Politik | Incontro con il Landeshauptmann

"Bisogna saper distinguere tra gli interessi privati e quelli collettivi"

Ampia intervista ad Arno Kompatscher. "Mi avevano messo in guardia dai poteri forti, ma affrontarli non è stato così drammatico". Sulle pensioni d'oro: "non sono il difensore e neppure l'inquisitore, la ferita resterà ma potrebbe diventare una catarsi". Sull'Imi: "la provincia ci perde di più e i comuni hanno i margini per risparmiare".

Avevamo incontrato Arno Kompatscher il 25 marzo 2013, un'epoca lontanissima visti gli innumerevoli cambiamenti avvenuti nell'ultimo anno nella politica locale. Nella sede del consorzio dei comuni il (ora ex) sindaco di Fiè ci aveva illustrato quelle che erano a tutti gli effetti vere e proprie visioni sull'evoluzione del Sudtirolo, rivelatasi poi ancora più rapida (e per molti versi drammatica) rispetto alle più rosee previsioni. 
Dopo un anno abbiamo reicontrato Kompatscher nel suo ufficio a palazzo Widmann, ormai completamente ripulito dalle tracce del precedente inquilino. E prima di entrare abbiamo brevemente sostato nel corridoio sul divano che per decenni ha ospitato all'alba i cittadini questuanti, oggi desolatamente vuoto ed inutilizzato. Anche questo un segno dei tempi che cambiano.

● Presidente Kompatscher, un anno fa molti la associavano a Renzi. Ora che entrambi fate un altro mestiere, come vanno le cose?
Arno Kompatscher - È un po' un malinteso. Si è parlato anche di amicizia, ma in realtà sono pochi i contatti che abbiamo, per non parlare della grande differenza tra i nostri ruoli. C'è senz'altro intesa su determinati temi, sull'idea che ogni tanto bisogna avere il coraggio di aprire le finestre e spolverare un po' in giro...

● In effetti lei un anno fa aveva proprio usato questa metafora...
Sì. Ma ripeto che per il resto io e Matteo Renzi abbiamo storie profondamente diverse, anche se i nostri approcci sono in parte simili. 

● L'accordo con il PD è ancora così forte, dopo il governo di unità nazionale di Letta e l'accordo sulla legge elettorale tra Renzi e Berlusconi?
L'accordo tra Renzi e Berlusconi è strategico su determinati punti e non è un accordo politico. Lo sanno tutti e Berlusconi per primo. Se si voleva modificare la Costituzione bisognava avere la maggioranza necessaria in entrambi i rami del Parlamento. Qualcuno ha pensato che Renzi sarebbe stato fregato e invece sembra che stia riuscendo a gestire la cosa. Se Renzi riesce a fare la riforma entra nella leggenda; se non ce la fa la colpa è di Berlusconi e si va al voto. Dal punto di vista della strategia allora, come dice Di Pietro, 'c'azzecca' senz'altro. 

● Un anno fa lei mi aveva detto senza mezzi termini che la provincia deve smetterla di fare l'imprenditore. Rimane di questa opionione?
Sì, infatti sto valutando la situazione che riguarda gli enti strumentali e le società partecipate. Ce ne occuperemo nell'ambito della spending review con un'apposita commissione. 

 Sarà una riforma radicale?
Sì. Decideremo nell'ordine 1) se certe cose vanno effettivamente fatte. Poi nel caso in cui vadano fatte 2) se deve essere l'ente pubblico ad occuparsene. Quindi 3) se quelle cose a farle devono essere la provincia o i comuni, ed infine. Infine 4) valuteremo se quelle determinate cose al momento vengon fatte bene oppure no. 
È necessario un ripensamento complessivo perchè sono convinto che finora abbiamo fatto tante cose che, per natura, pubbliche non sono. 

● Un anno fa ci aveva detto che occorreva avere il coraggio di andare oltre, anche nel suo partito. Quelle parole oggi sembrano quasi profetiche...
(ride) Vabbé... allora non avrei mai pensato a quello che è successo dopo. Pensavo che ogni tanto bisogna uscire dai binari consolidati e avere il coraggio di osare. Cerco di farlo tuttora, anche e soprattutto con i miei collaboratori. Ogni tanto nelle nostre riunioni butto lì le cose anche solo per vedere la reazione. Credo che questa cosa faccia parte del lavoro di un politico o di un manager, di uno che ha la responsabilità di guidare e guardare avanti. 

