Politik | Provinciali 2013

Scelta Civica Alto Adige

Rendere l’autonomia più equilibrata attraverso un maggiore coinvolgimento degli italiani. Alberto Stenico definisce i contorni di un progetto che punta senza indugi al governo della Provincia superando gli schemi passati.
Grinser der Häme
Foto: Pixaybay

Sta prendendo forma quello che finora era sembrato un po’ l’oggetto misterioso delle prossime elezioni provinciali. Scelta Civica si è posta il compito ambizioso di rompere gli schemi che da sempre hanno caratterizzato l’amministrazione di questo territorio: strapotenza del partito di raccolta etnico da un lato e rappresentanza italiana ridotta al minimo, tanto per confermare quella strapotenza. “Così facendo – commenta Alberto Stenico – non si è mai potuto sviluppare una partecipazione effettiva del gruppo italiano alle sorti dell’autonomia, finendo però anche col rendere la stessa autonomia qualcosa d’incompiuto”.

La “vendetta” di Barbara Repetto non ci sarà
Negli ultimi giorni speculazioni giornalistiche avevano accreditato la candidatura di Barbara Repetto. L’ex esponente del Pd – che fu costretta a lasciare il posto a Roberto Bizzo in seguito a una sentenza della Cassazione riguardante la sua ineleggibilità – sarà però difficilmente della partita. “Certo, si tratterebbe di un’ipotesi interessante e capisco che i giornali sfruttino anche i risvolti più piccanti, ma l’idea di una vendetta da consumare nei confronti di Bizzo o del Pd non corrisponde allo stile che vogliamo interpretare. Repetto ha dichiarato più volte di non volersi candidare e penso che continuerà a plasmare il progetto rimanendo nell’esecutivo”. I criteri che guideranno la composizione della lista terranno dunque conto delle cinque aree di maggiore influenza (che Stenico chiama “percorsi”): la Lista Civica di Merano, quella comunale di Bolzano e Bressanone, il Forum Democratico e alcuni esponenti del centrodestra (tra i quali il nome più noto è quello di Giovanni Benussi) liquefattosi in seguito alla delusione provocata dalla leadership berlusconiana, nonché dalle inimicizie affiorate a livello locale: “Il 30 agosto avremo una riunione e verranno annunciati ufficialmente i nomi”. Intanto, oltre allo stesso Stenico, dovrebbero esserci Elio Cirimbelli, Paolo Berloffa e Massimiliano Rando.

L’autonomia degli italiani
Anche senza l’intervento della cosiddetta “variabile Repetto”, uno degli aspetti di maggiore interesse per valutare le possibilità di successo di Scelta Civica resta comunque quello legato proprio alla concorrenza che i “montiani” riusciranno a creare con il Pd. “Finora il Pd è sempre stato considerato il punto di riferimento esclusivo della Svp all’interno di una logica di blocchi contrapposti: però la maggioranza degli elettori italiani non si è mai riconosciuta in questa prospettiva, finendo con l’essere confinata in un ruolo di sterile opposizione. Noi vorremmo rompere con questa logica. Il gruppo linguistico italiano ha bisogno di partecipare attivamente al destino della nostra autonomia e deve poter contare su un partito in grado di valorizzare anche tutte quelle istanze, un tempo si sarebbe detto appartenenze, alle quali il Pd si è dimostrato di non poter corrispondere”. Da qui la convinzione di Stenico: “Solo dotando gli italiani di una piattaforma trasversale, vale a dire oltre le divisioni storiche che li hanno sempre opposti fra loro, è possibile puntare ad elaborare un modello di autonomia integrale che non sia solo quella targata Svp”.

Un partito a forte vocazione territoriale
Nonostante tutto, il dubbio rimane. Sarà possibile non interpretare l’offerta politica di Scelta Civica come l’ennesima manifestazione di un partito suscitato da Roma, per di più avendo come riferimento l’uomo, Mario Monti, il cui governo è stato giudicato da Durnwalder “il peggiore degli ultimi decenni per quanto riguarda le sorti della nostra autonomia”? “Scelta Civica – risponde Stenico – segnalerà a cominciare dal proprio simbolo la sua vocazione eminentemente territoriale. Per questo non ci sentiamo affatto una mera dependance di un partito romano. L’esperienza del governo Monti è per noi rilevante perché ci ha indicato soprattutto la necessità di dare vita a uno schieramento non ideologico. Il nostro credo autonomistico resta assolutamente prioritario. Vogliamo considerarci alla stregua di un bacino di affluenza per tutte le liste civiche che già da anni, soprattutto in periferia, hanno mostrato come si possa, e vorrei dire persino si debba, operare localmente soltanto mettendo in primo piano le nostre esigenze, che non possono certo essere risolte in un quadro di riferimento nazionale”.