DDL Zan
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Politics | Omofobia

Schiavi di Roma

Intollerabile che non si ricordi come nella bocciatura al Senato del ddl Zan un ruolo decisivo lo abbia avuto anche la Chiesa cattolica.

Com’era facile prevedere, il ddl Zan contro l’omotransfobia, già approvato alla Camera, è stato respinto al Senato. E nonostante il voto segreto, non è difficile individuare precise responsabilità. Oltre alla destra di Lega, Fratelli d’Italia e buona parte di Forza Italia, da sempre contrari alla legge per dichiarata ostilità ideologica, già da mesi Matteo Renzi si era schierato a favore di un compromesso, come se sulla discriminazione per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere fosse possibile mediare. Secondo il principio per cui l’omotransfobia è una brutta cosa, però non esageriamo.

Il giorno del voto in aula, dai banchi senatoriali si erano sentiti interventi di questo tenore: “Se il Signore ci avesse voluto così molteplici, così diversi, avrebbe fatto in modo che da soli potessimo cambiare il nostro sesso e il nostro modo di fare.” Sarebbe facile ribattere che se il Signore avesse creato la senatrice leghista Antonella Faggi, avrebbe dimostrato che noi atei abbiamo ragione, ma il punto è un altro. Il punto è che dopo aver distrutto il PD essendone stato il segretario (dal Jobs Act all’elogio del modello Marchionne al Patto del Nazareno alla riforma monstre della Costituzione è stato un b-movie horror splatter da togliere il sonno a Stephen King) e dopo aver fatto saltare il governo Conte II nel momento più drammatico del dopoguerra, il fondatore di Italia Viva non ha provato il minimo imbarazzo a mescolare la sua voce a quella di chi considera l’omotransfobia un fatto trascurabile, se non perfino giustificabile. Chi lo avrebbe mai detto di quest’uomo tutto d’un pezzo?

Tuttavia, le polemiche seguite al voto in Senato e le accuse pur sacrosante alla destra e ai suoi complici denotano un evidente strabismo nell’individuare non solo gli esecutori di questo scempio, ma anche i suoi mandanti. Come già evidenziato in un precedente editoriale, il 17 giugno 2021 la Segreteria di Stato del Vaticano aveva depositato presso l’Ambasciata d’Italia una nota ufficiale in cui chiedeva di bloccare il ddl già approvato alla Camera. Vale la pena rileggere quelle righe:

Al riguardo la Segreteria di Stato rileva che alcuni contenuti dell’iniziativa legislativa – particolarmente nella parte in cui si stabilisce la criminalizzazione delle condotte discriminatorie per motivi “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere” – avrebbero l’effetto di incidere negativamente sulle libertà assicurate alla Chiesa cattolica e ai suoi fedeli dal vigente regime concordatario. Ci sono espressioni della Sacra Scrittura e delle tradizioni ecclesiastiche del magistero autentico del Papa e dei vescovi, che considerano la differenza sessuale, secondo una prospettiva antropologica che la Chiesa cattolica non ritiene disponibile perché derivata dalla stessa Rivelazione divina.

Che l’ondata di indignazione seguita al voto sul ddl si faccia immediatamente prudente, timida e flebile fino all’afonia quando si tratta di evidenziare il ruolo della Chiesa Cattolica in questa vicenda, è francamente intollerabile. Lo si può osservare ogni qual volta si affrontano i temi dell’aborto, della contraccezione e dell’eutanasia. Sulle rozzezze medievali della destra, parole sferzanti. Su quelle della Chiesa, impaccio e imbarazzo. Chissà che Alessandro Zan non presenti un disegno di legge sulla laicità dello Stato.