Una facile allegoria

Poco fa sono sceso in strada, per esporre vicino al cancello il bidoncino dell'organico. Subito mi è venuta in mente una differenza fra Trento e Bolzano: qui, a quanto mi risulta, qualche anno fa, quando è stato introdotto il sistema "porta a porta", non è successo un putiferio; e pochissimi hanno colto l'occasione per raccattare qualche votarello in più, facendo perno sull'emozionalità di chi si trova a dovere finalmente riflettere sui rifiuti che produce e fare quel piccolo sforzo in più per evitare che il nostro pianeta si trasformi in una discarica a cielo aperto.
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E mi è venuto anche in mente che qui le zanzare tigre ci sono da un po' di tempo, un paio di anni prima rispetto a Bolzano (stanno, anno per anno, risalendo la penisola; chissà se le Alpi fermeranno la loro avanzata). E qui nessuno (o pochi) ha usato quell'argomento per attaccare il governo comunale; mentre ho visto, un paio di anni fa, che a Bolzano qualcuno, per attaccare la giunta, le rinfacciava pure la presenza di quegli sgradevolissimi insettacci.

Ma è di qualcosa di più spiacevole che volevo parlare, che c'entra poco con il confronto fra Trento e Bolzano; però, mi sembra, un po' c'entra con la gestione del nostro Paese.

Vicino a dove metto il bidoncino, rasente il muro che delimita il giardino e vicino alla colonna del cancelletto, c'è una merda. Sì, lo so che adesso qualcuno storcerà il naso, penserà che sono volgare, che di certe cose non si parla. Ma mi rifiuto di usare gli eufemismi che ci insegnano da bambini (cacca, pupù, ecc.) o i termini specialistici (deiezioni, feci, ecc.): no, quella è proprio una merda, una merda di cane. Ed è lì da un bel po', direi, a occhio e croce, da più di un mese.

C'è qualcuno che, qui vicino, porta a spasso il cane, ma non si prende la briga di portare via quello che produce in termini di scarto (son stato bravo 'sta volta, eh?). Succede purtroppo spessissimo, in questa via: questi orridi trofei rimangono lì un po', poi tra una cosa e l'altra (la suola della scarpa di un passante distratto, la ramazza dello spazzino, la pioggia) dopo un po' scompaiono.

Questa no: questa è in una posizione particolare, rasente al muro, appunto. Lì non si cammina più di tanto, solo qualche sfortunato ha avuto la sventura di pestarla; ma non è bastato per portarsela via. Vi siete mai chiesti cosa succeda a una merda lasciata lì? Ve lo dico io: rimane lì. Qualche piovutina l'ha fatta, anche 'stanotte ha piovuto tutta la notte: e, appunto, è ancora lì, ben riconoscibile, un po' spiattelata, ma tutto sommato unita.

Mi è venuto in mente questo: chissà, forse tra un po', finalmente, ci libereremo di chi sporca (in vari sensi: dall'inquinamento, alla corruzione, al malgoverno) il nostro paese. Ma quella "cosa", quello scarto, quello spiacevole souvenir, rimarrà lì un bel po', non ce ne libereremo così facilmente. Magari usciremo da questa orrenda cultura civile e politica; ma ne risentiremo ancora per un po' gli effetti.

E penso anche a chi è passato col cane e ha lasciato lì quella cosa: tutte le volte che è passato di lì, l'avrà vista? Si sarà posto delle domande? Si sarà un po' detto: Ma guarda che brutta cosa ho fatto? Come, chessò, chi ha permesso che questa classe dirigente facesse quello che ha fatto: quando tutto sarà finito (in fondo, conservo ancora qualche speranza; forse sono solo un illuso, però), quando ci troveremo a pagare gli strascichi della cattiva gestione, si porrà delle domande? si riconoscerà qualche colpa? si dirà che, forse, avrebbe potuto fare qualcosa prima?

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Gianluca Trotta Mo., 30.09.2013 - 23:07

Questa cosa qui l'ho scritta oggi pomeriggio, e mi sembrava forse un po' eccessiva nei toni, forse anche un po' di cattivo gusto. Poi, purtroppo, anche 'stasera ci sono ricascato: ho guardato Report. E mi sembra sia ancora moderato qualsiasi paragone scatologico si voglia fare con chi ci governa da anni (che, al di là delle etichette, sono in fondo sempre gli stessi). E mi dico: chissà, forse anch'io ho fatto poco; forse anch'io avrei potuto fare di più per evitare la deriva; forse quella merda, tappandomi il naso e munendomi dei mezzi idonei, l'avrei potuta togliere io di mezzo. Depressione, senso di impotenza, sensazione di far parte di una società anestetizzata. Ma è così ovunque? O siamo noi, è la nostra peculiarità? Che fare, che si può fare? Io non lo so più, davvero.

Mo., 30.09.2013 - 23:07 Permalink