Economy | Sviluppo

Quei metri quadri ci uccideranno?

Forcing dei commercianti del centro di Bolzano affiliati ad HDS. Varati gli hashtag #augenauf ed #occhio contro Twenty e Kaufhaus.

Per l’Unione Commercio turismo e servizi dell’Alto Adige sarebbe alle porte una vera e propria ‘esplosione delle grandi superfici commerciali’, a tutto svantaggio dei loro associati che nella stragrande maggioranza sono i negozi del centro di Bolzano

Quale l’accusa? Semplice e circostanziata: “l’esplosione delle grandi superfici commerciali sarebbe priva di qualsiasi progettualità e di una strategia globale”. 
Peccato che Unione Commercio non specifichi una proposta alternativa appunto all’insegna della ’progettualità e strategia globale’, limitandosi ad evocare quelli che saranno gli effetti nefasti dell’entrata in funzione di nuovi 102mila metri quadri di superficie commerciale a Bolzano, rispetto ai 160mila già esistenti

Quali sono le vere esigenze della popolazione? Unione Commercio mette sullo stesso piano la domanda dei residenti del centro storico e dei turisti rispetto a quella degli altri 70mila bolzanini che risiedono a Bolzano?

Unione commercio sorvola. Anche se fornisce dati interessanti su cui è giusto riflettere e pone a tutti, amministrazione comunale in primis, alcune domande di fondo a cui è assolutamente lecito dare risposta. 

I nuovi metri quadri di superficie commerciale ‘in arrivo’ (ben inteso ‘realizzati da privati’) sono 10mila al Twenty con il raddoppio, 22mila al Kaufhaus di Benko, 40mila nell’areale ferroviario (ma qui i tempi sono biblici, come noto), e dulcis in fundo 30mila per Aspiag a Bolzano Sud.


Il presidente e il direttore di HDS Amort e Hilpold 

Ma veniamo ai quesiti. 

1) La popolazione è consapevole di ciò che sta per accadere?
L’offensiva in merito di Unione Commercio è basata su slogan e parole chiave (hashtag su twitter). Gli slogan viaggiano su biciclette promozionali con cartelli (di cui finora non si è vista traccia nell’Oltretalvera). Gli hashtag #occhio e #augenauf fanno bella mostra di sé invece nella purtroppo non vasta rete twitter della provincia di Bolzano. 

2) Quali clienti per i 100mila metri cubi in più di superficie commerciale?
Bella domanda. HDS dice in sostanza che i nuovi metri quadri sposteranno l’attuale clientela e non ne genereranno di nuova. Interessante e (banale) considerazione. Peccato che non vi sia nelle considerazioni di Unione Commercio nessun riferimento a coloro (decine di migliaia in Alto Adige) che da anni se non decenni per i grandi acquisti si recano fuori provincia

3) Superfici più grandi vogliono dire meno posti di lavoro
Sono dati scientifici ad appurarlo, sostiene giustamente Unione Commercio. Tralasciando però di fare cenno alla crisi che, anche e soprattutto nel centro storico, sta portando sempre più esercizi commerciali alla chiusura. Una chiusura definitiva nella maggior parte della città e invece l’avvento delle grandi catene dell’abbigliamento nel centro storico.
Dov’è la strategia alternativa? La responsabilità è solo dei politici oppure anche i commercianti protezionisti sarebbero chiamati a fare delle proposte?

4) Quanti metri quadri in totale vogliamo avere?
Il dato reso noto da HDS in merito è davvero impressionante: l’Alto Adige è ai vertici di tutte le classifiche nazionali relative alla disponibilità di superfici commerciali
In questo senso Unione Commercio sembra davvero non avere tutti i torti. 

HDS conclude il suo appello con una precisazione relativa nello specifico alla riqualificazione dell’area di via Alto Adige. Dicendosi non contraria alla riqualificazione ma richiedendo una “procedura coordinata che consenta di limitare gli effetti sul lungo termine, soprattutto sull’equilibrio commerciale, sulla tradizione, sul contesto sociale e sulla qualità della vita”. 

