Gesellschaft | solidarietà

Cooperazione ai tempi della crisi

Crisi e cooperazione allo sviluppo. Si impone un ripensamento non solo nell’utilizzo dei budget, ma del modello di sviluppo in generale e degli stili di vita e di consumo. Cambiare a partire da noi stessi?

Quello della cooperazione allo sviluppo è un percorso di consapevolezza. Un tempo si parlava di “aiuti al Terzo mondo”. Poi si è passati all’espressione “aiuti allo sviluppo” (Entwicklungshilfe), perché si era convinti che siamo noi (ricchi) ad aiutare loro (poveri). Ora si è capito che ognuno ci mette del suo e quindi la parola “cooperazione” (allo sviluppo) appare la più adatta. Tuttavia alcuni macrofenomeni stanno portando ad un ulteriore passo in avanti: i mutamenti climatici e la crisi globale dicono (a chi voglia ascoltare) che i cambiamenti radicali di cui c’è bisogno non sono laggiù in paesi lontani. Ciò che non funziona è il nostro stile di vita e di consumo e il nostro modello di sviluppo. Ovvero proprio le cose che per decenni l’Occidente aveva pensato di dover esportare nel Sud povero.

Anche la cooperazione altoatesina fa i conti con la crisi e con i tagli che i bilanci impongono. Meno soldi. “Meno budget”, ripetono i responsabili dell’Ufficio Affari di gabinetto competenti per il settore. Malgrado tutto le attività non devono essere eliminate, semmai rese più snelle e sobrie. E le idee non mancano. È il caso delle Giornate della cooperazione previste per l’11 e il 12 ottobre a castel Mareccio. Si faranno, vedranno la presenza autorevole di Franz Fischler, già commissario europeo per l’agricoltura, e saranno dedicate alla “Sicurezza alimentare nel Sud e nel Nord del mondo”. Sì, proprio così: nel Sud e nel Nord. Non perché nel Nord si muoia di fame (qualcuno magari sì), ma perché nel Nord si intravedono sempre più nitidamente le cause della fame del Sud.

“Le nostre responsabilità”

I contenuti della due giorni, ancora in fase di definizione, sono stati discussi lunedì pomeriggio al Tavolo di coordinamento che raccoglie associazioni, organizzazioni, gruppi e persone che operano nell’ambito della cooperazione e dell’educazione allo sviluppo e alla mondialità. All’ordine del giorno anche la scelta della tematica prioritaria per gli anni 2014-2015. La proposta del tema, “Il mondo che ci nutre: le nostre responsabilità per uno sviluppo sostenibile”, è stata bene accolta, perché racchiude una serie di istanze che le associazioni hanno riconosciuto come proprie e attuali. In modo particolare, appunto, la necessità di ripensare l’idea di sviluppo e di ridefinire gli stili di vita nell’ottica della responsabilità dell’individuo, delle regioni, degli stati. È sostanzialmente di questo che parlerà Franz Fischler, venerdì 11 ottobre, nella sua relazione su “Un’agricoltura sostenibile per sfamare nove miliardi di persone”.

La cooperazione allo sviluppo altoatesina ha alle spalle più di due decenni di attività ed esperienza. Da quando è in vigore la specifica legge provinciale (“Promozione dell’attività di cooperazione e della cultura della pace e di solidarietà”, LP n. 5 del 19 marzo 1991) al 2012 sarebbero stati sostenuti in tutto 1.741 progetti per una spesa di oltre 47 milioni di euro.

Per il 2013 gli euro stanziati sono 1.656.776 euro, suddivisi in 237.046 euro per le attività di sensibilizzazione (il 14,3%), 1.024.259 euro per i progetti delle associazioni (62%) e 395.470 euro per i programmi diretti della Provincia (23,7%). Altri 297.000 vengono dati a Bolzano dalla Regione a sostegno di progetti provinciali.

Stanziamento in calo

L’anno scorso il totale ammontava a 1.743.543. La diminuzione è dunque del cinque per cento. Dal 1991 l’impegno provinciale per la cooperazione allo sviluppo, partito con circa mezzo milione di euro, era cresciuto costantemente attestandosi infine attorno ai due milioni. Nel 2005 lo stanziamento era stato di 2.135.100 euro. Poi è arrivata la crisi. Dal 2009 cominciano i tagli: - 0,1% (2009), - 7,7% (2010), - 1,4% (2011), - 10% (2012) (a prescindere dalle integrazioni per le emergenze, decise nel corso dell’anno). La percentuale sul bilancio totale è passata da circa lo 0,5 allo 0,33 per mille (per un doloroso confronto con la provincia di Trento cfr. box in alto).

La Regione Trentino Alto Adige nel 2013 ha dato per 87 “progetti umanitari” 2.397.700 euro, in aumento rispetto all’anno precedente, quando i progetti erano 79 e la somma impegnata 2.230.000 euro. In Alto Adige anche il comune di Bolzano ha in bilancio la voce “contributi per la cooperazione decentrata allo sviluppo e la solidarietà internazionale”.

La crisi globale impegna a dare di più ma e, al tempo stesso, impedisce di farlo. È proprio in questo paradosso che si gioca una parte delle “nostre responsabilità per uno sviluppo sostenibile”.