Società | Il dibattito

Centro Islamico? Nulla di deciso

La notizia era rimbalzata a Pasqua, ma quella di via Negrelli a Bolzano è solo una delle struttura delle quali l’associazione 'Il dialogo' sta valutando l’acquisto.

Nulla è deciso” assicura Yahia Hammam, presidente dell’associazione, precisando che la ricerca di una nuova sede non è certo cominciata ieri. Gli attuali spazi occupati in via Torino sono troppo piccoli e non in grado di ospitare i fedeli nelle occasioni più importanti per il calendario islamico. 

Il capannone di via Negrelli è solo una delle strutture che vengono valutate in questi giorni, tutte in zona industriale, per via dei prezzi e soprattutto per via delle dimensioni. 
L’associazione 'Il dialogo' di cui fanno parte soprattutto maghrebini assicura che la nuova struttura verrà acquistata con soldi privati e ricorda di non aver ricevuto finora nessun sostegno pubblico. 

La notizia, rimbalzata sui media giusto in tempo per vivacizzare una campagna elettorale a Bolzano finora fagocitata da pochi singoli temi (Benko e sicurezza su tutti) al di là dei personalismi dei candidati sindaco, è stata subito commentata dai numerosi partiti politici in lizza
La protesta più veemente è giunta dall’estrema destra italiana rappresentata da Forza Nuova che ha deciso di esporre degli striscioni ad hoc in zona industriale. Ma non si sono fatte attendere anche Fratelli d’Italia con la candidata Maria Teresa Tomada che ha invitato a vigilare sulla provenienza dei fondi privati dell’associazione islamica. 
Gettando acqua sul fuoco sindaco Spagnolli dal canto suo ha fatto sapere di non aver ricevuto finora specifiche richieste di contributo, invitando alla calma e mettendo in guardia dalle strumentalizzazioni. 

L’associazione Il dialogo è vicina ai Fratelli Musulmani e fa parte di Ucooi, l’unione italiana delle comunità islamiche. 

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Guido Gentilli Mar, 04/07/2015 - 12:07

Una società civile decente deve garantire ai suoi membri la libertà di culto e la possibilità concreta di praticarlo in luoghi adatti.
Nei confronti degli islamici si sta attuando una strategia molto ipocrita, che mette i paletti nelle ruote attraverso mille cavilli.
I locali non sarebbero adatti dal punto di vista strutturale, i fondi (privati, per carità, quelli pubblici - e tanti - sono già destinati alla Chiesa) non devono essere di provenienza estera, etc. etc.
Ovvio che, visto il momento storico, ci deve essere un controllo serrato sul fatto che in questi luoghi si pratichi solo il culto religioso e non il proselitismo terroristico.
Questo vale già oggi, visto che i musulmani, in mancanza di meglio, si riuniscono a pregare dove possono.
Quando avranno un luogo ben definito, il controllo sulle attività svolte potrà essere anche più semplice rispetto alla situazione attuale.
Ma tutto ciò sembra essere totalmente ignorato dalla destra, specialmente quella italiana, che già prepara delle vergognose iniziative per ostacolare quello che è un diritto inalienabile.

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