Ambiente | Zoom #15

Lo sciacallo misterioso

Lo sciacallo dorato da alcuni anni ha fatto la sua comparsa anche in Alto Adige. Un animale nuovo sull'arco alpino - che si confonde facilmente con lupo e volpe.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Sciacallo dorato
Foto: Naturmuseum

Anche cacciatori ed esperti li confondono. Sono simili a lupi e volpi, hanno abitudini analoghe, notturne e solitarie. Solo quando si trovano investiti si riescono a riconoscere. "Si sa veramente poco dello sciacallo dorato - racconta Giulia Rasola che si occupa delle mostre del Naturmuseum e dei programmi rivolti al pubblico nonché della didattica delle scuole - ci sono pochi studi, in Italia sooprattutto dall'università di Udine e dal Museo friulano di Scienze naturali". Si contano circa 35 nuclei di sciacalli dorati in Italia, concentrati nelle province del Friuli e del Veneto. Anche in Sudtirolo vi sono circa tre nuclei.

La sala dei grandi carnivori dell'arco alpino al Museo di Scienze Naturali di Bolzano racconta le varie fasi dell'interesse verso questi animali. Per primo l'orso, approfittando di un esemplare investito vicino a Barbiano per imbalsamarlo. "Poi con il passare degli anni il tema del lupo si è fatto dirompente, perché suscita avversione e paura nella mente popolare, oltre a essere un competitore dell'uomo per la caccia agli ungolati", spiega Rasola. L'elemento interessante, prosegue la studiosa, è la modalità diversa di colonizzazione dell'arco alpino: "Quella dell'orso è stata di fatto una reintroduzione, con gli esemplari prelevati dalla Slovenia. Quella del lupo è una ricolonizzazione spontanea: si era estinto sulle Alpi, sopravviveva con dei nuclei nel Centro Italia e da lì, dagli anni settanta, è iniziata quest'espansione risalendo tutto l'Appennino sino ad arrivare alla Liguria, alle Alpi Occidentali e qui in Alto Adige". Una specie in espansione che si sta riprendendo il territorio dove era presente, "ritorna" ad occupare il suo posto.

 

Origini balcaniche

Lo sciacallo, invece, sta arrivando per vie naturali ma in un luogo dove non c'è mai stato, ampliando il suo areale e conquistando nuovi territori: "Non avviene spesso. Lo sciacallo viene dall'Europa Sud-orientale, dal Medio Oriente e dall'Asia minore. Negli ultimi decenni è avanzato risalendo per l'Europa, tra la Grecia e i Balcani, probabilmente per il calo del lupo, il cui sterminio favorisce lo sciacallo, che ne risente la presenza e lo evita, perché può essere predato. Perciò sarà interessante vedere da noi che equilibrio troveranno". La prima fase di espansione è avvenuta negli anni ottanta, con primi avvistamenti in Friuli: "In Istria si sono creati i primi nuclei riproduttivi. All'inizio del Duemila la sua presenza si è fatta più importante, sempre nel Friuli-Venezia Giulia, ed è arrivato sino all'Alto Adige, l'esemplare che abbiamo noi viene dalla val Pusteria". Ne sono stati avvistati anche in Val Venosta: "Da noi è stato rilevato a un'altitudine molto elevata rispetto alla biologia di questo animale". Lo sciacallo ha già attraversato il Po, una barriera importante per gli animali, e "questo fa pensare a un'ulteriore spinta della sua espansione, verso l'Appennino, oltre alla Pianura padana che sicuramente è una zona idonea alla sua diffusione".

 

Confusione

Con lo sciacallo dorato vi è un problema di segnalazioni: "Viene confuso con il lupo e con la volpe, vi sono ad esempio segnalazioni in cui si afferma di aver visto delle volpi un po' rognose o malate. Non è facile affidarsi a esse, e la maggior parte arrivano grazie ad animali morti, altrimenti servono trappolaggi che catturano i peli o fototrappole ben piazzate". Con la volpe ha una biologia sovrapponibile, ma generalmente si tengono distanti. Gli sciacalli hanno però "l'abitudine di ululare e indurli a ululare è un sistema per tracciarli".

Gli sciacalli formano delle coppie stabili, che restano insieme finché uno dei due non muore. Le cucciolate arrivano in primavera, i piccoli restano con la coppia per un anno e poi vi è la dispersione dei giovani maschi, i primi ad abbandonare il nucleo familiare compiendo grandi spostamenti, anche due-trecento km: "Sono animali in dispersione che cercano un territorio. Solo quando si avvistano le femmine o si ha la prova di una cucciolata, si può pensare che l'animale sia stanziale".

Riguardo invece all'uso del territorio, lo sciacallo è un animale di pianura, "mentre il lupo colonizza zone più alte, perciò si evitano". Lo sciacallo si porta vicino a centri abitati, "a zone antropizzate e a zone umide, ha spesso bisogno di acqua e perciò si trovano più facilmente investiti. Inoltre è un carnivoro molto opportunista, mangia di tutto, ed è molto abile a sfruttare le risorse che lasciamo: i resti della macellazione, le crocchette dei gatti, frutta nei cortili… oltre a insetti e carcasse. Come predatore non fa un granché, preda animali sotto i due chili, come topi, lepri, galline, anatre". Su ovini o giovani caprioli, contrariamente a quanto si dice, "da noi non è stata rilevata una predazione".