
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Michele De Luca Sab, 08/28/2021 - 13:00

Infatti, il "fuel mix disclosure" 2018 e 2019 pubblicato sul sito di Alperia chiarisce parecchie cose sulla provenienza effettiva dell'energia. Quindi é chiaro che pure l'idrogeno prodotto ufficialmente con "certificazione verde" a Bolzano Sud, in realtà (fuori dal mondo dei certificati verdi) è un mix di idrogeno "verde-grigio-rosa" (ossia rinnovabile-da fonti fossili-nucleare) e analogamente l'energia dalla colonnine di ricarica delle auto elettriche.

Sab, 08/28/2021 - 13:00 Collegamento permanente
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Gianguido Piani Sab, 08/28/2021 - 15:46

Quando vennero aperti i mercati dell'energia elettrica tra i tecnici circolava il detto che non importa quante leggi (assurde) i politici avessero promulgato, la corrente avrebbe continuato a seguire le leggi della fisica (Ohm, Kirchhoff). Nel caso di Alperia l'elettricita' fornita ai clienti in Alto Adige e' fisicamente idroelettrica, commercialmente il misto della tabella "fuel mix". Il Sudtirolese che compra il mix di Eni e magari sceglie l'opzione carbone-nucleare riceve lo stesso energia idroelettrica semplicemente perche' le centrali sono piu' vicine.
Mercato e circuiti elettrici sono due cose differenti e sovrapposte. Di questo non e' responsabile Alperia, ma anche loro non lo dicono apertamente perche' la finzione torna comoda a tutti. Accettando di fornire nominalmente tutto l'Alto Adige verrebbe poi a mancare elettricita' idroelettrica a sufficienza per poterla vendere nel resto d'Italia.
Il "fuel mix" non tiene conto dell'istante di generazione dei diversi tipi di elettricita' e delle perdite di rete. Grazie al "fuel mix", che e' un'invenzione delle istituzioni europee, non di Alperia, si puo' benissimo vendere energia solare di notte.
Fisici e ingegneri hanno raggiunto i limiti delle loro competenze. Dalla crisi ambientale e quella energetica ci salveranno politici e commercialisti. Sono gia' al lavoro.

Sab, 08/28/2021 - 15:46 Collegamento permanente
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Gianguido Piani Sab, 08/28/2021 - 16:02

Tornando al tema centrale dell'articolo, EURAC ha prodotto ottimi rapporti tra cui quello sul Clima 2018
http://webfolder.eurac.edu/EURAC/Publications/transversaltopics/klimawa…
Molto onestamente hanno calcolato anche le emissioni dovute ai prodotti importati e non lavorati localmente, "emissioni grigie". Purtroppo questo rapporto non serve a riferimento di alcuna politica pubblica o indirizzo industriale (Alperia, e non solo). Il rapporto e' scritto molto bene.
Disclaimer: non ho nulla a che fare con Eurac.

Sab, 08/28/2021 - 16:02 Collegamento permanente