Politik | Elezioni provinciali

La crisi del Movimento 5 Stelle va al di là del "caso" Perugini.

L'espulsione di Andreas Perugini andata in scena nei giorni scorsi sarebbe solo una delle conseguenze locali del malessere interno che starebbe minando la formazione politica ispirata da Beppe Grillo.

Fino a qualche giorno fa nulla traspariva ma nel giro di poche ore tutto è cambiato. Il Movimento 5 Stelle altoatesino è oggi infatti nell'occhio del ciclone a seguito dell'espulsione di uno dei suoi fondatori, Andreas Perugini, sancita negli scorsi giorni da una drammatica riunione degli attivisti della formazione politica che a livello nazionale si richiama a Beppe Grillo
Che nel movimento si fossero manifestate delle problematiche di democrazia interna, dopo la straordinaria affermazione nel corso alle scorse elezioni nazionali, era noto a tutti. Ma che tali problematiche avrebbero investito anche l'anima altoatesina della formazione politica, ad un mese e mezzo dalla elezioni provinciali, l'avevano davvero previsto in pochi. 

D'altronde "l'espulsione di un esponente di spicco non è una cosa nuova" - ci ricorda Flavio Pintarelli, che a suo tempo ci aiutò a scandagliare il dietro le quinte del movimento - "basti pensare a Favia che per un certo periodo è stato il cavallo di razza del M5S, salvo poi passare per traditore in un battito di ciglia". 
Ma da dove nascono le specifiche crisi del M5S che spesso si traducono in "epurazioni"?
Pintarelli propone una lettura legata alla natura stessa del movimento. "Credo che la difficoltà a gestire questo tipo di situazioni sia legata al rifiuto della forma partito e a una mancata discussione sulle forme di organizzazione". 
La lettura di Pintarelli si carica poi di accenti specifici per la nostra realtà locale: "esiste una dicotomia tra l'attività dei militanti sui territorio la fedeltà alla linea dettata da Grillo, che in quanto semplice megafono non ha o non dovrebbe avere voce in capitolo sulle scelte territoriali". 
Ma... quali sono i meccanismi che vengono allora attivati in queste situazioni? 
La risposta è lapidaria: "ovviamente la specifica questa forma di non-leadership di M5S crea conflitti che vengono sanati rimuovendo il problema".

I recenti problemi locali del movimento sono in una certa misura anche conseguenza delle difficoltà incontrate dalla formazione ispirata da Beppe Grillo in questi primi 6 mesi di vita parlamentare. Il governo delle larghe intese PD - PDL avrebbe dovuto garantire al M5S lo svolgimento del suo naturale ruolo di opposizione. Eppure nei sondaggi il movimento cala di popolarità. Ma quali sono i motivi di questa disaffezione da parte dei cittadini?
Ancora Pintarelli: "i militanti si sperticano nell'enumerare le attività dei parlamentari grillini ma fuori, nell'opinione pubblica, quello che è passato sono state le divisioni, le liti, le epurazioni e le bagatelle (tipo il dibattito sulla diaria)". 
Dunque agli occhi di chi ha votato il Movimento non per cieca fede o militanza ma per esprimere una volontà di dissenso e di cambiamento è prevalsa l'impressione di un movimento spaccato, in cui fa fatica a prevalere una linea precisa. 
Ad essere sotto accusa è la macchina comunicativa di Casaleggio. "La sua presenza a Cernobbio - ci ricorda Pintarelli - è un'immagine chiara di come il movimento stia cercando di posizionarsi e non a caso è stata molto criticata dalla base". 
D'altronde anche Wu Ming da tempo vede nel M5S addirittura uno strumento per ammorbidire e addomesticare il conflitto sociale (!). 

In sintesi allora qual è la prospettiva del Movimento 5 Stelle, a cui è strettamente legata anche la sua propaggine altoatesina?
Per Pintarelli "non essere riusciti a far sciogliere le camere in primavera ed andare a nuove elezioni ha di fatto paralizzato il movimento all'opposizione, facendo emergere criticità che ne hanno minato l'immagine e la credibilità agli occhi dell'elettorato meno fedele".

Dunque il conflitto tra Perugini e le "donne" del movimento altoatesino, da lui accusate di "stalinismo", sarebbe solo un fatto marginale o una punta di iceberg rispetto a problematiche di ben più ampio respiro che - invece - provocherebbero e minerebbero il futuro della formazione politica che si richiama a Beppe Grillo. 

Bild
Profil für Benutzer Passing Art
Passing Art Mi., 11.09.2013 - 14:22

Anche se il M5S è in crisi soprattutto per il dispotismo del suo leader e per la incapacità dei suoi di proporre alleanze con altre formazioni politiche non allineate con il Pdl, non illudiamoci che alle prossime, imminenti, elezioni subisca un tracollo o un forte ridimensionamento, rispetto allo scorso febbraio.
Infatti, con tutti i difetti che il M5S ha, in primis quello della scarsa trasparenza di ciò che accade al suo interno nonché della quasi totale assenza di democrazia, sempre al suo interno, esso rimane a tutt'oggi l'unica forza o movimento politica-o, oltre a Sel, ad essere credibile di fronte allo sfacelo non solamente economico del nostro Paese, ma anche morale.
Che dal Parlamento debbano essere cacciati i ladri, come detto sin con troppa veemenza proprio ieri da un deputato 5S, dovrebbe essere una ovvietà e 60 milioni di Italiani non dovrebbero essere ostaggio di uno o cinque o dieci o cinquanta pregiudicati che vogliono a tutti costi non lasciare uno scranno che garantisce loro centinaia di migliaia di euro all'anno.
Una ovvietà che però nemmeno un partito come il Pd fa propria e dunque come potersi stupire se tutto il malcontento, per non dire la rottura di c..., finisce inevitabilmente con l'eleggere i giovani e inesperti rappresentanti del M5S?

Mi., 11.09.2013 - 14:22 Permalink