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"La gente è davvero incazzata nera"

Loris Molin Pradel è originario del Cadore e vive a Bolzano. Per 15 anni è stato il rappresentante nazionale dei maestri gelatieri. Nelle sue parole traspare in maniera colorita una visione dell'autonomia che distingue ma non separa.

"La gente è davvero incazzata nera. Secondo me i sindaci della mia val di Zoldo dovrebbero chiedere l'annessione alla Baviera, così almeno attirerebbero l'attenzione. I veneti hanno fatto fiorire l'Italia ma la politica è riuscita a distruggere tutto in un attimo. La Lega? Hanno fallito: sono andati a Roma e si sono impantanati." 

 

 

Loris Molin Pradel vive a Bolzano da una vita ed è maestro gelatiere (sua è la gelateria Cadore di Bolzano). Per 15 anni Molin Pradel è stato il volto di Confartigianato gelatieri a livello nazionale. Non si contano le sue apparizioni televisive, ben testimoniate anche su youtube. Loris Molin Pradel proviene da Zoldo Alto, un paese che ha una storia molto interessante ed indicativa a proposito di quali siano le motivazioni che in questi giorni spingono le diverse zone alpine ad un rilancio del concetto di autonomia

● Loris Molin Pradel, la crisi oggi la sentono tutti, ma chi sta peggio tra bellunesi e resto del Veneto?
Senz'altro il resto del Veneto in questo momento ne risente di più, perché loro negli anni scorsi stavano meglio di Belluno.   

● Cos'è successo nel Veneto?
Non riesco davvero a capire. Ci sono state due guerre e la gente è emigrata. Poi è rientrata e in quell'attimo in cui è tornata è stata in grado di mettere in piedi Benetton, Geox, e tantissime altre aziende fiorenti, ad esempio nella zona di Montebelluna. Ha fatto fiorire l'Italia ma sono riusciti a distruggere tutto in un attimo. Penso ci fosse un disegno dietro, che ci fossero interessi più grandi, magari a nord, che volevano la crisi per poi comprare le aziende messe in svendita. 
La responsabilità comunque è della politica, che è davvero cieca. Da noi si dice: se tu hai una mucca che fa 30 litri di latte invece di 20 e glieli ciucci tutti e 30, alla fine muore il vitello
 
● Cosa ne pensa dell'attuale spinta indipendentista nel Veneto?
Ai sindaci della mia valle ho detto: chiedete l'annessione alla Baviera. In val di Zoldo lavorano tutti con l'Austria e con la Germania e la ricchezza viene tutta da là. Il problema è che non hanno abbastanza coraggio.

● Che differenza c'è tra i bellunesi ed il resto dei veneti?
Il bellunese si sente anche veneto, il veneto invece si sente di andare a Belluno a prendere i funghi. Nel resto del Veneto non c'è la sensibilità di valorizzare la montagna. Non c'è mai stata. 

● I bellunesi sono arrabbiati con l'Italia. Però dicono anche via dal Veneto. Perché?
Se potessero andare via dall'Italia lo farebbero anche con l'Emilia Romagna. Si muovono da soli solo perché hanno già capito che alla fine il Veneto non andrà da nessuna parte, salvo cose eclatanti. 

● La Lega non li ha aiutati?
I bellunesi sono rimasti molto delusi dalla Lega. Hanno votato il buon Zaia, ma poi lui ha portato a Venezia solo trevisani e neanche un bellunese. Un conto sono i proclami ed un altro i fatti. La Lega ha perso un'occasione d'oro, ma è andata a Roma e si è impatantanata. È stato come se prendi Bolt, lo porti in una palude e poi gli dici: dai fammi il record del mondo. La nostra democrazia è ridotta malissimo, è tutto un chiacchierare senza mai arrivare a niente, mentre intanto il mondo corre. Il mercato si combatte con il mercato, non con le 'ciacole'
La prima volta che incontro Zaia gli chiedo: perché ce l'hai con l'Alto Adige invece che prendere esempio? Se tu non hai la macchina ti incazzi perché l'altro ce l'ha o vuoi comprartela anche tu? 

● Cosa ne pensa del recente referendum online?
Il Veneto è già perso. O muore o scappa, e secondo me scappa. Referendum e azioni eclatanti sono cose da operetta, ma dietro c'è uno spaventoso malcontento diffuso. In quei giorni ero a Treviso per un corso ed erano tutti elettrizzati per il referendum su internet. Non ne ho sentito nessuno che fosse contrario, anche se c'era chi diceva che in realtà dal punto di vista formale la consultazione non contava nulla. Ma con consapevolezza che però intanto dava la possibilità alla gente di far sentire la propria voce. 

● Che fare allora? Il partiti non possono più nulla? Ci vogliono forze politiche nuove per cambiare?
A suo tempo ero un sostenitore della Lega, ma recentemente ho votato Grillo. In questo marasma alla fine le cose più serie le senti da un comico. Lui il nome ce l'ha ed ha anche un buon seguito nel Veneto. Per le Europee sta facendo una campagna magari discutibile, però coerente. Secondo me finora quello che lo ha fregato è stato il fatto che ha preso troppi voti: molti l'hanno votato senza sapere quello che stavano facendo. Ma questa è un'ulteriore dimostrazione che la gente ne ha le palle piene. Ed anche lui a Roma si è trovato in un palude. 

● Insomma: ci vuole uno stato meno centralizzato?
Basta prendere l'esempio dalla Germania, non serve inventarsi gran che. La democrazia è il governo del popolo, ma non del popolo di Roma. Allora mettiamo insieme le autonomie, ma non dobbiamo aspettarci questo cambiamento dagli attuali politici. Nessuno di loro ha l'interesse che questo succeda. 

● In Alto Adige come va?
Noto un grande cambiamento tra i giovani, anche se nelle valli cercano sempre di tirarne su di esaltati. I giovani oggi si sentono altoatesini e dell'Italia non gliene può importare di meno. Fino ad oggi la politica ha cercato di dividere italiani e tedeschi, perché questo era funzionale agli obiettivi da raggiungere. L'autonomia come è stata concepita finora aveva senso solo se noi litigavamo. Ma ora le cose sono radicalmente cambiate: basta guardare la reazione che c'è stata da parte degli italiani quando Arno Kompatscher è andato a Porta a Porta. 
Oggi non bisogna separarsi, ma distinguersi sì. E rivendicare la propria dignità senza avere paura di battere i pugni.