Society | L'EVENTO BENEFICO

Il pianista venuto da lontano

"Music for Hope": al Teatro Cristallo di Bolzano si esibiscono il trio ladino Ganes e il celebre musicista siriano Aeham Ahmad per sensibilizzare sul tema dei senzatetto.
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Foto: oew, le GANES e Aeham Ahmad
“Girarsi dall’altra parte fa sentire meglio per non vedere i problemi. L’individuo da solo non può però cambiare il sistema politico”.
Lo ha detto alla conferenza stampa odierna (2 novembre) di presentazione del concerto Music for Hope il ‘pianista tra le macerie’, così come è definito il noto artista siriano Aeham Ahmad, che durante la guerra in Siria nel 2014 suonava il piano nel campo profughi di Jarmuk vicino a Damasco e che si era rifugiato a Wiesbaden in Germania, dove tuttora vive.
Nella sua città natale Ahmad trasportava per le strade il suo immancabile pianoforte sul carretto dello zio fruttivendolo e con la sua musica dava sollievo ai suoi concittadini.
 
 
Il suo stile musicale tra il classico e l’orientale si unirà stasera al genere misto pop e musica atmosferica delle Ganes, il trio badiota costituito da Marlene Schuen, dalla sorella Elisabeth Schuen e dalla cugina Maria Moling.
Il concerto di beneficenza Music for Hope, curato da OEW, Organizzazione per un mondo solidale, editrice del giornale di strada per l’Alto Adige Zebra, si terrà stasera dalle 21 per circa due ore al teatro Cristallo di Bolzano.
Il ricavato è destinato al sostentamento del nuovo progetto Zebra.Support che si compone di tre elementi: Zebra.Help per fornire un aiuto alle persone in stato di emergenza, Zebra.Academy per offrire corsi di aggiornamento, tutoraggio con l’impegno nella direzione di  inserire i venditori del giornale ne mondo del lavoro e  Zebra.Understanding per preparare le aziende altoatesine ad accogliere i venditori nel proprio team.
"La musica è lo strumento naturale per l’incontro tra persone di culture diverse. Il lavoro di sensibilizzazione è molto importante per combattere le paure e confrontarsi con la gente"
“Come musiciste amiamo incontrare artisti che vengono da una situazione diversa dalla nostra, in questo caso con Aeham. Sosteniamo l’iniziativa di OEW, perché non è possibile che in questa regione tanta gente debba dormire per la strada. Si devono valorizzare queste persone come esseri umani. E’ necessario fare un passo verso il prossimo. Nel proprio ambito ciascuno può fare qualcosa, non necessariamente cose grandi, ma anche piccole azioni, come parlare con qualcuno che non si conosce. Noi facciamo musica, mezzo che più in fretta rispetto ad altri unisce le persone” – dice Marlene Schuen, cui fa eco Maria Moling: “La musica è lo strumento naturale per l’incontro tra persone di culture diverse. Il lavoro di sensibilizzazione è molto importante per combattere le paure e confrontarsi con la gente”.
Elisabeth Schuen osserva: “Non bisogna vivere ciascuno nel proprio mondo, ma aprirsi e agire insieme”.
Sul progetto Zebra.Support Kircher Matthäus, direttore di OEW, spiega: “Diamo supporto concreto ai senza tetto ed ai venditori in stato di emergenza. Vogliamo favorire la promozione e l’interazione dei venditori di strada di Zebra nel mercato altoatesino”.
Si auspica una maggiore collaborazione tra i vari interlocutori del sistema sociale altoatesino e informazione sulle offerte di sostegno il responsabile del progetto OEW Adrian Lunke che esprime soddisfazione per i risultati conseguiti da Zebra: “Un successo. Sono state vendute in media circa 14 mila copie al mese. Abbiamo 55 venditori attivi che guadagnano un piccolo pocket money, primo passo verso la riacquisizione della propria dignità. In Alto Adige la situazione attuale vede tra le 150 e le 200 persone per strada, dei quali molti hanno un backround migratorio”.
Alessio Giordano, collaboratore di OEW da settembre di quest’anno, anello di congiunzione tra i venditore e l’organizzazione sottolinea che la vendita del giornale sia una prima occasione di contatto con la gente: “Offro consulenza e assistenza. Il progetto è assai importante, perché non si possono costruire prospettive di vite, se non si ha un posto dove dormire e mangiare per tornare a respirare. In un secondo momento vengono poi l’apprendimento linguistico e la formazione lavorativa. Il gruppo dei venditori è eterogeneo. Noi cerchiamo di capire la loro situazione individuale e aiutare chi è in difficoltà. Tanti non conoscono i propri diritti e non sanno di poter contare anche su un sostegno economico. Noi li informiamo. Dall’analisi dei servizi sul territorio e dei bisogni delle persone del territorio emerge poi l’assenza di posti letto per chi ha bisogno. In questo senso diamo un contributo. Cooperiamo infatti con la Casa della solidarietà di Bressanone, dove vi sono posti liberi per i casi di emergenza”.
Rende infine la propria testimonianza di vita precaria Ioan Voion, venditore di strada per Zebra, originario della Romania, “Ho 62 anni, un tumore al cervello ed ai polmoni, entro ed esco per periodi limitati al dormitorio. Col sistema di Zebra si può sopravvivere e lo si può fare in modo onesto e legale”.