Politik | Il degrado indotto

Perché votare contrario a Benko

La vicenda Benko si è conclusa col voto contrario del Consiglio comunale del 23 luglio 2015, unica e vera decisione democratica.
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 Il degrado indotto

La vicenda Benko si è conclusa col voto del Consiglio comunale del 23 luglio 2015, unica e vera decisione democratica così come previsto dall’art. 55 quinquies della LUP (comunemente: “Lex Benko”!). Il voto ha decretato la mancanza d’interesse pubblico di questa procedura. In settembre 2016, una nuova e diversa procedura attraverso un escamotage di dubbio fondamento giuridico, ha riaperto la possibilità a Benko di costruire il suo centro commerciale, nonostante il chiaro voto negativo espresso dal Consiglio, unico momento democratico di tutto questo discutibile iter.

Da più di tre anni la città è ferma a causa di questo articolo 55 quinquies/Lex Benko, che ha dimostrato di essere un totale fallimento, perché non di interesse pubblico, non ha accelerato i tempi, e ha portato un’inaccettabile pressione sui decisori politici.

Già nel 2013 si è iniziato insistentemente e volutamente a definire l’area come area di forte degrado urbanistico, area e Parco che degradati non erano e tuttora non lo sono! Presentano invece problematiche sociali, presenza di persone povere, che necessitano quindi non di tagli di alberi, né di centri commerciali, né tantomeno di appartamenti di lusso, bensì di interventi sociali e assistenza. Questo “nuovo stile di pianificazione” che ha delegato a privati imprenditori la pianificazione della città, ha comportato una strategia mediatica, che ha indotto a vedere questa zona come la peggiore della città. Propaganda che ha man mano indotto un sistematico degrado, messo in atto con azioni “legali”, da un lato miranti a interrompere la cura del Parco e la manutenzione ordinaria e straordinaria della Stazione autocorriere; dall’altro lato incentivanti a procedere con uno sgombero forzoso del condominio di via Garibaldi 20, pratica inusuale in urbanistica nei piani di recupero e assolutamente contraria all’obbligo di prevedere l’inclusione sociale come stabilito dalla Legge urbanistica; infine determinando la chiusura di un attivo e storico albergo l’Hotel Alpi, con conseguente immediato licenziamento dei dipendenti. Azioni tutte utili al privato promotore per portare a casa il proprio obiettivo.

Degrado indotto e pubblicizzato ad hoc, per poi invocarne rimedi estremi, urgenti, non prorogabili per ristabilire “un decoro e una sicurezza”, finalizzati non più a una città pubblica, ma a una città privata consona al progetto proposto. Quindi “degrado-decoro-sicurezza“ sono le parole strategiche, le password utili per accedere a un piano non strategico, non sostenibile, non necessario al benessere della comunità! Questo è stato il mezzo di propaganda accompagnato da ricche e ricercate brochure quasi settimanali, da pubblicità a tappeto, da spot continui e suadenti, da sponsor di grido, un marketing studiato ad arte per diffondere nella città prima un’idea di insopportabile degrado e poi un consenso diffuso a favore di un progetto “salvatore del decoro”,quando invece si tratta di mera operazione speculativa e spregiudicata di “pulizia” e di occupazione di un’area pubblica.

Parole capisaldi dell’Urbanistica e della Pianificazione quali “inclusione sociale, sviluppo sostenibile, finalizzato a soddisfare le necessità di crescita e di benessere dei cittadini, senza pregiudizio della qualità della vita delle generazioni future, partecipazione, ambiente ...” finiscono così in un cassetto, di fronte a una improvvisa voglia di innovazione modernità e “… di qualcosa di nuovo finalmente anche a Bolzano … ?” Passa invece del tutto in secondo piano la domanda: ”ma serve davvero tutto ciò? Serve un altro centro commerciale, servono 150 appartamenti di lusso, serve lo spostamento provvisorio di una stazione funzionante, la demolizione di un edificio appena ristrutturato con una mensa provinciale e una mensa per anziani nuove di zecca?”

Il Comune così non pianifica più per il Bene Comune e per l’interesse pubblico, ma si trova a doversi difendere nelle aule dei Tribunali da forti interessi della grande finanza, il cui unico scopo è quello di massimizzare i profitti e il cui fine è il consumo. E null’altro purtroppo.

