Politica | Il ddl

Legge sul personale, i sindacati non ci stanno

Le sigle sindacali del pubblico impiego hanno scritto una lettera ai consiglieri provinciali: troppi i dubbi sulla normativa.

“Anche se riconosciamo che il testo approvato dalla Giunta ha avuto in commissione legislativa alcune importanti modifiche, come la cancellazione dell’articolo 11, relativo al rapporto di fiducia con giornalisti e autisti, e altri cambiamenti, che potremmo definire soluzioni di compromesso, permangono alcune ambiguità”.

Uno dei quesiti più urgenti sollevati dai sindacati in merito alla normativa sul personale è il seguente: “Può una legge provinciale derogare la Costituzione?”, secondo le categorie del pubblico impiego non è corretto “il fatto che un dipendente al servizio di fini pubblici, non propriamente redditizi, possa essere successivamente adibito alla realizzazione del profitto tipico dell’impresa privata”. 

I rappresentanti di Asgb, Cgil-Agb, Sgb-Cisl, Uil-Sgk, Gs e Nursing Up si dicono contrari all’approvazione dello stato attuale del testo che riduce il perimetro della contrattazione, inserendo la mobilità e l'intero ordinamento disciplinare in legge e decidendo con legge quando i dipendenti delle scuole professionali non possano partecipare ad una assemblea, differenziandoli quindi da quelli delle altre scuole; così come altri articoli di legge che sostituiscono i contratti collettivi in merito ai dipendenti delle scuole materne e ai precari”.

Al consiglio i sindacati, che da domani saranno presenti alla discussione in aula, chiedono inoltre di rivedere la questione del finanziamento che, a loro avviso, rimane di fatto a carico delle spese sul personale.

Una primo feedback, oggi, è arrivato dall’assessora Waltraud Deeg che ha sottolineato la disponibilità nel trattare con le organizzazioni sindacali, molte delle cui proposte avanzate sono state inserite nel ddl. L’assessora ha poi puntualizzato che “se a livello statale il contingente dei distacchi sindacali è stato dimezzato, a livello locale si è cercato di mantenere un più ampio margine di manovra per tenere conto delle specificità delle realtà altoatesine”. 

È esposto in maniera chiara - conclude l’assessora - quali passaggi in futuro potranno essere regolati tramite legge provinciale e quali con contrattazione collettiva. Una forma, quest'ultima, alla quale sono dedicati ben cinque articoli della proposta portata in Consiglio dalla Giunta provinciale”.