Umwelt | La falda di Sinigo

Sette anni per ripristinare la bonifica

Il geologo del Comune di Merano Mittermair placa gli entusiasmi. "I lavori dureranno a lungo. Ci vorrà un assessore che dedichi moltissimo tempo a questo problema"
Sinigo acqua nei campi
Foto: (Foto: salto.bz)

“Da due anni mi è stato dato incarico di seguire la questione falda assieme al geologo Dessì, e procediamo con misurazioni frequentissime, ma non è che sono il Messia che in pochi mesi risolve tutto. Ed anche la parola risoluzione in una situazione del genere va usata con cautela”. Nikolaus Mittermair, pusterese, è entrato in servizio come geologo presso il Comune di Merano nel 2004. Il problema dei livelli di falda molto alti è esploso a Sinigo per la prima volta nel 2012, ma ci sono voluti 7 anni perché venisse compresa la serietà del problema e dato un incarico stabile ad un dipendente del Municipio. Stando a calcoli ancora approssimativi la spesa complessiva per il ripristino delle opere di bonifica non sarà inferiore ai 2 milioni di euro.

 

Salto.bz: Nikoloaus Mittermair, da geologo, ci spieghi come si è arrivati a questo punto.

Nikolaus Mittermair: Non essendo di Merano credo di ragionare e parlare con la massima oggettività. Sinigo ha avuto un grande sviluppo urbanistico a partire dagli anni Ottanta e Novanta. Sono stati coperti dei canali di bonifica. E in questo gli enti pubblici hanno fatto la loro parte. Ma non è che le responsabilità siano solo di parte pubblica, c’erano canali di proprietà privata, ed edifici in cui si sono fatti i garage anche se non si poteva. Noi in questi anni come Comune abbiamo fatto il possibile, abbiamo svolto le pulizie di emergenza. Non è possibile risolvere un problema del genere in 3 anni e nemmeno in 5 anni. Ed anche la parola risoluzione va usata con cautela. Quello che si potrà fare è migliorare il deflusso dell’acqua, evitare l’innalzamento della falda fino a un certo livello. Ma occorre partire e fare le cose con ordine. Non è più una questione del RUP (responsabile unico del procedimento, ndr), questo deve avere un aiuto, servono riunioni continue tra tutti gli attori, almeno ogni tre mesi.

 

Lo studio Patscheider ha rilevato proprio nella molteplicità di attori uno dei problemi principali. Condivide?

Ovviamente, questo è un grande problema. Se c’è un blocco in un canale bisogna prima risalire a chi spetta la manutenzione. Anche quando ci si rivolge alla Provincia entrano in campo diversi assessorati, e la cosa ci complica tanto la vita. Coordinare i vari interventi non è affatto facile. Chi costruisce l’opera? E una volta costruita, chi fa la manutenzione? Non sarà affatto facile stabilire tutte queste cose.

Come si dovrà procedere, quindi?

Alla fine di luglio dell’anno scorso è stata fatta una Bürgerversammlung in cui è stato spiegato quello che va fatto. Nella prossima Giunta ci vorrà un assessore o una assessora alll’ambiente che si prenda carico del problema con la coscienza che dovrà dedicare tantissimo tempo solo a questo progetto sennò non si potrà andare avanti in tempi accettabili. Ogni tre mesi ci si trova, si fanno le necessarie variazioni di bilancio, e piano piano si vedrà la luce in fondo al tunnel. La bonifica 100 anni fa l’hanno fatto perché era necessaria, ma ora dobbiamo stare attenti a non credere che ripristinarla possa risolvere il problema al 100 per cento. Negli ultimi decenni il clima ha portato a grossi cambiamenti, a precipitazioni più frequenti. Quindi bisogna essere coscienti che questi interventi potrebbero essere migliorativi e non risolutivi”.

I tempi?

Ci vorranno non meno di 5 anni per eseguire tutti i lotti. Cinque anni dal momento in cui c’è il consenso politico e i soldi per finanziare l’opera.

Lei lavora in Comune dal 2004. In anni probabilmente precedenti, nei primi anni 2000, sarebbero state date autorizzazioni per chiudere dei canali per la costruzione di complessi abitativi in edilizia agevolata. Ora le carte pare siano sparite.

Questo esula dal mio incarico, non gestisco l’Archivio. Mi sembra molto strano che possa accadere una cosa del genere. Mi sembra quasi impossibile. Io mi occupo della parte geologica, e seguo la questione falda da due anni.

E sul fatto che l’idrovora che permetteva di pompare l’acqua in eccedenza nell’Adige sia stata smantellata per lasciare spazio ad una casa privata, che idea si è fatto? Anche questa sembra una cosa incredibile in un territorio come l’Alto Adige.

Anche in questo caso stiamo non conosco i passaggi. Stiamo cercando di raccogliere le informazioni per rispondere ad una interrogazione. Da quello che abbiamo ricostruito finora pare che l’idrovora sia entrata in funzione 2 o 3 volte in 50 anni. Con gli occhi di oggi siamo pronti a giudicare severamente quella decisione di eliminarla. Ma se è effettivamente stata usata così poco dobbiamo metterci anche nei panni di chi ha fatto la scelta pensando ad un orizzonte temporale relativamente breve.