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C'è questa cosa qui, che potrebbe essere riassunta così: Dagli al grillino!
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Comincio da una premessa forse non inutile: non ho votato mai il Movimento 5 Stelle, né prevedo di farlo nel futuro; tantomeno provo eccessiva simpatia per i modi e gli slogan di Beppe Grillo; nutro dei dubbi sulla gestione dall'alto del movimento Cinque Stelle; molto rispettabili mi sembrano invece i tanti che hanno deciso di impegnarsi al suo interno, per portare qualche miglioramento nelle istituzioni del nostro derelitto Paese; e degne di attenzione mi paiono alcune loro richieste (sin'ora inevase dalla politica dei partiti) che una cosiddetta sinistra, se esistesse, non dovrebbe esitare di fare anche un po' sue. Fine della premessa; che sta a dire, in poche parole, che quanto segue non è scritto da un Cicero pro domo sua.

Oggi sul sito del Corriere della Sera (che passa per essere il più autorevole tra i giornali italiani) e, se ho ben capito, rilanciato su molti media, campeggia un articolo dal titolo "La gaffe della senatrice m5s: Pinochet diventa Pino Chet e i 'colonnelli' sono argentini", a firma Matteo Cruccu. Di cosa ci informa questo articolo? Sul proprio profilo di Facebook la senatrice Sara Paglini, eletta nel M5S, volendo esprimere distanza dalle dichiarazioni di una sua collega di movimento che avevano destato molto scandalo (stava parlando dei morti di Nassirya: ho ascoltato quell'intervento, e non mi sembra meritorio di tanta riprovazione), sarebbe incorsa in due errori. Il primo: avrebbe scritto il nome del dittatore cileno "Pino Chet"; il secondo: avrebbe parlato di dittatura dei "colonnelli argentini" (e invece, normalmente, si parla della "dittatura dei colonnelli" in Grecia). Tutto qui? Sì, proprio tutto qui (qui il link, se non ci credete).

Evidentemente l'articolista riprende qualcosa di davvero poco significativo avvenuto sui cosiddetti social network, dove, pare di capire dalla conclusione dell'articolo, si sarebbero scatenate le ironie e i sarcasmi. Gli errori citati denoterebbero da parte della senatrice, dice l'articolista, una conoscenza insicura della storia contemporanea.

A parte il fatto che la gaffe sul nome del dittatore cileno è davvero poca cosa, considerando lo zampino che potrebbe averci messo un correttore automatico nello spezzare il cognome in quel modo; e che comunque in Argentina c'è effettivamente stata una dittatura dei militari (generali o colonnelli che fossero); la domanda è: ma è informazione di qualità, questa? Ma vale davvero la pena scrivere pezzi così e pubblicarli su sedicenti giornali autorevoli? È davvero così importante che una figura pubblica, scrivendo sul proprio profilo di Facebook, commetta errori così veniali? Non so, io dei dubbi li nutro (e il primo dubbio è: ma è davvero così necessario che i giornalisti passino il loro tempo sui social network per vedere cosa scrivono lì i politici?).

Noto intanto questo: che sin da prima delle elezioni politiche, e subito dopo la comunicazione dei risultati, i mezzi di informazione "ufficiali" (Corriere e Repubblica, in primis) si sono scatenati in un gioco al massacro scoperto. Nella mattinata del 21 fabbraio 2013, ad esempio, sul sito del Corriere era apparso un articolo dal titolo eloquente: "L'inesperienza al potere: i volti dei grillini che saranno onorevoli", in serata trasformato nel più neutro "I debuttanti al potere: i volti dei grillini che saranno onorevoli" (le immagini dei due titoli si possono vedere qui). Il primo giorno d'insediamento delle Camere era poi partita una "caccia al grillino", da sottoporre, nello stile delle Iene, a interrogazioni scolastiche (Quanti sono i deputati e i senatori? e simili domande di educazione civica) che, è purtroppo a tutti sin troppo evidente, fossero state allargate agli eletti di tutti gli schieramenti avrebbero dato risultati forse non dissimili.

Ancor di più mi aveva colpito, allora, un evidente paradosso: quelli del PD, a partire dall'allora segretario Bersani e giù fino all'ultimo simpatizzante che si esprimeva sui social network, hanno impostato tutta la campagna elettorale contro il M5S (non contro il PdL e le destre, si badi), con ripetute accuse di nazismo e simili; tranne poi, nel momento decisivo, attendersi, chissà perché, l'appoggio al governo proprio da quelli che per tutta la campagna elettorale si erano preoccupati di ricoprire di discredito; e ovviamente, al loro rifiuto, addossare loro la colpa della ennesima vittoria dei berlusconiani, che si ritrovavano di nuovo nel Governo.

C'è qualcuno un po' strano nel M5S? Niente di meglio: ha immediatamente tutti i mezzi di informazione lì, a raccogliere fino all'ultima dichiarazione, per amplificarla e mostrare a tutti chi sono questi grillini che hanno osato prendersi un terzo dei consensi elettorali! Ed è tutto un fiorire di microchip nascosti dagli alieni sotto la nostra pelle, sirene la cui esistenza non viene rivelata, scie chimiche di origine extraterrestre, financo asini che volano! L'importante è: diamogli addosso, mostriamo la loro inesperienza, la non logicità delle loro parole. Facciamo un po' vedere da chi è composto un terzo del nostro Parlamento!

Intanto dall'altra parte se la spassano Razzi Scilipoti Santanché Gelmini Brunetta Biancofiore ; è pieno di incompetenti e incapaci, ci sono degli impresentabili che vengono tenuti ovvimente nascosti perché, appunto, una gran bella figura non la farebbero fare; e, quel che è peggio, ci sono i disonesti, gli inquisiti, i maneggioni.

Ma che importa!, paiono pensare gli astuti piddini. Loro sono nostri alleati, perché prendercela con loro? Andiamo a fare i puntini sulle i agli odiosi grillini, piuttosto.