Politica | Centrodestra

Che fine farà Forza Alto Adige?

Elena Artioli, eletta anche sotto il simbolo di Forza Alto Adige, potrebbe rivelarsi in realtà come la liquidartice del progetto berlusconiano in Alto Adige. Ecco perché.

Alle recenti elezioni provinciali Elena Artioli ha conquistato 2.054 preferenze, riuscendo così a centrare l'obiettivo di essere rieletta in Consiglio provinciale. Si tratta però di un successo quasi esclusivamente personale, visto che la lista per la quale era candidata – ovvero il cartello che riuniva Forza Alto Adige, Lega Nord e il Team Autonomie – ha ottenuto un magrissimo 2,5%, in pratica polverizzando il consenso attribuito negli anni passati al centrodestra locale. Inoltre, e il tema è divenuto esplicito già all'indomani del 27 ottobre, Artioli non corrisponde certo all'immagine di una “berlusconiana” fedele alla (o inquadrabile nella) linea dettata da Arcore. Il suo passato sta lì a dimostrarlo. E sul suo futuro nessuno se la sentirebbe di mettere una mano sul fuoco. Anzi.

Questa sera (7 novembre), Artioli incontrerà ancora i candidati. In pizzeria. Ovviamente non solo per mangiare. All'ordine del giorno la strategia da mettere in campo nel dopo elezioni. “Per correttezza – dichiara Artioli – io proporrò che il gruppo consiliare porti lo stesso nome della lista con la quale ci siamo presentati e che ha contribuito a farmi eleggere. La mia ambizione è quella di unire, c'è da lavorare per ricucire le lacerazioni della nostra area di riferimento, anche in vista delle prossime elezioni comunali. Per questo sarebbe meglio evitare che venissimo schiacciati da dinamiche esterne”. L'allusione alle dinamiche esterne è chiarissima. In questi giorni sta maturando una scissione del Pdl nazionale, con i falchi berlusconiani protesi a difesa del vecchio leader, e le cosiddette colombe nell'imbarazzo di fare la figura dei traditori. Proprio oggi, sul Foglio, si poteva leggere a questo proposito lo sfogo di Sandro Bondi, per il quale dopo Berlusconi ci può essere solo il vuoto.

Anche se Artioli rifiuta di concedere troppo spazio alla polemica, soprattutto in questa delicata fase di passaggio, racconta un aneddoto significativo: “Molti dei nostri militanti, ma anche del Pdl, erano molto arrabbiati che Michaela Biancofiore tentasse d'influenzare così pesantemente la campagna elettorale. Ne conosco due che stavano guidando quando hanno sentito trasmettere per radio i suoi spot elettorali. Beh, hanno sfondato la radio della macchina con un pugno”. Finora le tensioni sono state tenute a freno per non rovinare il progetto sul nascere, ma adesso potrebbero emergere senza troppo ritegno. Se Artioli decidesse di abbandonare al suo destino i berlusconiani, quest'ultimi si ritroverebbero nella condizione di non avere più alcun referente in Consiglio provinciale, e il suicidio politico degli “azzurri”, che molti attribuiscono a Michaela Biancofiore, potrebbe dirsi compiuto.

 

 

 

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Gianluca Trotta Gio, 11/07/2013 - 18:17

Sì, sono al capolinea, non c'è dubbio. È piuttosto evidente: Artioli è stata eletta in quella lista, ma, probabilmente, sarebbe stata eletta anche in un'altra qualsiasi. È chiaro che il suo è stato un successo personale. Non capisco bene la strategia del PdL: è chiaro che, senza lei, non avrebbero preso nemmeno un consigliere; ma, a conti fatti, lo hanno preso davvero, un consigliere? Mah. Non capisco bene quale fosse lo scopo dell'alleanza: speravano che con la candidatura di Artioli sarebbero riusciti a trainare almeno un altro consigliere, magari più "pidielle DOC"? Se è stato questo il calcolo, secondo me è un conto fatto senza l'oste (e cioè: i potenziali elettori, che ormai non ne possono più, di certa gente). Il timone in mano ce lo ha Artioli, e visto il personaggio (sia detto in positivo: una che, mi sembra, non si fa dettare le linee guida da nessuno), mi sa tanto che se lo prenderà e - grazie al cielo! - butterà in mare un bel po' di imbarcati. Che, finalmente, scompariranno nei vortici del profondo mar. Urrah!

Gio, 11/07/2013 - 18:17 Collegamento permanente