Gesellschaft | Penitenziario di Bolzano

Un carcere nuovo e più umano

Il sovraffollamento del vecchio carcere di Bolzano ha imposto agli organi competenti un cambio di rotta: a ottobre il via alla gara d'appalto per la costruzione di una nuova struttura. Più punti per chi presenterà progetti innovativi anche dal punto di vista sociale e umano.
Hinweis: Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.
finanzielle_aspekte.png
Foto: Autonome Provinz Bozen

Il nuovo carcere di Bolzano sarà una struttura nuova sotto molteplici aspetti: non solo più grande e moderno, ma anche un carcere guidato da una nuova mentalità. Dovrà essere un luogo dove, oltre a scontare una pena, i detenuti possono allontanarsi dalla vita criminale che li ha condotti lì.

"Il carcere non deve essere un luogo di consolidamento delle scelte criminali" ha dichiarato oggi Giovanni Tamburino, capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero a Roma, che ha seguito da vicino la vicenda del carcere di Bolzano. La nuova struttura dovrà seguire questa filosofia, e trasformarsi in un luogo in cui il criminale può riavvicinarsi a una vita sociale e lavorativa.

Il progetto è stato presentato da delegato del Ministero assieme al Presidente della Giunta Luis Durnwalder e all’ingegnere Klaus Plattner che ha seguito la realizzazione del bando e del progetto pilota.

Un nuovo carcere è indispensabile anche per Bolzano. Il segretario Uil Penitenziari, Eugenio Claudio Sarno, ha duramente criticato il sovraffollamento del carcere bolzanino durante la sua ultima visita. Si tratta di un problema diffuso in tutta Italia, che ospita oggi ci più di 65 mila detenuti. Nonostante la nostra media sia inferiore rispetto a quella europea – 110 detenuti ogni 100.000 abitanti contro i 149 del resto dell’unione - il problema rimane. Le carceri italiane sono troppo piccole per il numero di detenuti. Il sovraffollamento, però, non si traduce solo in una pessima qualità di vita, ma anche in un sistema che allontana il detenuto dalla riabilitazione.

La struttura attuale in via Dante è superata e insufficiente. Costruita nel diciannovesimo secolo, è oggi troppo piccola per Bolzano e la sua architettura è poco adatta alle nuove filosofie carcerarie. Nelle intenzioni del suo costruttore doveva ospitare al massimo un centinaio di detenuti, mentre oggi sono 125 i residenti. La nuova struttura, secondo le indicazioni date dal ministero, dovrà poter ospitare 200 detenuti e 20 criminali in semilibertà. Ma dovrà offrire anche spazi adeguati ai 100 dipendenti della polizia penitenziaria. I costi previsti dalla provincia e presentati durante la conferenza stampa di oggi a Palazzo Widmann, si dovrebbero aggirare attorno ai 63 milioni di euro, imprevisti e iva compresi.

Il primo ottobre il via alla gara d'appalto, che si chiuderà entro dicembre di quest'anno. I lavori dovrebbero partire nell'estate del 2014 e concludersi nell'estate del 2016. Chi vincerà la gara non si dovrà solo occupare della progettazione e della realizzazione della struttura, ma sarà anche il gestore per i prossimi 20 anni dei servizi interni alla casa circondariale. Pertanto non basterà realizzare un buon progetto di ingegneria e architettura.

Una parte considerevole del valore della proposta verrà infatti assegnato alla gestione del carcere, in particolare alla realizzazione di progetti di formazione e reinserimento sociale. Il nuovo carcere sorgerà nella zona sud della città, nei pressi dell'area industriale. La sua posizione, connessa agli incentivi fiscali per il lavoro carcerario, faranno sì che la nuova struttura possa trasformarsi in un centro di lavoro e riabilitazione. "E' importante che i detenuti svolgano attività sociali e lavorative: questo fa parte della nuova visione dell'istituzione carceraria" ha commentato il delegato ministeriale Tamburino.

Il progetto presentato oggi è solo un’idea, una linea guida. "Quello che abbiamo realizzato vuole essere solo un'impronta: gli impresari potranno muoversi liberamente, anche presentando idee di autosostentamento della struttura. Ad esempio si possono realizzare impianti fotovoltaici” ha affermato l'ingegnere Klaus Plattner.

Resta un nodo da sciogliere: cosa fare della vecchia struttura. Il presidente Durnwalder ha dichiarato apertamente le intenzioni della provincia: "Vorremmo acquistare il vecchio carcere dal ministero, per questo abbiamo già iniziato la trattativa. Ovviamente non sarà un regalo".