Politics | Intervista

“Il bando per i rifugi? Arriverà a fine estate”

Arno Kompatscher non commenta la vicenda CAI, ma prevede lo sblocco a breve del nodo legato alla gestione dei 25 rifugi della Provincia.

Nei giorni scorsi l’ammanco di 21mila euro nelle casse del Cai ha messo fuori gioco Giuseppe Broggi, da anni protagonista insieme al suo omologo Georg Simeoni della complessa vicenda della gestione dei 25 rifugi ex demanio militare passati alla provincia alla fine degli anni ’90. La questione è ancora in sospeso, dopo che nell’autunno scorso la gara indetta dalla Provincia è andata deserta, arrivando persino ad innescare l’autorità nazionale anticorruzione. 
Per cercare di fare il punto della situazione abbiamo intervistato il presidente della Provincia Arno Kompatscher


Qual è il suo giudizio sulla vicenda che ha visto protagonista il presidente dimissionario del Cai Alto Adige Giuseppe Broggi?
Arno Kompatscher - Preferirei non commentare perché non conosco i fatti e lascerei che siano altri ad esprimere la loro opinione in merito. Posso dire che per me è sempre stato un interlocutore serio ed affidabile. 

Qual è lo stato dell’arte per quanto riguarda la gestione dei 25 rifugi alpini di proprietà della provincia ed ex demanio militare?
La gara è andata deserta e quindi stiamo ora pensando ad un bando dove magari i rifugi vengano anche assegnati singolarmente per quanto riguarda la gestione. Vogliamo però farci aiutare anche dal Cai e da AVS con una sorta di contratto di servizio, volto a garantire in particolare la qualità della gestione. L’idea è che CAI e AVS ci aiutino anche nell’elaborazione stessa del bando, inserendovi le più opportune prescrizioni. È interesse di tutti che il servizio sia della qualità più elevata possibile per il cittadino escursionista. 

Per quale motivo CAI e AVS non hanno partecipato alla gara del settembre scorso per le gestione?
Ci dissero che a loro non conveniva soprattutto dal punto di vista economico. Successivamente ci siamo incontrati più volte ed abbiamo impostato la questione in un modo diverso che ora è accettato sia da CAI che da AVS. 

Come avete reagito quando due mesi fa è arrivata la richiesta di informazioni da parte dell’autorità nazionale anticorruzione in merito all gara andata deserta?
Abbiamo risposto, trasmettendo tutti gli atti del bando e la documentazione. Abbiamo anche comunicato che ora pensiamo di rifare la gara riducendo l’importo e addirittura considerando ogni forse singolo rifugio. Quest’ultimo aspetto non è ancora definito ma quello che è certo è che vogliamo garantire il miglior servizio per gli amanti della montagna. 

Avete una previsione sui tempi che saranno necessari, ancora, per definire la questione?
Nel frattempo abbiamo deciso di prorogare per un anno i contratti in essere perché la stagione sta per iniziare. La nuova gara vorremmo farla entro la fine dell’estate per avere poi le massime garanzie per la stagione 2016. 

Chi sta gestendo in questo momento i rifugi? Privati in qualche modo collegati con CAI e AVS?
Nella maggior parte dei casi si tratta di famiglie che svolgono questo lavoro da tanti anni e quindi è sicuramente garantita una continuità. 

Il suo predecessore fece una vera e propria battaglia con lo scopo di acquisire il rifugio Bolzano, di proprietà del Cai e non inserito nel pacchetto di 25. Com’è la situazione ora?
Per adesso è in stand by. A suo tempo il CAI a livello nazionale si era detto disposto ad una trattativa ma poi tutto è stato bloccato dalla sezione di Bolzano. La situazione rimane ferma. 

È stato invece definitivamente superato lo scontro con il CAI riguardante la segnaletica monolingue AVS sui sentieri di montagna?
Ci sono addirittura due accordi politici in merito, quello Fitto-Durnwalder e quello Delrio-Durnwalder. Questi accordi definiscono secondo me in modo molto sensato la questione affermando che malghe, torrenti e colline resteranno con il nome originario mentre comuni e località dovranno avere una denominazione bilingue. Questa è la linea guida e lo sarà anche per la legge sulla toponomastica. Sui cartelli verranno posti anche dei simboli. Una cosa è il bilinguismo e l’altra la doppia denominazione, ma a prevalere dovrà essere sempre il buon senso. 

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Sandro Repetto Sun, 04/05/2015 - 12:51

Al di là di certi fatti davvero tristi per tutti coloro che operano credendo nell'impegno personale e nel volontariato, riportando l'attenzione sulla necessità di dare risposte immediate e chiare a garanzia del rispetto delle regole e del buon utilizzo del denaro pubblico, ora a mio modo di vedere è necessaria una visione di CAI e AVS che possa essere unitaria sul futuro. Bisognerà lavorare per sviluppare una strategia di marketing complessiva adatta al modo di rapportarsi alla montagna nel ventunesimo secolo. Serve una strategia che permetta al nostro territorio di contraddistinguersi rispetto ad altre regioni alpine, penso all'accessibilità e fruibilità in sicurezza, alla tutela e al rispetto della montagna, all'uso di nuovi materiali e all'incremento di energie rinnovabili. Fermo restando l'alto valore simbolico ed ideale della montagna e l'impegno profuso da tutti coloro che la amano.

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