Politik | Il ritorno del Landeshauptmann

Durnwalder: “Sono stato trattato come meglio non si poteva”

Ultima conferenza stampa di Giunta per Luis Durwalder, reduce dall'infarto avvenuto la settimana scorsa. Nessuna traccia di affaticamento, lodi sperticate per il servizio ospedaliero e attenzione subito puntata sulle questioni all'ordine del giorno.

Chi si fosse perso le notizie, l'ultima settimana, non si sarebbe accorto di nulla. Sette giorni fa la penultima conferenza stampa sulle delibere approvate dalla Giunta provinciale, oggi l'ultima. Quella che precede le vacanze natalizie e dunque il passaggio di consegne al nuovo esecutivo, che come noto sarà guidato da Arno Kompatscher. Eppure nel frattempo qualcosa è (o sarebbe) successo. Nella notte tra lunedì e martedì 10 dicembre Luis Durwalder fu (viene spontaneo usare il passato remoto) colpito da infarto, quindi immediatamente trasportato all'ospedale San Maurizio di Bolzano e operato. Il suo è stato poi un recupero a tempo di record, tanto da aver convinto i medici a consentirgli di tornare al lavoro e presentarsi così addirittura all'appuntamento odierno in splendida forma.

Forse per questo motivo – la curiosità di cogliere almeno qualche traccia di affaticamento o carpire nuovi particolari su una vicenda ormai descritta più volte – la sala stampa di Palazzo Widmann era piena di giornalisti, reporter e telecamere. Durwalder si è affacciato all'ingresso puntuale, è avanzato a passo spedito, e ha preso subito posizione sulla poltrona. Dopo aver mormorato sottovoce un motto in latino è passato così a snocciolare senza alcun preambolo le delibere della Giunta. Imu, assistenza ai senza tetto, questioni relative all'impresa Memc, borse di studio, prenotazioni telematiche per l'assistenza sanitaria e così via. Come se nulla fosse. Solo quando è passato ad esporre gli stessi temi in lingua italiana, il Landeshauptmann si è lasciato un po' andare, ha sfoderato un sorriso compiaciuto, e ha commentato: “Come vedete, sono ancora vivo”. Di seguito un complimento rivolto ai medici e al personale che l'hanno curato, e più in generale un vero panegirico dell'ospedale bolzanino: “Darei un bel dieci e lode, e non è vero che si sono occupati solo di me, ho potuto testimoniare che l'impegno e l'efficienza erano garantiti per tutti coloro i quali si trovavano là”. Insomma, il solito Durnwalder, concentrato sulle cose fatte e da fare. Il riposo, il ripiegamento necessario a chiunque viene colpito da una malattia o da un disturbo fisico importante non fanno evidentemente per lui. E soprattutto non sono compatibili con il mito dell'efficienza del quale talvolta sembra inconsapevole prigioniero (anche perché viene coltivato in modo sfacciato da chi lo circonda). Una disarmante dimostrazione di salute che per alcuni ha qualcosa di patologico in sé.