Si attende ora analoga presa di posizione delle altre associazioni di categoria a cui fanno capo i negozianti della zona ‘italiana’ di Bolzano, finora 'poco espansive’ in materia. Solo perché indifferenti e/o inconsapevoli?

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Guido Gentilli Fri, 04/03/2015 - 15:26

Vicenda estenuante, questa del Kaufhaus Bozen.
In tutto questo tempo, però, nessuno ha spiegato cosa è successo a Innsbruck dopo che la Signa ha costruito un centro commerciale che per dimensioni e localizzazione è paragonabile a quello in questione.
Che ricadute ha avuto sull'occupazione? Sul giro di affari del settore commerciale?

Fri, 04/03/2015 - 15:26 Permalink
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Palaia Renato Fri, 04/03/2015 - 16:02

Mi sembra che il commento di Dado Duzzi non risponda affatto ai quesiti posti da Luca Sticotti, ma abbia semplicemente la pretesa di contestarli attraverso dei dati numerici, di cui il medesimo dispone in quanto addetto ai lavori. Da totale profano in materia, posso limitarmi ad una analisi di carattere logico, che vede la precisazione del candidato sindaco solo come precisazione ed integrazione delle questioni sollevate in maniera interrogativa dal nostro giornalista e non come una loro sostanziale contraddizione. Il tono ironico ed in parte insinuante di Duzzi sembra non avere il carattere di una rispettosa partecipazione alla discussione, ma di un'accusa di approssimazione all'estensore dell'articolo.

Fri, 04/03/2015 - 16:02 Permalink
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Lorenzo Albarello Fri, 04/03/2015 - 18:10

I negozi di vicinato stanno scomparendo perche' non possono essere competitivi, gli affitti sono troppo cari, a meno che IPES ,Comune e altri Enti non diano in comodato gratuito i locali, per far si che i commercianti siano interessati ad aprire e dare un servizio ai quartieri. Casanova e Firmian sono dei dormitori, chi ha azzardato ad aprire ha chiuso in poco tempo. I centri commerciali a mio avviso non sono la causa delle chiusure dei piccoli negozi, probabilmente la causa va ricercata nella speculazione degli affitti......

Fri, 04/03/2015 - 18:10 Permalink
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Nadia Mazzardis Fri, 04/03/2015 - 18:39

Molti di quei commercianti del centro che oggi protestano, sono gli stessi che se ne sono bellamente fregati del commercio di vicinato e in quanto proprietari dei muri, hanno affittato a millemila euro i loro negozi alle grandi catene. I piccoli stanno chiudendo da tempo e chiudono ancor oggi e ancor prima che Benko arrivi, semplicemente perchè non c'è stato mai margine di trattativa sugli affitti in centro. Il mercato regolava e chi andava a chiedere riduzioni perchè la crisi mordeva non veniva ascoltato.
Quindi tutto questo orientamento al commercio di vicinato da parte di alcuni davvero non si comprende.
Non sono esperta in materia, ma ho due figli che ad Innsbruck ci vivono e quando vado a trovarli, porto loro al centro commerciale dove trovano le magliette a 4 euro e io faccio il giretto nei negozi del centro storico.
Siamo sicuri che l'effetto Benko-Twenty-Aspiag non determini invece una riduzione degli affitti in centro (più si alza l'offerta di spazi, più cala il prezzo) e quindi i ns paladini del vicinato, non siano in realtà preoccupati del minore utile che deriverà dai loro muri affittati a cifre più basse?

