Ambiente | Sinigo

Falda, chiesta l'archiviazione

La Procura non individua responsabilità per lo smantellamento della bonifica. "Disastro ambientale introdotto nel 2015, canali interrati prima del 2000". Alla politica: imprescindibile ripristinare i canali di deflusso.
falda serata informativa
Foto: (c) Salto.bz
  • Dopo circa un anno e mezzo di indagini la sostituta procuratrice Federica Iovene ha chiesto l’archiviazione del fascicolo aperto alla fine del 2022 a carico di ignoti per l’inchiesta sulla “falda” di Sinigo. L’inchiesta era partita in seguito ad un esposto relativo allo smantellamento della bonifica che tanti problemi ha causato (e causerà) ai cittadini del quartiere meranese per l’innalzamento del livello delle acque sotterranee. Posto, dunque, che nessuno è incolpabile per quanto avvenuto Il Comune di Merano ora sta cercando di riparare i danni causati da decenni di “superficialità”  ma un piano con delle tempistiche precise ancora non c’è. La cosa sicura è il grande esborso di soldi pubblici che sarà necessario per il ripristino del sistema dei canali, ma questo aspetto risulta ancora sotto esame della Corte dei conti, per cui si vedrà.

    Iovene aveva aperto un fascicolo per omissione in atti d’ufficio e disastro ambientale - articoli 328 e 452 quater c.p.- a carico di ignoti. La denuncia depositata conteneva una ricostruzione puntigliosa con una quarantina di allegati, fra cui un “parere pro veritate” molto ben argomentato dell’avvocato Franco Mellaia.

    Per chi non conosce la vicenda va ricordato, come scritto all’epoca, che in epoca fascista la bonifica dell’area paludosa a sud di Merano da parte dell'Opera nazionale combattenti avvenne, come in moltissime altre zone d’Italia, con la creazione di un sistema di canali. Durante i periodi di piena una pompa idrovora aiutava l'acqua a defluire nell'Adige. Nel corso dei decenni, per fare spazio a edilizia residenziale e meleti, i canali sono quasi tutti fatti sparire e l'edificio che conteneva le pompe idrovore è stato abbattuto per lasciare spazio a una splendida villa. Il risultato è che nei periodi piovosi l'acqua non defluisce velocemente e arriva a meno di un metro dal livello del terreno e molte cantine e garage di Sinigo si allagano.

  • La richiesta della pm

    Protesta: Uno striscione per spronare il Comune a mettersi all'opera Foto: Comitato Sinigo

    Nelle pagine iniziali dell’esposto si partiva ricordando che negli anni ’80 sono state costruite le prime case IPES dove prima sorgevano campi coltivati, la cui scomparsa è stata accompagnata dalla chiusura dei fossi e dei canali di drenaggio che vi scorrevano all’interno, per arrivare ai giorni nostri.  Dalla mole di documentazione esaminata e dalla qualità degli interrogatori delle persone che sono state sentite, si capisce che l’indagine è stata approfondita. 

    Nel corso dell’attività di indagine, scrive Iovene nella sua richiesta di archiviazione, è stata acquisita copiosa documentazione, riferibile al periodo 2000-2023, presso il Comune di Merano (con tirata d’orecchi della polizia giudiziaria perché il municipio ha impiegato da marzo a luglio per la consegna delle carte, ndr), l’ Agenzia per la Protezione Civile — Bacini Montani della Provincia Autonoma di Bolzano e il Consorzio di Bonifica Foce Passirio — Foce dell’Isarco di Bolzano, e sono state esaminate le opere più rilevanti e recenti realizzate nella zona di Sinigo (nuovo complesso scolastico di Sinigo, demolizione della ex idrovora e realizzazione di un immobile, nonché quelle complessivamente realizzate sui canali di bonifica; inoltre, sono stati sentiti i tecninci Corrado Luccarelli e Ambrogio Dessì, incaricati dal Comune di Merano di effettuare uno studio in merito alle falde a Sinigo e alle possibili soluzioni tecniche per la mitigazione del problema; che, per quanto riguarda la gestione e la manutenzione delle fosse e dei canali di bonifica, dall’esame della documentazione è emerso che dagli anni 2000 la gestione e manutenzione degli stessi è di competenza del Consorzio di Bonifica Foce Passirio — Foce dell’Isarco, che ha provveduto ai monitoraggi e ai controlli di polizia idraulica; nel periodo in esame, ossia dopo il 2000, non risultano essere state autorizzate/realizzate opere di intubazione tranne in un singolo caso su richiesta privata, mentre tali opere risultano essere state realizzate nel corso del processo insediativo dell’area negli anni ’70-’80. 

    Gli studi hanno evidenziato la necessità imprescindibile di mantenere in piena efficienza le fosse e i canali attualmente esistenti al fine di garantire un’adeguata sicurezza idraulica 

    Secondo Iovene gli studi commissionati dal Comune di Merano per l’individuazione di soluzioni tecniche e misure per la mitigazione del rischio di falde a Sinigo, tenuto conto delle attuali condizioni idrogeologiche caratterizzate da fenomeni atmosferici sempre più estremi, hanno evidenziato la necessità imprescindibile di mantenere in piena efficienza le fosse e i canali attualmente esistenti al fine di garantire un’adeguata sicurezza idraulica in attesa dell’apertura di nuovi canali di drenaggio e il ripristino di quelli precedentemente chiusi. 

    La Procura rileva quindi che, "in relazione alla dismissione della pompa idrovora, dalla documentazione acquisita non “sono emerse irregolarità per quanto riguarda la sua vendita a privato: peraltro, dai recenti studi commissionati dal Comune di Merano è emerso che vi fosse scarsa documentazione sull’effettiva messa in funzione della vecchia idrovora che, pertanto, risultava essere stata utilizzata raramente, entrando in esercizio “... solamente in casi di estrema gravità”.

    E dunque, per tutte queste ragioni," alla luce dell’attività di indagine svolta, a partire dagli anni 2000 non si sono rilevati comportamenti inerti da parte degli enti preposti, né attività poste in essere dagli stessi che possano aver agevolato la formazione di fenomeni di allagamento degli immobili siti nel quartiere di Sinigo; che, in ogni caso, il reato di cui all’art. 452 quater c.p. è stato introdotto nel 2015 e quindi sarebbe comunque inapplicabile ai fatti oggetto del presente procedimento, stante il principio dî irretroattività della legge penale.