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Altoadige, provincia estrema

Come ogni anno, ISTAT e Cnel pubblicano i dati sul benessere del nostro paese. Uno degli argomenti trattati riguarda scolarizzazione e disoccupazione giovanile.
Note: This article is a community contribution and does not necessarily reflect the opinion of the salto.bz editorial team.

Di recente sono stati pubblicati i dati Istat riguardanti, tra gli altri argomenti, anche quelli della scolarizzazione e dell’occupazione giovanile. Ne risulta una fotografia che individua due aree fortemente diversificate: mentre al centro e al nord la percentuale di scolarizzazione e di occupazione giovanile, seppur con un livello minore rispetto alla media europea, indica valori in ripresa (se comparati a quelli del 2011), per il sud il quadro continua a rimanere estremamente critico. Interessante però sovrapporre i dati che riguardano la disponibilità a cercare un lavoro nelle due aree: mentre al nord essa si attesta su un livello quantitativamente basso (25%), la cifra sale vistosamente al sud (46,2%). Ciò significa che a fronte di un mercato del lavoro più fiorente al nord rispetto al sud, esiste un maggiore fenomeno di inattività – vale a dire costituito da persone che né cercano, né vogliono cercare un lavoro – proprio nelle aree più sviluppate (35, 8% al nord, 23,7% al sud).

Per quanto riguarda l’Alto Adige, il numero di diplomati e laureati è in linea con la media nazionale, ma si ha una forte polarizzazione sui dati inerenti l’inattività (attestata al 9,2%) e l’abbandono (18,2%), rispettivamente tra le più basse e le più alte d’Italia.

 

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pérvasion Thu, 04/04/2013 - 11:12

Ja, Südtirol ist extrem, wenn wir es immer nur mit Italien vergleichen (heißt es nicht immer, Grenzen existierten nicht mehr?)... man müsste schon — zumindest! — auch einen Vergleich mit Nord-/Osttirol und Graubünden haben, um einen aussagekräftigen Kontext zu haben und Schlüsse ziehen zu können. Ähnliches gilt übrigens für den Beitrag »La Vetta« (http://www.salto.bz/de/article/03042013/vetta)...

Vielleicht kann »Salto« ja auch einen »Sprung« über die nationalstaatliche und Grenzmentalität wagen!?

Thu, 04/04/2013 - 11:12 Permalink
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Elisa Corni Thu, 04/04/2013 - 14:07

In reply to by pérvasion

Gentile pérvasion, ha perfettamente ragione: un "salto" oltre le alpi è come minimo auspicabile. E una cosa che vorremmo realizzare.
Esiste però una problematica estremamente pratica: i dati non sempre esistono e quasi mai sono confrontabili. ISTAT utilizza parametri specifici e organizza i dati regionali (o provinciali) attraverso i medesimi criteri. Questa omogeneità non è purtroppo assicurata quando si vanno a aggregare dati provenienti da diversi contesti o paesi.
Ma poi esistono situazioni contingenti che rendono imparagonabili le diverse situazioni. Esempio banale: il sistema scolastico italiano, e quindi altoatesino, è profondamente diverso rispetto a quello austriaco o a quello tedesco, idem dicasi per le lauree. I Master italiani, ad esempio, non hanno nessun corrispettivo nei paesi germanici, e quindi chi sta frequentando un Master non ha un corrispettivo austriaco.
Con questo mi preme sottolineare che un lavoro di questo genere è sì necessario, ma richiede capacità statistiche, studi comparativi e soprattutto molto tempo. Mi piacerebbe però riuscire a cogliere la sua osservazione, e comparare la situazione locale anche con quella di altri paesi.

Thu, 04/04/2013 - 14:07 Permalink
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Simonetta Lucchi Thu, 01/25/2024 - 18:07

Il sistema scolastico altoatesino è completamente diverso da quello italiano se non per una piccola percentuale di scuole. I concorsi e le selezioni, i "programmi", completamente diversi in parte da quelli italiani e anche in parte da quelli tedeschi e austriaci. Abbiamo tre sistemi più formazione professionale distinta. Il confronto si prospetta quanto mai arduo con chiunque e richiederebbe uno staff di consulenti della materia.

Thu, 01/25/2024 - 18:07 Permalink