● Della Svp mi aveva detto che è un partito tra i più democratici in Europa. Ne è ancora convinto? Ha trovato delle zavorre che non si aspettava?
Ovviamente dove ci tanti collaborano ci sono le persone in buona fede e si sono anche quelle che non lo sono al 100%. Insomma: quelle che seguono interessi collettivi e quelle invece che seguono i propri. È una cosa normale. Mediamente e tirate le somme io in questo partito però ci credo, perché vedo moltissime persone che si impegnano senza nessun fine personale. Lo vedo soprattutto negli Ortsgruppen, c'è tantissima gente che si incontra ogni settimana per pensare a come migliorare la società. C'è ancora tanto idealismo. 
La Svp ha avuto ancora una volta la forza per rinnovarsi e il 3 maggio avremo un presidio del partito completamente nuovo, giovane e con grandi ambizioni. E in realtà un grande cambiamento lo avevamo già avuto alle provinciali, la nostra lista era infatti la più nuova e giovane. 

● Il rinnovamento da lei portato si è dovuto confrontare con i cosiddetti poteri forti. Com'è stato l'impatto? Come l'ha vissuto?
Ma esistono poi (ride)? Devo dire che qualcuno mi aveva annunciato che avrei dovuto fare i conti con un forte vento contrario, anzi con più venti,  fortissimi. Me lo dissero quando spiegai come volevo fare e come intendevo formare il governo provinciale. Alla fine devo dire che la situazione che ho dovuto affrontare non è stata così difficile. Le critiche ci sono state: è normale e anche legittimo, ognuno la pensa come vuole. C'erano correnti del partito che avevano altre idee, ma non è mai stato così drammatico come qualcuno aveva annunciato. I gruppi d'interesse ci sono in ogni società e bisogna esserne consapevoli, la cosa fa parte dei compiti di un politico. Devi sapere chi sta dove e per quale motivo, così puoi capire e valutare dove sta l'interesse (legittimo) di un determinato gruppo e dove sta l'interesse collettivo. 

● In questo periodo lo scandalo delle pressioni è stato un grosso problema da affrontare che però in qualche modo l'ha anche rafforzata. Lei è stato visto come una sorta di salvatore della patria. È, questo, un ruolo che le sta stretto?
(Scuote la testa ed allarga le braccia) Non sono né il difensore di chi ha fatto determinate scelte, ma nemmeno l'inquisitore e il giudice. Il mio compito è innanzitutto quello di portare avanti il programma di coalizione e poi per quanto riguarda quella questione andare verso una proposta di legge che sistemi le cose. Credo che ci potremo riuscire, ma è certo che quello che è successo resta. Ma si tratta di una ferita che però potrebbe trasformarsi in una catarsi. Io sono sempre ottimista, in ogni crisi vedo anche un'opportunità dalla quale si può rinascere in qualche modo più forti. Non parlo del mio ruolo, ma della nostra società. In futuro occorrerà stare più attenti. In gran parte si trattato di leggerezza e negligenza, ma con questo non voglio giustificare nessuno. Ora tutto dovrà diventare ancora più trasparente, la gente lo chiede più che mai. Certe cose che non lo erano, oggi devono essere ovvie e scontate. Se è una cosa pubblica allora davvero pubblica dev'essere. 

● La stretta attualità ci parla di uno scontro a proposito degli sgravi e delle esenzioni sull'Imi proposte dalla provincia che però ricadranno sui Comuni. Non è un passo indietro da parte sua, Landeshauptmann 'a propulsione comunale'?
Capisco i sindaci che si lamentano che avranno meno risorse. Ma lo stesso problema ce l'ha la provincia ed anche molto più grande. Essendo stato presidente del consorzio dei comuni e sindaco so che i margini di risparmio in realtà i comuni ce li hanno. È ovvio che fa male, specie quando ci si trova in prossimità delle elezioni. Abbiamo detto che rimoborseremo gran parte di quello che toglieremo attraverso il disegno di legge. Ed i 45 milioni di rimborso verranno dati ai comuni in base alle loro perdite, anche se sarà solo l'80%. Noi comunque ci rimetteremo di più, lo voglio ribadire. Nel bilancio che abbiamo fatto i comuni sono oggettivamente i meno penalizzati e tutti sanno che i comuni hanno ancora margini di risparmio. Anche il comune di Bolzano.