Environment | olimpiadi 2026

“Una mancanza di cultura istituzionale”

Per Mountain Wilderness l’assenza di offerte per la pista da bob di Cortina rischia di dare avvio all’ennesimo percorso di totale assenza di trasparenza
Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026
Foto: Fondazione Milano Cortina 2026

 Ieri, 31 luglio, era l'ultimo giorno utile per concorrere al bando di assegnazione della costruzione della pista da bob di Cortina. Come già rivelato, non è stata pervenuta alcuna offerta. Il progetto, fortemente criticato da ambientaliste e associazioni cittadine, prevede anche l'abbattimento di un parco giochi circondato da un bosco centenario.

Le polemiche più accese riguardano in ogni caso i costi. Solo nel 2019, nel dossier di candidatura, si parlava di un costo di 47 milioni di euro. Pochi mesi erano aumentati a 61 (stanziati dal governo con Dpcm dello scorso 26 settembre), poi passati a 85 ed oggi, a progetto definito, 124 milioni di euro, in parte già spesi per la demolizione del tracciato storico della Eugenio Monti. “Una cifra spaventosa – denuncia Mountain Wilderness – ancora non finanziata da nessun ente pubblico, che va a coprire un'attività sportiva minimale: in Italia gli atleti praticanti fra skeleton e bob sono qualche decina”.

Manifestazione Cortina
Una manifestazione a Cortina contro la pista da Bob: Il progetto ha attirato molte critiche per via dei costi e dell'impatto sull'ambiente

 

Per costruire la pista era prevista una durata di 40 mesi, poi ridotti a 15 per la pista vera e propria (il collaudo dovrà essere effettuato a dicembre 2024) e a 26 mesi per l'impianto completo di accessori (consegna a novembre 2025). 

Luigivalerio Sant'Andrea, commissario di Simico, aveva assicurato sei mesi fa che i lavori di costruzione sarebbero iniziati entro luglio. Ad oggi tuttavia nessuna impresa si è offerta per portarli avanti.

Un percorso di totale assenza di trasparenza: la procedura negoziata si svolge fra attori pubblici e affidatari dei lavori senza bando di gara

“La società Simico – prosegue Mountain Wilderness – alla quale è affidata la regia dell’intera operazione, progettazione, appalto, gestione dei lavori, collaudi e gare preolimpiche (febbraio 2025), in uno scarno comunicato scrive che si darà avvio a una procedura negoziata con alcune ditte; questa procedura, inizialmente prevista per lavori con importi da 150mila ad 1 milione di euro, è ora resa possibile dal nuovo codice degli appalti entrato in vigore dal 1 aprile di quest'anno. Un percorso di totale assenza di trasparenza: la procedura negoziata si svolge fra attori pubblici e affidatari dei lavori senza bando di gara, privo di un percorso basato sulla partecipazione e condivisione dei portatori di interesse, percorso che secondo il decreto Semplificazioni del 2020 dovrà concludersi entro quattro mesi”.

bob cortina
Il progetto della nuova pista da bob a Cortina: le associazioni ambientaliste e i comitati cittadini chiedono di spostare le gare nella vicina Innsbruck

 

L’alternativa, da sempre invocata da comitati ed associazioni di tutela ambientale, è quella della pista da Innsbruck, mai davvero presa in considerazione nonostante la piena disponibilità della cittadina tirolese e il benestare del presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach.

Ad oggi nessuno della Fondazione è andato in Tirolo a trattare seriamente, mettendo una volta di più in rilievo l’improvvisazione della gestione dell’intera macchina che ci porterà alle Olimpiadi invernali del 2026

“Zaia, dimostrando insofferenza e mancanza di cultura istituzionale, aveva rifiutato il percorso indicato che gli avrebbe permesso una onorevole via d’uscita – è il rammarico dell’organizzazione ambientalista –. Oggi Simico avvia una procedura negoziale comunque impegnativa, se non impossibile. In alternativa si aprono le porte affinché le gare si svolgano a Saint Moritz; ricordiamo che la pista in territorio svizzero è gestita con innevamento naturale, bastano due giorni di foehn o temperature miti e le gare risultano impraticabili. L’alternativa più credibile resta Innsbruck, cittadina vicina non solo geograficamente, meno di tre ore di auto, ma anche culturalmente a Cortina; ad oggi però nessuno della Fondazione è andato in Tirolo a trattare seriamente, mettendo una volta di più in rilievo l’improvvisazione della gestione dell’intera macchina che ci porterà alle Olimpiadi invernali del 2026, come da tempo denunciamo. Occorrono comunicazione – conclude Mountain Wilderness – corretta, trasparenza, confronto, tutti passaggi che il CONI, le Regioni interessate, i comuni hanno accuratamente evitato. In Valtellina come a Milano, in Alto Adige come in Trentino, nel Veneto come a Cortina”.