Fri, 04/03/2015 - 18:39 Permalink
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Nadia Mazzardis Fri, 04/03/2015 - 18:40

Molti di quei commercianti del centro che oggi protestano, sono gli stessi che se ne sono bellamente fregati del commercio di vicinato e in quanto proprietari dei muri, hanno affittato a millemila euro i loro negozi alle grandi catene. I piccoli stanno chiudendo da tempo e chiudono ancor oggi e ancor prima che Benko arrivi, semplicemente perchè non c'è stato mai margine di trattativa sugli affitti in centro. Il mercato regolava e chi andava a chiedere riduzioni perchè la crisi mordeva non veniva ascoltato.
Quindi tutto questo orientamento al commercio di vicinato da parte di alcuni davvero non si comprende.
Non sono esperta in materia, ma ho due figli che ad Innsbruck ci vivono e quando vado a trovarli, porto loro al centro commerciale dove trovano le magliette a 4 euro e io faccio il giretto nei negozi del centro storico.
Siamo sicuri che l'effetto Benko-Twenty-Aspiag non determini invece una riduzione degli affitti in centro (più si alza l'offerta di spazi, più cala il prezzo) e quindi i ns paladini del vicinato, non siano in realtà preoccupati del minore utile che deriverà dai loro muri affittati a cifre più basse?

Fri, 04/03/2015 - 18:40 Permalink
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Michael Schlauch Fri, 04/03/2015 - 21:35

"riferimento a coloro (decine di migliaia in Alto Adige) che da anni se non decenni per i grandi acquisti si recano fuori provincia"
Diejenigen, die für Großeinkäufe die Provinz bzw. Bozen verlassen, werden mehr als kompensiert durch diejenigen, die von außen nach Bozen kommen und hier ihr Geld ausgeben. Das ist durch Fakten belegt: die letztgemessene Index der Einzelhandelszentralität beläuft sich für Bozen auf einen Spitzenwert von 152, höher als in Städten wie Salzburg, München, Hamburg, Berlin und nicht niedriger als Innsbruck! Die Einzelhandelszentralität sagt aus, wie attraktiv eine Stadt für Kundenströme von außerhalb ist. Erst bei einem Wert von weniger als 100 kann man behaupten, dass eine Stadt netto Kaufkraft an andere Städte verliert. In Bozen ist der Gegenteil der Fall. Vielmehr ist es das jetztige Angebot, welches Kunden, darunter Touristen, von außerhalb anzieht, die gerade nicht das suchen, was sie in jeder anderen Stadt kaufen können. Dieses Potential ist es, was Bozen als Spekulationsprojekt für Benko so attraktiv macht.

"la causa va ricercata nella speculazione degli affitti"
Die Tendenz des derzeitigen Immobilienmarktes für Einzelhandelsflächen in Bozen ist, dass der Umsatz aus makroökonomischen Gründen sinkt (Wirtschaftskrise, Online-Handel etc.) und viele Geschäfte die Mieten nicht mehr tragen können. Würde der Markt nach dem Prinzip des Angebots und der Nachfrage funktionieren ("meno clienti che passano, più cala il prezzo dello spazio"), dann würde das Mietniveau jetzt schon dementsprechend sinken. Da dies aber momentan nicht ausreichend geschieht, gibt es immer mehr Leerstände, bis die Immobilienblase noch nicht geplatzt ist. Die Gemeinde kann dieses Problem lösen, indem sie mit verschiedenen politischen Mitteln eine Mietpreisbegrenzung einführt.
Ein Einkaufszentrum erreicht seine Profitabilität aus der innerstädtischen Kaufkraftumverteilung, d.h. er verlagert den Konsum aus den Stadtvierteln in das Einkaufszentrum. Gerade diese "speculazione degli affiti" ist Haupteinnahmequelle von Benkos Signa-holding, da nur im Einkaufszentrum (auf Kosten des Rests der Stadt) dauerhaft hohe Mieten verlangt werden können, die sich hauptsächlich internationale Handelsketten leisten können.
In Städten, wo das Prinzip des Angebots und der Nachfrage funktioniert, sinken die Mieten in den Stadtvierteln nicht aus Großzügigkeit der Vermieter, sondern erst nachdem Läden wegen dem Kundenschwund für eine Weile leer stehen und die Zone allgemein an Attraktivität für Handelstreibende verliert. Da aber in Bozen, wie es derzeit scheint, die Mietpreise trotzdem nicht sinken, bleibt es bei Leerstand, verstärkt durch das Einkaufszentrum.

