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“Sulle ammissioni decide l'Austria”

L’assessore Achammer risponde all’interrogazione di Repetto sul caso dello studente dell'Alto Adige escluso da Medicina a Innsbruck per il diploma in lingua italiana.
Philip Achammer
Foto: Seehauserfoto
  • Non c’è una convenzione tra l’Università di Innsbruck e la Provincia autonoma di Bolzano per l’ingresso degli studenti dell'Alto Adige nella facoltà di Medicina. Il consigliere provinciale Sandro Repetto aveva interrogato la Giunta provinciale su un esistente accordo “discriminatorio” tra Provincia e Facoltà di Medicina partendo da un caso di mancata ammissione. Si tratta di uno studente sudtirolese bilingue non ammesso al corso di laurea perché ha conseguito il diploma in lingua italiana. Il giovane, perfettamente bilingue, ha frequentato asilo, elementari e medie in lingua tedesca e le scuole superiori in lingua italiana. 

  • Il consigliere Pd Sandro Repetto Foto: Sandro Repetto

    “All’atto dell’ammissione e del superamento del test di ingresso di Medicina, presso la Facoltà di Innsbruck, si è posizionato in graduatoria entro i primi 150 candidati, certo quindi di poter entrare considerando che, all’epoca, il numero chiuso rendeva disponibili 200 posti per i cittadini austriaci e sudtirolesi”, spiegava Repetto nell’interrogazione del 21 marzo. 

    “Amara è stata la scoperta, nel vedersi escluso, in quanto avendo frequentato le Scuole Superiori in lingua italiana, non poteva essere equiparato agli studenti “sudtirolesi” il cui diploma è considerato equipollente al diploma ottenuto in una scuola superiore austriaca, nonostante egli avesse superato brillantemente il test di ingresso formulato, ovviamente in lingua tedesca. Lo studente è stato invece aggregato al contingente molto inferiore (40 posti all’epoca) dei posti riservati agli studenti UE e quindi il posto da lui raggiunto in graduatoria, ancorché entro i 150, non era sufficiente per rientrare nei 40 posti “europei”, ha concluso il consigliere provinciale del Partito Democratico. 

  • Sulla base della vicenda Repetto interrogava gli assessori competenti sull’esistenza di un accordo tra Provincia e Università di Innsbruck rispetto agli accessi di studentesse e studenti sudtirolesi e sulla scelta di escludere i diplomati in lingua italiana. Con la risposta dell'assessore Philipp Achammer si è tolto ogni dubbio: “Non esiste nessuna convenzione stipulata dalla Provincia Autonoma di Bolzano e la Medizinische Universität di Innsbruck relativamente alle modalità di ammissione allo studio”. 

    Achammer ha poi spiegato il funzionamento della Quoteregelung introdotta dall’ex ministra Elisabeth Gerer dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2005, che aveva definito discriminatoria la precedente normativa.  “Questa disposizione prevede che il 75% dei posti di studio nel corso di laurea in medicina sia riservato ai titolari di diplomi di maturità austriaci e ad essi equiparati. I diplomi di maturità ottenuti in una scuola superiore con lingua di insegnamento tedesca e ladina sono equiparati ai diplomi di maturità austriaci. Questa equiparazione dovrebbe garantire a chi ha sostenuto l’esame di stato in lingua tedesca, il diritto di continuare la formazione tendenzialmente nella propria lingua madre anche all’università. A prescindere dall’appartenenza al gruppo linguistico, quindi, agli altoatesini con tali diplomi di maturità rientrano nella cosiddetta “quota”.” Una tutela linguistica, dunque, quella riservata ai diplomati in lingua tedesca in Sudtirolo, che rientrano nella quota del 75% di posti riservati agli studenti austriaci, a differenza dei diplomati in lingua italiana. 

    Repetto ha inoltre chiesto se ci fosse intenzione di ampliare l’accesso anche agli studenti con la maturità in lingua italiana, vista la mancanza di personale medico in Provincia di Bolzano. Non è così semplice, a poter cambiare il regolamento sulle ammissioni è solo il legislatore austriaco a decidere, Achammer ha infatti risposto: “Preme inoltre sottolineare che la modifica di questa procedura di ammissione è possibile solo attraverso una misura legislativa e non rientra direttamente nella nostra sfera di influenza e che la cosiddetta “Quotenregelung” è stata per il momento confermata fino al 2025. La questione è stata comunque negli anni portata all’attenzione dell’autorità austriaca competente”. È stata infine negata anche l’esistenza di un contributo che la Provincia Autonoma di Bolzano assegnerebbe all’Università di Innsbruck: “Come già evidenziato non è stata stipulata alcuna convenzione, motivo per il quale non è stato assegnato nessun contributo”, ha concluso l’assessore. 

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Luca Marcon Mi., 08.05.2024 - 13:23

Quindi un sudtirolese "DOCG" che scegliesse di frequentare le superiori in lingua italiana per - che ne so - perfezionare la lingua ufficiale dello stato sarebbe automaticamente escluso dal contingente riservato in virtù del fatto che - così dice Achammer - «...Questa equiparazione dovrebbe garantire a chi ha sostenuto l’esame di stato in lingua tedesca, il diritto di continuare la formazione tendenzialmente nella propria lingua madre anche all’università.»

Mi., 08.05.2024 - 13:23 Permalink
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H. Predazzer Do., 09.05.2024 - 10:55

Unverständlicher Vorgang, wenn er richtig beschrieben wurde, und nicht ein anderer Grund vorlag.
Innerhalb der EU werden staatliche Reifediplome übersetzt und dann bewertet, ein "üblicher" Vorgang. Ansonsten dürfte ja kein Absolvent einer Oberschule mit anderer Unterrichtssprache als Deutsch in Österreich studieren.
Spanier, Griechen, Litauen, Finnen? Keiner davon an einer österreichischen (Medizin)-Fakultät?
Was natürlich sein kann und auch immer wieder passiert, ist, daß Termine zur Vorlage, bzw. Anerkennung ausländischer Reifediplome verpasst werden.
Aber was weiß man schon. Salto könnte ja mal genauer recherchieren, das Thema hat ja durchaus einen Wert für die Allgemeinheit. Die SH ist da bestimmt gerne und kompetent behilflich.

Do., 09.05.2024 - 10:55 Permalink