Chronicle | Ultràs

I soliti sospetti

A Castelrotto rissa tra ultràs del Bologna e dello Spezia. Il mondo e la subculutra ultràs ed il loro rapporto politico.

Il calcio italiano, ancora una volta, mette in mostra il peggio di sé: tafferugli, scontri, ferite. Scene di ordinaria follia a Castelrotto prima della partita amichevole fra il Bologna e lo Spezia. Nella sede del ritiro bolognese è andato in scena uno scontro fra una ventina di cosiddetti tifosi del Bologna e altrettanti dello Spezia. Verso le 17.30 sono volati sassi e bastonate. Il tutto è accaduto in un parco giochi a pochi metri di distanza dove stavano alcuni bambini. La reazione di Felice Squeo, che fa parte del consiglio comunale di Castelrotto, è emblematica per ogni amante dello sport più bello del mondo:

Vergognatevi per l’esempio che date ai nostri ragazzi. Questo non è sport: è semplicemente un’atto da delinquenti!

Un tifoso fermato dai Carabinieri durante la rissa a Castelrotto. Foto: La Repubblica

Purtroppo lo scontro era annunciato, nei giorni scorsi le forze dell’ordine erano state allertate. La rabbia ultrà si è scatenata a suon di botte, ma i poliziotti non sono stati capaci di intervenire e riportare subito la situazione sotto i livelli di guardia. Un paio di feriti sono stati curati dallo staff medico del Bologna. Molti dei duecento tifosi, venuti ad assistere alla partita, hanno lasciato sconsolati il campo e sono tornati a casa. Al termine dei tafferugli la partita è iniziata con poca convinzione - a dir poco - da parte dei giocatori che avevano appena assistito alle scene violente di cui sopra.

 

 

Il video che La Repubblica ha pubblicato fa vedere quanto accaduto mercoledì, 22 luglio.

Il mondo ultrà

Negli anni ‘50 i primi tifosi di squadre di calcio italiani iniziano a riunirsi e il fenomeno ultràs esplode. Contemporaneamente in Gran Bretagna sono attivi gruppi i cui appartenenti si soprannominano "hooligan". Tuttavia tra i due modi di essere esistono differenze basilari: in Gran Bretagna gli hooligan lasciano molto più spazio alle azioni spontanee, di contro, il modello ultrà italiano tende a coordinare i vari elementi in un’unica voce. Oltremanica prediligono l’aspetto vocale mentre l’Italia si è sempre contraddistinta per le curve colorite e le coreografie. 

A partire dagli anni ‘80 tutte le squadre professioniste hanno almeno un gruppo ultrà e il modello italiano si espande in tutto il resto d’Europa. Si accentua anche il modo di fronteggiarsi tra gruppi avversari di ultras: si diffonde il ricorso allo scontro. Il problema della violenza nel calcio  ulteriormente, sviluppandosi, in molti casi, in atti di ribellione. Dopo la morte dell'ispettore Filippo Raciti, avvenuta durante gli scontri tra catanesi e polizia in occasione del derby siciliano Catania-Palermo del 2 febbraio 2007, c’è stato un ulteriore inasprimento delle misure di controllo e repressione del tifo organizzato. La nuova legge "anti-ultras" ha stravolto il mondo delle curve italiane. È stata vietata l'introduzione di striscioni - di qualsiasi tipo e dimensione - senza autorizzazione; si sono inasprite inoltre le pene per tutti i reati da stadio, comprese quelle per l'utilizzo di fumogeni e petardi.

Sottocultura ultrà

Gli ultrà hanno dimostrato di avere un proprio sistema di valori e una propria ritualità. Vivono lo stadio in un modo peculiare, che non è lo stesso del tifoso comune. In tal senso possono essere intesi l'utilizzo della violenza contro le tifoserie rivali e l’amore totalizzante per la squadra del cuore. Il fenomeno ultrà ha dato origine ad una subcultura giovanile. Essere ultrà vuol dire avere uno stile di vita caratteristico: i membri sono accomunati da un gergo tipico e da un certo capo d’abbigliamento.

Rapporto politico

I primi gruppi ultras partecipavano attivamente alla vita politica, spesso in forme apertamente contestatarie e molto violente. Da allora molte curve e gruppi ultras hanno assunto una precisa connotazione ideologica, quasi sempre votata all'estremismo, sia di sinistra che di destra. Diversi sono anche i gruppi e le intere curve che si dichiarano apolitiche. Grazie ad una certa esposizione mediatica e ad un notevole afflusso negli stadi, capita frequentemente che diversi cori scanditi nei cortei politici vengano intonati sulle note di celebri inni da stadio. L'estremismo politico presente in molte curve, di destra quanto di sinistra, ha portato alla comparsa di striscioni condannati dall'opinione pubblica, poiché riconducibili all'antisemitismo, a celebrazioni intorno a figure come quelle di Stalin e Hitler, all'apologia del nazismo. In Italia le autorità hanno reagito vietando i messaggi politici sugli striscioni e impedendo la riproduzione di qualsiasi simbolo politico su ogni tipo di vessillo; visto il loro carattere popolare, infatti, le curve sono talvolta state viste e strumentalizzate come potenziale bacino elettorale.

A partire dalla fine degli anni '90 in Italia, ma non solo, è in atto un tentativo di repressione da parte degli enti governativi che tendono a porre fine ai movimenti ultras. Questi atti molto spesso sfociano in scontri violenti. Un esempio è proprio la rissa tra la tifoseria bolognese e quella dello Spezia. Ricordiamoci la battuta di Arrigo Sacchi, allenatore del Milan degli invincibili negli anni '90 che, a un giornalista che gli aveva chiesto se il calcio fosse la cosa più importante della sua vita, rispose:

Il calcio è la cosa più importante delle cose non importanti.