Politics | Tra passato e futuro

Pallaver: “Dopo Durnwalder forse comincerà il tempo della sobrietà”

Meriti e demeriti di un uomo che ha fatto la storia dell’Alto Adige-Südtirol. Nella convinzione che adesso le cose cambieranno. Almeno nello stile.

Oggi finisce formalmente la cosiddetta era Durnwalder. 25 anni di dominio assoluto, praticamente indiscusso. Ma in che modo la personalità dell'ormai prossimo ex Landeshauptmann ha inciso sul Sudtirolo? E come si configurerà il passaggio di consegne ad Arno Kompatscher? L’abbiamo chiesto al politologo ed esperto di storia sudtirolese Günther Pallaver, docente presso l’Università di Innsbruck

“Dopo la cosiddetta Wehrmachtsgeneration di Magnago – sintetizza Pallaver –, Luis Durnwalder ha aperto la strada alla generazione dei modernizzatori. Ha dato una grande boccata d’aria fresca al Sudtirolo, anche se forse non sempre a favore dello sviluppo di questa terra. Diciamo che con il suo stile si è imposto il primato dell’economia”. Ma è possibile, usando la stessa sintesi, enucleare successi e sconfitte di questo lunghissimo regno? “In negativo – così Pallaver – direi che la sua gestione ha eroso il rapporto legale del cittadino con la pubblica amministrazione, mentre sul piatto buono della bilancia pongo la fondazione dell’Università, ottenuta in gran parte superando l’opposizione di larga parte del suo partito”. E per quanto riguarda la sua successione? Prevarranno tratti di continuità o vivremo una profonda rottura col passato? “Avremo un mix di entrambe le cose”, conclude Pallaver, “anche adesso se forse vale la pena sottolineare quello che cambierà. A questo proposito mi concentro su un atto simbolico: Kompatscher ha annunciato che intende vendere l’auto blu, la Mercedes di gran cilindrata del suo predecessore. Questo annuncio si può interpretare così: rottura con il vecchio, i tempi delle vacche grasse di Durnwalder, della sua Selbsdarstellung, sono finiti, e cominciano quelli intonati a una maggiore sobrietà”. 

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Luca Marcon Thu, 01/09/2014 - 08:48

Ecco una bella azione di propaganda qualunquista, buona per i gonzi che ancora abboccano a quel tipo di retorica. Chi dice che una sobrietà formale, corrisponda ad una sobrietà sostanziale? Mi meraviglio che un politologo come Pallaver non ne colga il fondamento simbolico reale e ne travisi a questo modo il significato. Kompatscher si tenga pure la Mercedes e usi i suoi poteri per tagliare (e poi redistribuire) là dove i privilegi - soprattutto economici -, ormai, hanno raggiunto livelli assolutamente inaccettabili.

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