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Il 25 aprile festa (soprattutto) europea

Il 25 aprile celebra la liberazione dal nazifascismo. Ma è una festa che ha molto da dire anche all'Europa di Orbàn e al Brasile di Bolsonaro.
Il simbolo del manifesto anifascista europeo
Foto: Anpi
Il 25 aprile è una festa italiana, che celebra la liberazione dal nazifascismo. Ma ha molto da dire anche all'Europa. Non solo perché la Federazione Internazionale dei Resistenti con sede a Berlino riunisce dal 1951 tutte le associazioni degli ex combattenti nelle forze partigiane, dei perseguitati durante la Seconda Guerra Mondiale e dei giovani antifascisti. Non solo perché dallo scorso marzo esiste una rete europea delle organizzazioni partigiane di Italia, Austria, Slovenia e Croazia, che raccoglie tutti coloro che imbracciarono le armi per opporsi al piano dittatoriale di Adolf Hitler e Benito Mussolini. Non solo perché la vittoria di quelle forze antinaziste e antifasciste consentì di realizzare il sogno di un'Europa senza confini e barriere.

 

 

Il manifesto "Essere antifascisti oggi in Europa" è stato firmato a Roma da rappresentanti di Italia, Slovenia, Croazia, Carinzia, Portogallo, Russia, Polonia e Germania

Il 25 aprile è una festa europea anche perché oggi il potere crescente delle destre a livello internazionale, dall'Ungheria di Viktor Orbàn fino al Brasile di Bolsonaro, richiede “risposte politiche alternative che solo una rete internazionale di forze antifasciste può fornire” spiega Guido Margheri, presidente bolzanino dell'Associazione Nazionale Partigiani Italiani. Il manifesto di queste forze esiste già. Si chiama “Essere antifascisti oggi in Europa” ed è stato firmato nel dicembre scorso a Roma dai rappresentanti di Italia, Slovenia, Croazia, Carinzia, Portogallo, Russia, Polonia e Germania al termine del forum europeo antifascista, presente presieduto fra gli altri dalla senatrice italiana - nonché superstite dell'Olocausto - Liliana Segre. Al forum hanno preso parte anche rappresentanti di Serbia, Francia, Ungheria, Inghilterra, ma anche di Russia e Brasile con Manuela D'Avila, candidata per il Partito dei lavoratori a vice presidente del Brasile alle ultime elezioni. Obiettivo: stilare un piano per le prossime elezioni europee, per contrastare “senza ambiguità le formazioni sovraniste, razziste e fasciste”.

Il Parlamento europeo ha votato una risoluzione contro "le derive antidemocratiche dei Paesi dell'Est Europa, dove i diritti politici, civili e sociali vengono messi in discussione"

“I valori del 25 aprile non devono continuare a guidare solo noi italiani, ma devono essere un faro per tutta la rete internazionale delle forze antifasciste” prosegue Margheri. Lo scorso 25 ottobre 2018 l'ha ribadito anche il Parlamento europeo, con una risoluzione sull'aumento della violenza neofascista in Europa, “con particolare riferimento alle derive antidemocratiche di vari Paesi dell'est Europa, dove gli attuali governi mettono sempre più in discussione diritti politici, civili, e sociali, negano la memoria antifascista, banalizzando, minimizzando o addirittura negando i crimini dei nazisti e dei loro collaboratori, oscurano il valore delle forze che hanno combattuto e vinto contro l'occupazione nazifascista”.

"Il Festival delle Resistenze non smetterà di esistere: si trasformerà solo in una manifestazione più articolata sul territorio" spiega Guido Margheri, presidente dell'Anpi di Bolzano

 
In questo quadro assumono un valore ancora maggiore le celebrazioni del 25 aprile a 80 anni dall'inizio del secondo conflitto mondiale, che questa mattina a Bolzano hanno visto la commemorazione di Franz Innerhofer (via dei Vanga), Salvo D'Acquisto (via Marconi), delle vittime del secondo conflitto mondiale ai cimiteri civile di Oltrisarco ed ebraico, ai caduti allo stabilimento Lancia e in via Siemens, al Lager di via Resia, a Manlio Longon e Giannantonio Manci (piazza IV novembre), ai caduti per la liberazione in piazza Adriano per concludersi in piazza Matteotti. Quest'anno sarà il primo senza Festival delle Resistenze, ma per Margheri non si tratta di un segnale da sopravvalutare, anzi. “Il percorso che ha portato alla sua conclusione non è stato traumatico bensì condiviso con tutte le oltre 30 associazioni che sinora avevano contribuito a organizzarlo. L'eredità e il senso di questa manifestazione si evolveranno anzi in una maggiore articolazione sul territorio, sul modello di quanto già accade nelle valli trentine” precisa Margheri.