Cultura | Transart 16

Il liquido amniotico della cultura

Presentata la sedicesima edizione del festival di cultura contemporanea che si terrà dal 7 al 25 settembre. Filo conduttore il tema della natura.

In questi anni Transart non ha solo occupato una nicchia, ma ha saputo esprimere una grande opportunità di crescita culturale per tutto il territorio e per chiunque ha voluto – e quindi saputo – unirsi alla nostra esperienza”. Parola di Peter Paul Kainrath, affabile e competente curatore di una manifestazione, che l'anno scorso ha doppiato il significativo traguardo dei quindici anni di vita, capace di fare del capoluogo altoatesino un centro di attrazione internazionale. La nuova edizione del festival di cultura contemporanea Transart è stata presentata stamani a Bolzano negli spazi del Museion, per la precisione nel “Passage”, sempre più vetrina o superficie di lancio per tutto ciò che di culturale accade nella nostra provincia.

Il filo rosso, il Leitmotiv di Transart 16 – con eventi in programma dal sette al venticinque settembre – è condensato nel motto Natur, Energie, Kulturen. Perché proprio la natura? Apparentemente il termine, che allude alla spontanea produzione di forme di vita indifferenti al volere dell'uomo (la “natura matrigna” di Giacomo Leopardi) è quello più distante da una certa concezione della cultura, intesa come ambito dell'artificiale, quindi di una tecnica che semmai prende esplicito congedo da tutto ciò che è meramente “naturale” (si pensi, in pittura, al gesto di rottura delle avanguardie storiche) e intraprende un cammino di emancipazione sovvertendo metodicamente qualsivoglia istanza imitativa. Esiste però un'altra nozione di natura, più vasta, più avvolgente, amniotica (vengono in mente le parole finali di uno degli ultimi libri di Michel Serres, Il mancino zoppo, riferimento filosofico imprescindibile per chiunque voglia pensare su questa traccia: "L'età dolce equivale a ere di aria e di acque. Abiteremo la cattedrale: nave e tenda"), natura creatrice e creativa, quindi, e in un solo tratto archeologica e contemporanea. Non è un caso che il programma si apra con le “suggestioni oceaniche” del compositore americano John Luther Adams (Become Ocean for large Orchestra, opera del 2013) e si chiuda con Oceanus Tyrol, performance del ricercatore sonoro Chris Watson ambientata sull'Alpe di Siusi, riportando, anzi reimmergendo il paesaggio dolomitico nella dimensione acquatica in cui giaceva milioni di anni fa.

In mezzo ai due eventi citati l'ampio spettro di appuntamenti resi possibili da una ricchissima e multiforme rete di collaborazioni: dal progetto didattico patrocinato dal Comune di Bolzano, organizzato intorno alla riedizione dello spettacolo del collettivo Ligna Die grosse Verweigerung/Il grande rifiuto (un esempio di narrazione controfattuale degli eventi storici, in questo caso inerente la Prima guerra mondiale), a tutti gli altri appuntamenti che sfrutteranno la partnership di istituzioni da sempre (o da poco) vicine a Transart, come le Vereinigte Bühnen di Bolzano o l'Ökoinstitut (“vorremmo esemplificare la relazione che sussiste tra gli esseri umani e la natura nella cornice di una cultura ecosostenibile”, ha chiosato durante la presentazione la direttrice dell'istituto Irene Senfter).

Piccolo suggerimento per chi cercasse un evento al confine tra provocazione pop, ricerca storica e happening multimediale (una sorta di decostruzione colta del meccanismo noto al grande pubblico nella forma del televisivo “Grande Fratello”). Si tratta della Cena Oltranzista di Luciano Chessa (dal 22 al 24 settembre), nella quale una decina di invitati – tra questi l'ex sciatrice Karen Putzer e il filosofo Nicola Perullo – saranno “rinchiusi” nel castelletto del lago di Monticolo a praticare digiuni ispirati e banchetti voyeuristici. Il tutto rimandato in streaming sui siti transart.it e museion.it (nonché proiettato nello stesso “Passage” del Museion).