Politics | Il dibattito

“Volete marcare il territorio?”

La SAT trentina critica le 70 Stahlkreuze in memoria degli Standschützen, da posizionarsi sull’ex fronte della prima guerra mondiale.

Come riferisce oggi il quotidiano Dolomiten, per il presidente della Società Alpinistica Tridentina le croci metalliche degli Schützen “urtano la sensibilità”. Il presidente della SAT Claudio Bassetti: “se le croci non ci piacciono non è perché le hanno proposte gli Schützen, ma perché esprimono un tentativo di marcare il territorio”. 

Gli ha fatto eco il presidente della giunta provinciale di Trento Ugo Rossi, autonomista del PATT (la stella alpina trentina): “non mi è stata fatta nessuna proposta, ma se lo fosse dovrebbe esserlo nesso spirito di ricordare tutti i caduti”. 
Il presidente della SAT Bassetti, proseguendo nel suo pensiero, sembra quasi ripercorrere quello recentemente espresso anche dallo scalatore altoatesino Reinhold Messner.

“Le montagne dovrebbero restare libere dai simboli ed essere un luogo di pace. Le croci appartengono ai cimiteri, non alle montagne. Con queste croci si corre il pericolo di dividere nuovamente, invece che unire.”

Della questione è stato interessato anche il consiglio provinciale di Trento, attraverso una specifica interrogazione presentata dal consigliere provinciale del Movinento 5 Stelle Filippo Degasperi.  

“Desidero sapere se la giunta provinciale ha un piano in merito e nello specifico cosa succede se qualche gruppo, siano essi Alpini, Kaiserjäger o Alpenjäger, intendono piazzare delle croci.”

Sollecitati in merito gli Schützen, riferisce il Dolomiten, hanno precisato che in merito alle precise location ove installare le 42 croci previste in Tretino, “verranno contattate le aministrazioni locali con cui verranno presi accordi in merito, con un atteggiamento di grande attenzione e disponibilità”.
Ma per qual motivo le croci sono dedicate ‘solo’ agli Standschützen?
A rispondere è il Geschäftsführer degli Schützen sudtirolesi Florian von Ach: “gli Standschützen furono il corpo più simile a quello che siamo ancora oggi noi, una milizia popolare e non militari regolari”. 

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Stefano Tue, 04/21/2015 - 10:08

Secondo me, ognuno è libero di ricordare chi vuole. Con buona pace della SAT, di Rossi, di Messner, di Degasperi. Comico, se non ipocrita, che si parli di nuove divisioni (una comunione di vedute è oggettivamente impossibile nel Tirolo Meridionale) e di marcare il territorio alpino (gli italiani con la toponomastica di Tolomei ed il CAI con il tricolore lo fanno già da un secolo).

Tue, 04/21/2015 - 10:08 Permalink