"dove trovano le magliette a 4 euro e io faccio il giretto nei negozi"
Wer es gut findet, sich für nur 4 Euro eine "maglietta" zu kaufen, sollte einmal nachrecherchieren, unter welchen Arbeitsbedingungen dieses Kleidungsstück in Billiglohnländern von Frauen (und Kindern) hergestellt wird, um zu diesen Preisen auf den Ladentisch zu kommen. Gerade wer sich für Gleichberechtigung hiererorts einsetzt, sollte sich durch seinen Konsum nicht noch an die Unterwanderung ethischer und ökologischer Standarts andererorts beteiligen.

Die Stadt kann also den Nachbarschaftshandel retten, indem sie die Mietpreise der Immobilienbesitzer (der sogenannten "Laubenkönige") begrenzt, anstatt die Situation der kleinen Leute durch die Krönung eines Laubenkaisers namens Benko weiter zu verschlimmern.

Fri, 04/03/2015 - 21:35 Permalink
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Massimo Mollica Fri, 04/03/2015 - 23:49

Trovo sconcertante come un tema come quello di un centro commerciale possa catalizzare così tanto lo scontro (apparentemente politico) a Bolzano Bozen. Questo dimostra come per una categoria minoritaria di persone, che fin'ora hanno deciso molto in questa città, questo sia un tema importante: fare in modo che niente cambi! E se mi disturba il fatto che usino argomenti più o meno campati per aria (ricordo che avevano presentato pure loro un progetto alternativo a Benko, che non si capisce perché non creasse problemi come quello del magnate), sono ARRABBIATO perché girando per la mia città (nella parte vecchia) la vedo SPORCATA di adesivi contro i centri commerciali. E questo denota mancanza di rispetto per noi cittadini!
Ho il sospetto che più che i commercianti (molti dei quali appartengono alle grandi catene) qui si vada a intaccare i proprietari delle mura, che praticamente vivono sulle spalle di chi investe e crea lavoro.
Ritorno a ricordare che sia a Trento che a Innsbruck i centri commerciali non hanno creato nulla di quello che questa gente vuole farci credere e che la concorrenza è solo positiva per i clienti finali (basti vedere cosa è successo nella telefonia). Al signore che pone il problema delle magliette da 5€ fatte in modo poco etico faccio presente che nulla mi assicura che quelle che costano 50 non lo siano altrettanto. Qualsiasi prodotto oggi come oggi ha comunque un aspetto poco etico! E qui l'unico benessere che si cerca di difendere è quello di coloro che nella mancanza di scelta si arricchiscono.

Fri, 04/03/2015 - 23:49 Permalink
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Lorenzo Albarello Fri, 04/03/2015 - 23:58

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Fino a quando gli immobili del centro sono di proprieta' di politici o facenti parte della CASTA, nessuna Giunta osera' liberalizzare il commercio, ( come previsto nel resto dell' Italia ) ma questo non si chiama conflitto di interessi? l'autonomia e' un vantaggio? per chi? pare pure che alcuni commercianti abbiano preferito affittare il proprio locale e darsi alla politica, sicuramente piu remunerativa, comunque il 10 maggio vedremo cosa decino gli elettori

Fri, 04/03/2015 - 23:58 Permalink
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M.Chiara Pasquali Sat, 04/04/2015 - 10:18

