Politik | Alla Camera

Terzo mandato, altra fumata nera

Non passa l'emendamento di Maria Elena Boschi, sostenuto dalla SVP, per alzare il limite dei mandati nei Comuni più grandi. Europee, via libera al voto per i fuori sede.
sindaco, Bürgermeister
Foto: Gemeinde Eppan
  • La Camera dei Deputati ha approvato ieri (21 marzo) in via definitiva, con 143 sì, 87 no e 11 astenuti, il “decreto elezioni” che contiene le misure relative alle elezioni del 2024 e in particolare delle europee di giugno. Il provvedimento, che non ha subito modifiche rispetto al testo che ha ricevuto l'ok dal Senato, stabilisce tra le altre cose che il voto per le elezioni europee sia sabato 8 e domenica 9 giugno. Sempre per le europee, il “decreto elezioni” introduce, in via sperimentale, il voto per gli studenti fuori sede e prevede l’esenzione dalla raccolta firme per i partiti che hanno un gruppo parlamentare o un eletto nel Parlamento italiano nonché ai partiti europei (PPE, PSE, Verdi, etc) con uno o più europarlamentari eletti in Italia. Per tutte le altre liste, le firme necessarie sono dimezzate (ora ne serviranno 75mila).

  • L'emendamento Boschi

    La norma elimina inoltre ia livello nazionale l limite di mandati per i sindaci nei Comuni con meno di 5mila abitanti, mentre nei Comuni tra i 5mila e i 15mila abitanti, i primi cittadini potranno candidarsi tre volte. In tutti gli altri Comuni più grandi solo due: non è infatti passato un emendamento della deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi, sostenuta anche dalla SVP, per estendere la possibilità del terzo mandato ai Comuni con più di 15mila abitanti. A favore hanno votato solo Lega e Italia Viva, contro FdI, PD e FI. Il Governo affronterà la materia nel Testo unico degli enti locali (TUEL).

  • Maria Elena Boschi, deputata di Italia Viva: "Spiace che gli amici del PD non abbiano condiviso il merito di questa proposta" Foto: Il riformista
  • “Meloni e Salvini sono ormai separati in casa – ha spiegato Maria Elena Boschi – e abbiamo provato a inserirci nella spaccatura della maggioranza sul terzo mandato per far passare il provvedimento. I nostri emendamenti raccoglievano le proposte che arrivavano dai sindaci e dai presidenti di regione, senza connotazione politica ma solo nell’interesse delle comunità rappresentate”. “Spiace però che gli amici del PD non abbiano condiviso il merito di questa proposta, dicendo che non era il momento. Un alibi per nascondere la spaccatura tra chi siede in Parlamento e la propria comunità, i propri sindaci e presidenti di Regione”, ha concluso la deputata renziana.