Una scopa che spazzava la bandiera italiana in sottofondo. E poi lo slogan: “Il Sudtirolo può rinunciare all'Italia” . Due anni fa il movimento SÜD-TIROLER FREIHEIT ottenne grande risonanza mediatica con un manifesto che finì però anche subito nelle mani del procuratore capo Guido Rispoli. Risultato: sequestro del materiale e formalizzazione dell'accusa relativa al reato di vilipendio alla bandiera. Ne nacque subito un'accesa polemica, anche se ovviamente confinata in un ristretto recinto di interessati.

Stamani (1 ottobre) un gruppo di esponenti del movimento di Eva Klotz si è riunito sotto il fregio mussoliniano di piazza Tribunale per inscenare un'azione di protesta che si riallaccia proprio a quei fatti. Gli attivisti di SÜD-TIROLER FREIHEIT si sono dati un po' da fare con la ramazza, per la gioia dei fotografi presenti, nell'intento di chiarire che con lo stato italiano bisogna fare piazza pulita.

Intanto, all'inizio di novembre si terrà per l'appunto il processo relativo al reato imputato di vilipendio. Alla sbarra, per così dire, Eva Klotz, Sven Knoll, Werner Thaler, Roland Lang, Reinhild Campidell, Reinhold Ladurner, Herbert Campidell, Stefan Zelger e Sepp Mitterhofer. Il rischio di una condanna è minimo. Tutta pubblicità che cola, comunque, e per di più servita su un piatto d'argento proprio dall'odiatissimo Stato.