Politics | Dal Blog di Paolo Bill Valente

Attentato alla Costituzione? No, attentato all'informazione

Napolitano ha parlato con Monti. Sarebbe un attentato alla Costituzione? Oppure una forma di alto tradimento? O ancora uno scoop giornalistico meritevole di un audience internazionale?
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Nell’estate del 2011, prevedendo la fine (ingloriosa, ma oggi chi se ne ricorda in smemorItalia?) del governo Berlusconi, il Presidente della Repubblica sondò la disponibilità di Mario Monti (e magari di altri) ad accettare l’eventuale incarico di Presidente del Consiglio di Ministri (una volta dimessosi Berlusconi, bien sûr).
Verificò anche la consistenza di idee e programmi atti ad affrontare la grave situazione economico-finanziaria che si profilava.

Questo sarebbe un attentato alla Costituzione? Oppure una forma di alto tradimento?

Questo sarebbe uno scoop giornalistico meritevole di un audience internazionale?

Friedman ha fatto bene a sollevare lo “scandalo”, perché è giusto fare appello all’etica giornalistica (o al feticismo della notizia?) per creare ad arte dell’altra confusione nella già caotica situazione di un Paese che ha perso la memoria, il senso delle istituzioni ed ogni contatto con la realtà locale e globale… è giusto farlo per vendere più copie possibile del proprio libro.

Tutto ciò non farebbe alcuno scalpore se gli italiani (compresi quelli che la nominano invano) conoscessero davvero la loro Costituzione (che oltretutto li impegnerebbe ad una maggiore responsabilità, ad esempio nel rispetto della legalità).

Ma Giorgio Napolitano, lui, che non ha libri da vendere né aziende personali da difendere, non ha carriere professionali da tutelare né ambizioni per il proprio futuro, che cosa avrebbe dovuto mai fare nell’estate del 2011 (anziché dedicarsi, nel pieno rispetto della Costituzione, al futuro del Paese e dei suoi cittadini)?