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Foto: Il Giornale
Society | Maltrattamenti

Lapidate la cattiva maestra

Ottimi insegnanti possono dare il cattivo esempio, mentre altri finiscono nel tritacarne dell'informazione che esige ogni giorno nuove vittime.

Una delle migliori insegnanti che ho avuto fumava. Fumava in classe, dico. Anzi, per dir la verità non fumava in classe, anche se a quel tempo lo si poteva ancora fare. Fumava tra la classe e il corridoio, appoggiata alla porta. Era una delle migliori insegnanti che ho avuto (insegnava storia, per la precisione), anche se con la sigaretta in bocca non era certo d'esempio. Oggi – filmata con i telefonini e buttata in pasto ai social – una così rischierebbe subito il licenziamento. Magari richiesto dal primo politico pronto a speculare anche sul comportamento degli insegnanti per poter riscuotere un centinaio di like. Gli insegnanti vanno sempre bene, come categoria da infamare. Tanto l'estate la passano a grattarsi la pancia in riva al mare, e quando poi scendono in piazza per unirsi alle manifestazioni antifasciste (notoriamente gli insegnanti sono tutti comunisti e anarco-insurrezionalisti) insultano persino i poliziotti che li hanno innaffiati con gli idranti.

Chi può giudicare un insegnante?

Anche un altro eccellente insegnante che ho avuto fumava. Quello era addirittura più radicale, non si alzava neppure per andare a soffiare il fumo nel corridoio. Stava lì, piantato dietro la sua cattedra e, fumando una sigaretta dopo l'altra, spiegava Dante, Foscolo e Leopardi. Erano lezioni esaltanti, noi prendevamo appunti come dei matti, perché ogni parola era preziosa. Scolpiva frammenti di senso che schiudevano la comprensione dei testi, un vero piacere ascoltarlo. Della sua vita privata, come di quella dell'altra insegnante, noi studenti sapevamo pochissimo. Viveva solo? Aveva una famiglia felice? Cosa votava? Mistero. O quasi mistero. Di lui non abbiamo filmati. Sarebbe stato difficile, per un politico, sfruttarne le eventuali “debolezze”. E anche i giornali, in questo caso, non avrebbero avuto “la notizia”. Ma chi può giudicare un insegnante? Senza dubbio i suoi studenti. Possibilmente a molti anni di distanza, però. Ti ricordi il professor tal dei tali? Beh, certo, come dimenticarlo? Fumava in classe, no? No, mi pare fumasse tra la porta e il corridoio. Però come spiegava Dante... o Lutero... Ho letto di recente che è morto, sai? Caspita, mi dispiace. Cosa ricorderanno invece gli studenti di Lavinia Flavia Cassaro? Che un ex presidente del Consiglio, a pochi giorni dal voto, ne propose il licenziamento in ossequio ai dettami della “buona creanza”? Che se la polizia protegge i fascisti tu devi stare zitto? Colpirne una per educarne cento? Le immagini, del resto, parlano chiaro. Riguardiamole pure, rendiamole virali, anzi trasformiamole in una gogna.

Tornassi indietro sarei più furba

Ho letto le parole di un poliziotto, pronunciate dopo gli scontri. Diceva: “Anche se quell'insegnante ci ha augurato di morire, io continuerò a fare il mio lavoro per proteggerla”. Bellissime parole. Ma anche Lavinia, tornata in classe, potrebbe senz'altro dire che lei lavora per il figlio del poliziotto, al quale adesso non augura certamente più di morire (“tornassi indietro sarei più furba”, ha detto la maestra). Scommetto poi che neppure gli amanti della lapidazione mediatica, quelli che, commentando il video, hanno scritto “lurida”, “drogata di merda”, “impiccatela subito” e “mettetela dentro”, darebbero poi effettivo seguito alle loro minacce. Dopo un po' lascerebbero perdere, e se ne andrebbero uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.