Il Tar si esprimerà il 20 aprile 2016, mentre nel frattempo il Commissario Penta ha ritenuto di non attendere l’imminente parere del TAR, ma avvalendosi dell’articolo 60 dello Statuto di Bolzano, ha deciso di indire “al volo” una Consultazione popolare.  Per la materia urbanistica non è ammesso il Referendum vero e proprio.  Appare, quindi, quantomeno “strana” l’applicazione dell’art. 60, per la prima volta usato su materia urbanistica. Trattasi di un rinnovato escamotage di dubbio fondamento giuridico. A ciò si aggiunge la cosìddetta “Consultazione non vincolante” voluta da Penta, che la dice lunga, laddove lo stesso Commissario Penta così si esprime  “ … se vince il sì, firmo, se vince il no, la decisione verrà demandata al prossimo Consiglio Comunale che deciderà ...”

Come può una consultazione, non vincolante, poter invece vincolare delle scelte urbanistiche in forza di pareri espressi comunque dai pochi cittadini, che si recano a votare, rispetto a un Consiglio comunale eletto democraticamente dagli aventi diritto al voto e unico organo deputato a prendere decisioni urbanistiche per il bene della comunità e nell’interesse pubblico?

Inoltre l’informazione di una consultazione non è equa, come sarebbe previsto per un vero Referendum, e si è potuta realmente constatare l’informazione di parte che è stata data alle cittadine e cittadini! Il Commissario, in aggiunta a tutto ciò, ha ritenuto di dover coinvolgere nella consultazione anche i pendolari che, ben difficilmente conoscono veramente Bolzano e le necessità vere delle cittadine e dei cittadini nei diversi quartieri. Pendolari che in pausa pranzo, per distrazione, vedono forse come positivo il fatto di potersi fare un giretto in un centro commerciale in pieno centro storico, non pensando di certo ai problemi di traffico e di inquinamento che i residenti andranno a soffrire, né a tutti i negozi di quartiere che dovranno chiudere.

Per non parlare del coinvolgimento dei sedicenni al voto, senza che sia stata predisposta per loro un’adeguata informazione super partes, ripetutamente richiesta al Commissario nelle assemblee ” informative” della Conferenza dei servizi!

È mai possibile delegare lo sviluppo della propria città, prima a un privato e infine a una discutibile, tardiva e - se vince il no - “non vincolante” consultazione? E’ mai questa l’Urbanistica partecipata?

Marialaura Lorenzini architetto - Verdi Bz

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Massimo Mollica Do., 31.03.2016 - 01:07

Mi scusi se mi permetto di commentare. Non voglio entrare nel merito delle sue obbiezioni. Non lo faccio per due motivi: a) sono stanco di controbattere alle stesse argomentazioni; b) abbiamo una visione troppo diversa del mondo per poter trovare un termine di confronto.
Però leggendo, proprio oggi, un bel posto del signor Margheri (http://www.salto.bz/article/27072015/bolzano-ai-tempi-opachi-del-proget…) e quanto da Lei asserito nello scritto sopra c'è una dubbio che mi attanaglia e mi permetto di porLe.
Ma se tutta questa vicenda rappresenta il Male assoluto per questa città perché quando voi Verdi, Rifondazione Comunista e SEL eravate in maggioranza nella giusta Spagnolli non ne siete usciti? Sarebbe caduta la maggioranza e tutta questa vicenda non sarebbe nemmeno iniziata, impantanandosi nella viscida politica delle parti. E ora Bolzano Bozen "sarebbe salva".

Do., 31.03.2016 - 01:07 Permalink
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Martin B. Do., 31.03.2016 - 02:30

Antwort auf von Massimo Mollica

Es gibt wirklich keine Ausrede für die Ex-Koalitionisten und Anti-Benkianer in der Ex-Stadtregierung: entweder sie waren zu dumm oder sie haben sich vom "Mit-Regieren" korrumpieren lassen. Dies münze ich besonders auch auf den RA Benedikter zu. Der Verweis auf die letzte Abstimmung dazu ist eine Augenauswischerei, es gab x Meilensteine in der Umsetzung vorher. Was wäre eigentlich wenn das Oberrauch-Projekt gewonnen hätte, wäre dieses auch so teuflisch?

Do., 31.03.2016 - 02:30 Permalink
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Bernhard Oberrauch Do., 31.03.2016 - 07:01

Antwort auf von Massimo Mollica

Die Stadtregierung von Spagnolli ist verantwortlich für die ganze Misere, sowohl für den "programmierten degrado" als auch für das Benko-Projekt- sie hat beides miteinander verbunden. Die Grünen, SEL und Rifonazione comunista waren für sie nur Lückenbüßer, das haben die Verhandlungen um die Unterstützung seitens der Grünen deutlich gezeigt - Spagnolli hat die Grünen mehrmals beschimpft. Auch das Oberrauch-Projekt wäre abzulehnen, auch für dieses gelten die gleichen Argumente dagegen.

Do., 31.03.2016 - 07:01 Permalink