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Cambiare le cose facendo la spesa

Si possono cambiare le cose (in meglio) badando a ciò che si mette nel carrello della spesa. L’esperienza dei Gruppi di acquisto solidale di Alto Adige, un fenomeno in piena espansione.

Consumo critico: questo il tema dell’incontro pubblico tenutosi giovedì sera in Via Andreina Emeri a Bolzano. La tavola rotonda è stata organizzata dalla cooperativa Le Formiche – die Ameisen nell’ambito di “ECO” (Eventi Casanova Ortles), rassegna di iniziative per l’estate 2013. Ha coinvolto una quindicina di persone ognuna delle quali ha portato i suoi dubbi e le sue esperienze. “Abbiamo analizzato il concetto che ciascuno di noi ha del consumo critico – spiega Monica Gamper, responsabile della bottega delle Formiche a Don Bosco – e abbiamo definito le tante cose che tutti possiamo fare per ‘spostare’ i consumi e renderli etici”.

Quello del consumo critico (“ma sarebbe meglio definirlo responsabile”), è un settore in costante espansione a livello nazionale e locale. “Si fonda sull’idea – dice Monica Gamper – che l’atto del consumare ha sempre ripercussioni di tipo sociale e ambientale”. Non è, per così dire, “una filosofia”, ma una risposta molto pratica alle sfide di quella società dei consumi che, come ha narrato Zygmunt Bauman, obbliga l’individuo ad una vita liquida, cioè senza punti fermi. Il consumo critico o responsabile, invece, si basa proprio sulla convinzione che l’etica (e il rispetto della dignità della persona) viene prima dell’economia, e non viceversa.

Concretamente il consumo responsabile si materializza nella realtà dei Gruppi di acquisto solidale (GAS) e nel commercio equo. In Alto Adige i GAS sono ormai più di cinquanta e coinvolgono circa 600 persone. A testimonianza del trend positivo di questo fenomeno, un dato: oltre la metà di questi gruppi sono nati negli ultimi due anni.

“I prodotti acquistati sono sostanzialmente alimentari biologici di vario genere (olio, pasta, parmigiano, verdure, carne, pesce, sughi ed altro), detersivi ecologici, vestiario e calzature”, spiega la responsabile delle Formiche. I GAS altoatesini sono organizzati in un “intergas”. “Un rappresentante per gruppo partecipa alle riunioni di coordinamento e si organizzano delle manifestazioni comuni, come la festa dei GAS a Castel Mareccio di quest’anno”.

Chi entra nei Gruppi non si limita all’acquisto in sè, ma prende parte a momenti di programmazione e formazione, sostiene azioni pubbliche (come a Merano nell’ottica dei “rifiuti zero”) e vuole sapere, per fare le sue scelte, chi e come ha prodotto una certa merce, come viene distribuita, che impatto ambientale ha. “Conoscendo la storia del prodotto si può decidere se sostenere o meno le forme di produzione più etiche e quindi ‘premiarle’; i GAS, grazie ai rapporti diretti con i produttori, scelgono di sostenere chi opera nel rispetto delle persone e dell’ambiente”.

La storia dei GAS comincia a metà degli anni ‘90 e seppe da subito vedere lontano. “L’attuale crisi è la dimostrazione che il sistema economico tradizionale non è in equilibrio, sotto tanti punti di vista (sociale ed ambientale)… i costi che stiamo pagando sono altissimi: disoccupazione, grave crisi ambientale, arretramento dei diritti dei lavoratori… Non possiamo non chiederci che fare… I GAS sono una piccola risposta: attraverso il rapporto diretto con i produttori le persone creano una nuova economia che non si fonda sul profitto fine a se stesso, ma su un’economia ‘umana’, che tiene conto del valore del lavoro e quindi anche del bene acquistato”.

L’altra possibile risposta è quella del commercio equo e solidale. La bottega delle Formiche ne è un esempio. “Già da molti anni il commercio equo si basa sulla creazione di rapporti commerciali paritari tra il produttore del sud del mondo e il consumatore del nord del mondo: il lavoro va pagato il giusto, deve garantire condizioni di vita dignitose a tutti e una produzione di qualità, che superi quel concetto di usa e getta che l’economia consumistica ci impone”.

Il consumo responsabile nasce dalla volontà di costruire un’economia giusta e sostenibile, a partire dall’impegno personale di ciascuno. È un cambiare il mondo alla portata di tutti perché, come ama dire padre Alex Zanotelli, “è con il carrello della spesa che noi possiamo cambiare in meglio le cose”.