Maria Chiara Pasquali L'Unione Commercio ha ragione quando sottolinea che manca una progettualita' ed una strategia globale nello sviluppo commerciale nel nostro territorio provinciale, ma dimentica di dire che con le liberalizzazioni tutto questo e'impossibile.
Trovare dei nuovi strumenti ,anche urbanistici ,in collaborazione con la Provincia,che abbiano la forza giuridica di "tenere", dovra' essere uno dei temi cruciali da affrontare.
Relativamente a quanto sta avvenendo nel resto d' Italia ed in Europa nei giorni scorsi a Milano c'e' stato un Convegno sui centri commerciali dal quale è emersa la tendenza di favorire lo sviluppo di centricommerciali"integrati"ovvero in prossimita' del centro storico e in strutture polifunzionali. Vanno invece limitate le grandi cittadelle del commercio in periferia o al di fuori dei centri urbani.Infatti provocano danno al commercio in un contesto territoriale molto allargato portando con se' anche tutti gli effetti negativi del traffico incrementato dal fatto che sono raggiungibili esclusivamente con auto private essendo isolati e dotati di superfici a parcheggio enormi.
Sempre dal convegno emerge invece che vicino al centro e vicino a nodi di intermobilita', centri commerciali di media dimensione possano avere effetti positivi sul commercio esistente.I nuovi mq.in arrivo per Bz sono10.000 al Twenty e 22.000 al Kaufhaus di v.Alto Adige,ma nell'Areale ferroviario, come recentemente approvato in Consiglio Comunale, verra' tolta la destinazione di Centro commerciale(prevista subito al di là della Stazione ferroviaria attuale) nel caso in cui fosse realizzato il Kaufhaus in via Alto Adige. Credo inoltre che i centri commerciali naturali In Corso e 4 you e i negozi distribuiti nei quartieri continueranno ad avere uno sviluppo se supportati ed incentivati anche dalle amministrazioni comunali e provinciali. I negozi di vicinato sono strategici per la comunità dì un quartiere . Condivido che nei nuovi Twenty e Khb l' offerta commerciale debba essere complementare rispetto all attuale in modo da creare un equilibrio commerciale e non una concorrenza negativa.

Sat, 04/04/2015 - 10:18 Permalink
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Michael Schlauch Sat, 04/04/2015 - 12:52

In reply to by M.Chiara Pasquali

You can't have your cake and eat it too! Bene che da dichiarare il progetto benko come interesse pubblico (per poter applicare l'art 55), sia arrivata ad ammettere che un centro commerciale, nel migliore dei casi e con una serie di condizioni raramenti realizzati, PUÒ non avere dei effetti negativi. Adesso sta a Lei coreggere i propri errori: il progetto Benko ha tutte le caratteristiche di una "cittadella di commercio": parcheggi enormi sotterannei e un unico mondo di shopping all'interno di una megastruttura a se stante e separato dal resto della città. Spostarla semplicemente in una posizione ancora più priveleggiata, davanti (e NON all'interno, infatti la zona si chiama QUASIcentrum) al centro dominando tutte le vie d'accesso, aggrava la situazione già negativa per causa di tutti gli altri centri già realizzati e in progettati in periferia.
Ricordo sempre che a Schwerin, una città di 100.000 abitanti esattamente come Bolzano, sono bastati 20.000 m2 del Schlosspark Center nel centro per addormentare completamente il commercio di vicinato in tutta la periferia e nel centro storico. Qui si parla del doppio come fosse niente, come se bastassero un paio di "incentivi" per far sopravivere il commercio di vicinato - su quale analisi si basano queste supposizioni? Non sarebbe ora di aspettare gli esiti di uno studio dettagliato e indipendente invece di basarsi su presupposizioni?

Se Lei sinceramente è interessata a integrare i progetto Benko con il contesto del centro storico, è in grado di togliere completamente i parcheggi sotterannei (risparmiando anche spese di tunnel d'accesso non pagati dalla Signa, ma dalle nostre tasse) favorendo il trasporto sostenibile e di spezzare e ridurre la superficie di vendità del Kaufhaus a livelli sostenibili (che difficilmente supereranno la soglia di 5000 m2). Ma abbiamo già visto che ogni tentativo di integrare veramente il Kaufhaus con il contesto del centro e con l'interesse della città risulta in polemiche, ricatti e minacce da parte della lobby di Benko e da lui stesso, supponendo falsamente che il centro non sarebbe più "redditizio" - questo verifica che l'interesse di Benko è incompatibile con l'interesse pubblico, ci sarà sempre un trade-off a scapito del bene comune, che anche secondo l'art 55 deve essere invece la priorità!

Sat, 04/04/2015 - 12:52 Permalink